Come ho conosciuto l’autore
A volte i libri ti chiamano quando non sono ancora nemmeno stati scritti.
Qualche anno fa mi è capitato di leggere Terra nera, un romanzo pubblicato da Stampa Alternativa e scritto da un autore che non conoscevo ma che mi avevano consigliato: Giuse Alemanno. Non era un libro che avrei scelto in libreria, probabilmente, ma quando l’ho iniziato ho pensato subito che si trattasse di un romanzo importante, con un linguaggio e un passo che lo facevano rassomigliare a un classico senza tempo. Quando l’ho finito, ho contattato Alemanno per fargli i complimenti e così siamo diventati amici su Facebook.
Stacco.
Come ci è arrivato il manoscritto
Anni dopo, nel maggio 2017, Giuse Alemanno mi contatta con queste precise parole: “Ho scritto un romanzo. Sto cercando un editore. Ho fatto leggere da persone di cui mi fido ciò che ho scritto. Le risposte di costoro sono state lusinghiere. Però il romanzo è stato giudicato troppo duro, certe descrizioni han creato disturbo. Eppure è solo un romanzo di vendetta, di mille che già ce ne sono. Può interessare?”
Gli rispondo che sono ben felice di leggerlo e mi arriva un pacco con un malloppone di 400 pagine fitte fitte. Lì per lì mi viene un colpo: Terra nera era un romanzo breve, qui abbiamo materiale per una saga.
Le mie impressioni
Inizio la lettura e rimango inchiodato: le prime scene sono così violente e vivide che voglio capire come andrà avanti la storia (e soprattutto spero di non avere troppi incubi). Ritrovo la lingua terragna che avevo già apprezzato nell’altro suo romanzo. Mi sembra – come abbiamo scritto poi nell’aletta – di vedere un film di Tarantino raccontato con la voce di Verga.
Il romanzo in bozze si intitola Santo e Mattanza, romanzo amaro con due spietati e qualche rancore e in molti punti è davvero disturbante ma allo stesso tempo è avvincente, per cui da una parte ti respinge e dall’altra ti attrae. Come un precipizio.
I personaggi sono indimenticabili, soprattutto i due cugini Santo e Massimo detto Mattanza. Il loro desiderio di vendetta risulta comprensibile, visto che è stata massacrata la loro famiglia. Per cui il bello di questo romanzo è che si finisce per empatizzare – almeno un po’ – con due criminali sociopatici.
Le uniche perplessità riguarda(va)no la lunghezza eccessiva: decidiamo così di dividere la storia in due parti, un po’ come Kill Bill vol. 1 e Kill Bill vol. 2.