La settimana del rientro dalle festività è stata interamente dominata dalle implicazioni legate alla detenzione della giornalista Cecilia Sala a Teheran, fortunatamente dalla sua attesissima liberazione – a cui, proprio nelle ultime ore, ha fatto seguito la scarcerazione dell’ingegnere iraniano Abedini, su richiesta del Ministro Nordio.
Il caso di Cecilia Sala nella conferenza di Meloni
Un caso diplomatico e politico estremamente delicato, che ha rappresentato chiaramente uno dei temi principali della tradizionale conferenza stampa di inizio anno del presidente del Consiglio, dove Meloni, brillante del successo appena ottenuto con la liberazione di Cecilia Sala, ha risposto alle domande di oltre quaranta giornalisti e addetti stampa, delineando le intenzioni del Governo per i prossimi mesi e operando una valutazione nelle sue risposte sulle scelte recentemente compiute .
Fra i temi, la norma “anti Renzi”
Sono state trattate le più svariate implicazioni sul piano del dibattito politico interno, tra cui le voci circolate sull’ipotesi di inchiesta a carico della sorella per traffico di influenze, o la c.d. norma “anti Renzi” inserita nella legge di Bilancio, che vieta ad europarlamentari, membri di Governo e Parlamento nazionali e presidenti di Regione di svolgere incarichi di lavoro retribuiti per conto di società che hanno sede fuori dall’Unione Europea.
Da Musk al Piano Mattei
Sul piano internazionale poi, Giorgia Meloni è tornata sul presunto accordo con Starlink (da lei stessa smentito), i rapporti con Musk, quelli con Trump e il relativo ruolo del presidente eletto rispetto alla guerra in Ucraina, di cui non è in discussione il pieno sostegno – Zelensky ha incontrato Mattarella proprio nei giorni immediatamente seguenti la conferenza stampa- e i centri migranti in Albania, che ha difeso ancora una volta, riferendosi come a un possibile esempio per l’Europa intera.
Un passaggio è stato poi d’obbligo sul Piano Mattei, rispetto a cui il Presidente ha reso nota l’individuazione di Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal quali cinque ulteriori Paesi a cui allargare il Piano Mattei nel corso del 2025.
Il mismatch nel mondo del lavoro
Meloni è tornata poi sul tema del lavoro, richiamando l’azione del Governo sull’occupazione ma anche l’importanza di dare un segnale concreto al ceto medio. Ha poi richiamato con forza l’urgenza di risolvere l’annosa questione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro a partire dai giovani e dalla loro formazione, rispetto a cui è indispensabile riconoscere le implicazioni dell’era digitale, essendo peraltro in corso di valutazione l’opportunità di mettere in piedi un tavolo di lavoro specifico su queste tematiche legate ai giovani.
I prossimi provvedimenti e le voci sul rimpasto
Non sono infine trapelate grandi novità rispetto all’attuale tenuta del Governo. Meloni si è dichiarata non favorevole ad un rimpasto, aprendo esclusivamente a una riflessione congiunta con il ministro Daniela Santanchè qualora dovesse essere rinviata a giudizio, mentre ha riconfermato con forza il piano delle riforme costituzionali, nei tre pilastri di intervento su autonomia differenziata, premierato e giustizia.