Comunità Politica: a lezione da Carlo Mazzei (PD Roma) - Erica Simone - Servizi di Comunicazione e Pubbliche Relazioni

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Se cerchi il termine “Comunità” in Mister (G)  Google, il motore di ricerca compagno inseparabile delle nostre giornate, il primo risultato che troverai è:

Comunità” deriva dal latino cum e munus e letteralmente significa “con il dono“, indicando perciò una prestazione personale alla collettività, che si risolve nella perdita della soggettività e nella repressione dell’individualità”.

Ecco, il passaggio importante è “con il dono”.  No, non è la mia formazione cattolica a parlare, è l’etimologia della parola che ci riporta al senso che lega il significante (segno) al significato delle parole. È linguistica. Una comunità in cui non si dona non è comunità, è un’altra cosa!

All’indomani dell’attentato di Donald Trump (ndr ieri 14 luglio 2024) durante un comizio a Butler, in Pennsylvania USA, le immagini che continuavano ad accostarsi nella mia mente erano quelle della piccola, ma significativa Festa dell’Unità della Sezione Pd San Giovanni a Roma, svoltasi dal 4 al 6 luglio scorsi, e quella dell’ex Presidente Americano con il pugno alzato.

Mi sono chiesta perché io – da comunicatrice – continuavo ad accostare le due immagini: quella del 45° presidente degli Stati Uniti che grida “Fight!”  incitando i propri sostenitori a continuare a lottare e quella della festa dell’Unità di una semplice – si fa per dire – sezione PD a Roma voluta dal suo Segretario, Carlo Mazzei appunto.

La risposta è apparsa come un insight, come diceva Bernard Lonergan, tutto sta nel come si intende la Comunità!

Ecco, ho capito perché continuavo ad accostare le due immagini in maniera inconsapevole e compulsiva. Nel primo caso in USA i supporter, gli elettori, i compagni di viaggio sono considerati frecce da scagliare a disposizione nella propria faretra in una battaglia. Nel secondo a Roma – in maniera speculare – i supporter, i compagni, gli stakeholders sono considerati persone/ Interlocutori a cui restituire qualcosa… donare appunto.

Se pensi che accostare un presidente USA e un segretario di partito politico di una sezione a Roma sia un po’ esagerato. Beh forse hai ragione, non lo so. Ma qui c’è una grande lezione. Non importa il colore politico o il continente in cui ti trovi. Qui tutto si gioca sul concetto di cosa sono io rispetto agli altri e quando questi “altri” sono i cittadini, c’è una grande differenza!

Il luogo fisico della festa dell’Unità di San Giovanni era piccolo, troppo piccolo, un pezzo di marciapiede prestato da un condominio, ma la capacità di costruire comunità molto più grande. In quei pochi metri quadri non si è combattuto, ma condiviso. Non ci si è contrapposti, ma confrontati. E guardate è stato invitato a parlare in primis chi non ha sostenuto le posizioni della sezione e … il destino personale – politicamente parlando – del segretario stesso in passato (non è elegante non faccio nomi).

È questa la lezione di Carlo Mazzei:

Comunità” deriva dal latino cum e munus e letteralmente significa con il dono“, indicando perciò una prestazione personale alla collettività, che si risolve nella perdita della soggettività e nella repressione dell’individualità”.

Ma cosa si dona ad una comunità politica?

  1. Notizie ragionate dal e sul territorio;
  2. Punti di vista “criticamente qualificanti” con cui leggere la realtà e la cronaca;
  3. Networking e relazioni. Sia a livello discendente – dai dirigenti alle base – sia in senso ascendente – dalla base ai dirigenti di partito.
  4. Cordialità e simpatia. Non mi prendere in giro, ti prego, sai quanto me che sentirsi parte di un progetto, di una visione rappresenti un potente antidoto alla solitudine e all’isolamento.

La rassegna stampa odierna delle maggiori testate giornalistiche on line e cartacee era piena di riflessioni sul tono da adottare in politica, sulle parole scelte e utilizzate di chi fa politica. A San Giovanni ho assistito all’esercizio dell’etica della parola, cosa ben più complessa e delicata che un “semplice abbassare i toni” a cui tutti, molti, si appellano in queste ore. D’altronde chiudere i cancelli della stalla quando i buoi sono scappati serve a ben poco.

Nell’era dei social networks in cui tutto è estremamente amplificato – pensa alla falsa notizia del giornalista italiano scambiato per l’attentatore di Trump per una questione di vaga somiglianza nel nome – conta più il Come che il Cosa fai. Come ti poni con l’altro: vuoi ricevere o donare?

Non è un caso, forse, che un testo come Democrazia, di Francesco Occhetta (padre gesuita) ed. Il Pellegrino, sia oggi al terzo posto nelle vendite. La classifica ci dice e ribadisce che abbiamo bisogno, oggi più di prima, di ritrovarci attorno ad una nuova e ritrovata dimensione di Comunità.

Nell’illusione  di farci guidare dal Leader forte rischiamo di scivolare dalla Democrazia alla Democratura, temo.

Allora coraggio! Opera, agisci, posizionati politicamente, fai politica sui territori – anche nel conflitto politico  più aspro  – ma abbi sempre la consapevolezza che se non siamo costruttori di comunità ne saremo demolitori. Non c’è una via di mezzo.

Ecco la lezione di Carlo Mazzei.

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