Dati, account e file. Chi può accedere a questi beni? Come si possono tutelare? Che cosa succede al patrimonio digitale dopo la morte?
L’evoluzione della tecnologia sta trasformando anche il concetto di eredità. Non si tratta più solo di beni materiali, ma anche di un vasto patrimonio digitale che comprende account sui social, email, fotografie, e persino criptovalute. Tuttavia, l’assenza di una normativa specifica in Italia lascia aperte molte questioni.
Il mondo virtuale
Non abbiamo mai affrontato questo argomento, sia perché il nostro servizio risponde alle domande poste dai lettori e nessuno ci aveva mai sollevato questa questione prima di lei, sia perché in Italia non esiste ancora una normativa specifica che regoli espressamente la trasmissibilità del patrimonio digitale dopo la morte.
Che cosa succede ai dati o ai “beni” che costituiscono il “patrimonio digitale” dopo la morte del loro titolare?
Essendo un argomento molto specifico e tecnico, in questa mail ci limiteremo a fornire alcune definizioni e indicazioni di base per chiarire di cosa si tratta, riservandoci di approfondire alcuni aspetti in future pubblicazioni.
Che cos’è il patrimonio digitale?
Con patrimonio digitale si intende una varietà di beni e diritti che, dopo la morte del titolare, costituiscono la sua “eredità digitale”. Questo include:
- File e documenti digitali: testi, immagini, video, ecc.
- Account online: social media, email, piattaforme digitali.
- Dati di accesso: password, codici di sicurezza.
Tecnicamente, il patrimonio digitale comprende beni e diritti che possono avere un valore economico o affettivo, gestiti tramite dispositivi elettronici o piattaforme online.
Il quadro normativo
Il Consiglio Nazionale del Notariato ha condotto uno studio che fornisce un quadro generale della questione, evidenziando però come la normativa attuale in Italia sia insufficiente. Si sottolinea l’importanza di una legislazione specifica per regolare la successione delle entità digitali.
Identità personale vs. identità digitale
È importante distinguere tra identità personale e identità digitale:
- Identità personale: comprende nome, documenti di identità, relazioni sociali e familiari, esperienze di vita, ricordi.
- Identità digitale: include profili social, email, contenuti creati (blog, video, ecc.) e dati raccolti da servizi online.
Questa distinzione ha implicazioni significative. La morte di una persona segna la fine della sua identità personale nel mondo fisico, ma non necessariamente della sua identità digitale. I dati e i contenuti online possono continuare a esistere, creando quella che viene definita una “morte digitale”.
Le sfide della morte digitale
La persistenza dell’identità digitale dopo la morte solleva numerosi problemi giuridici e normativi. Tra questi:
- Accesso ai dati: Gli eredi possono avere difficoltà ad accedere e gestire l’identità digitale del defunto a causa delle rigide politiche di privacy delle piattaforme.
- Criptovalute: Nel caso delle criptovalute, la proprietà è determinata dal possesso delle chiavi private. Se queste non sono accessibili agli eredi, il patrimonio digitale potrebbe andare perso per sempre.
- Legislazione insufficiente: Gli eredi hanno teoricamente diritti sui beni digitali (accesso, rettifica, cancellazione, portabilità), ma la loro capacità di esercitarli dipende dalle politiche delle piattaforme e dalla normativa vigente.
La necessità di un intervento normativo
Per bilanciare la tutela della privacy del defunto, i diritti degli eredi e le politiche delle piattaforme, è fondamentale un intervento legislativo che definisca regole chiare. Questo consentirebbe agli eredi di esercitare i loro diritti senza incontrare ostacoli insormontabili.
Domande e informazioni sui lasciti solidali e donazioni in memoria
Per ricevere informazioni più dettagliate è possibile consultare la pagina dedicata del sito di Ai.Bi., scrivere alla mail lasciti@aibi.ito, oppure chiamare il numero 02.98822332.