Indagine sull’accesso al finanziamento delle imprese: le aziende segnalano tassi di interesse più bassi ma un leggero calo della disponibilità di prestiti bancari
- Le aziende hanno segnalato un calo dei tassi di interesse bancari sui prestiti, indicando tuttavia un ulteriore leggero inasprimento delle altre condizioni di prestito.
- Si è registrato un leggero aumento del divario di finanziamento bancario rispetto al trimestre precedente, in quanto le aziende hanno segnalato una piccola riduzione nella disponibilità di prestiti bancari e nessuna variazione nella necessità di prestiti bancari.
- Le aspettative di inflazione delle aziende sono aumentate leggermente: le aspettative mediane per l’inflazione annuale a uno, tre e cinque anni si sono attestate tutte al 3,0%, ovvero 0,1 punti percentuali in più in tutti e tre gli orizzonti.
- Quasi la metà delle aziende intervistate ritiene che l’obiettivo di inflazione della BCE sia del 2% e queste aziende hanno aspettative di inflazione più basse rispetto a quelle che ritengono che l’obiettivo sia significativamente più alto.
Diminuzione dei tassi di interesse sui prestiti bancari
Nell’ultimo ciclo dell’indagine sull’accesso delle imprese ai finanziamenti (SAFE), le imprese dell’area dell’euro hanno segnalato una diminuzione dei tassi di interesse sui prestiti bancari (un netto -4%, rispetto a un netto 4% che segnalava un aumento nel trimestre precedente), sebbene un netto 22% (30% nel trimestre precedente) abbia osservato aumenti negli altri costi di finanziamento (ossia oneri, commissioni e diritti)
Piccolo calo nella disponibilità di prestiti bancari
In questo ciclo di indagine, le aziende hanno segnalato un piccolo calo nella disponibilità di prestiti bancari nel quarto trimestre del 2024 (un netto -2%, in calo rispetto a un netto 1% che segnalava un aumento nel trimestre precedente) (grafico 2). Allo stesso tempo, le aziende non hanno indicato alcuna variazione nella necessità di prestiti bancari, rispetto al 2% che segnalava una diminuzione nel terzo trimestre del 2024.
Ciò ha portato il divario di finanziamento, un indice che cattura la differenza tra la necessità e la disponibilità di prestiti bancari, ad aumentare per un netto 1% delle aziende, rispetto a un netto 2% delle aziende che segnalava una diminuzione nel ciclo di indagine precedente. Guardando al futuro, le aziende si aspettano piccoli miglioramenti nella disponibilità di finanziamenti esterni nei prossimi tre mesi.
Un numero maggiore di aziende ha percepito le prospettive economiche generali come il fattore principale che ostacola la disponibilità di finanziamenti esterni rispetto al precedente ciclo di indagine (una percentuale netta del -22%, rispetto al -20%).
Un netto 8% di aziende ha indicato che la loro percezione della volontà delle banche di prestare, che potrebbe riflettere l’avversione al rischio delle banche, è ulteriormente migliorata (dal 6%).
Un netto 6% delle imprese ha segnalato un aumento del fatturato negli ultimi tre mesi, in calo rispetto al 7% del precedente ciclo di indagine, con un netto 11% di aziende che rimane ottimista sugli sviluppi nel prossimo trimestre.
Una percentuale maggiore di aziende ha visto un deterioramento dei propri profitti rispetto al precedente ciclo di indagine (una percentuale netta del -14%).
L’indagine indica che la percentuale netta di aziende che segnala un aumento delle pressioni sui costi ha continuato a diminuire.
Le aziende hanno continuato ad aspettarsi che l’aumento dei prezzi di vendita e dei salari si moderi nei prossimi 12 mesi (grafico 3). I prezzi di vendita erano previsti in aumento del 2,9% in media (in calo rispetto al 3,0% del precedente ciclo di indagine), mentre la cifra corrispondente per i salari era del 3,3% (in calo rispetto al 3,5% del precedente ciclo).
Aumentate leggermente le aspettative di inflazione delle aziende
Le aspettative di inflazione delle aziende sono aumentate leggermente, arrestando i precedenti cali (grafico 4). Le aspettative mediane per l’inflazione annuale in uno, tre e cinque anni si sono attestate tutte al 3,0%, aumentando quindi di 0,1 punti percentuali per tutti e tre gli orizzonti.
Per l’inflazione in cinque anni, un numero inferiore di aziende ha segnalato rischi bilanciati (33%). L’aumento della percentuale di aziende che hanno visto rischi al rialzo (51%, in aumento dal 46%) è stato simile all’aumento della quota di quelle che hanno percepito rischi al ribasso (16%, in aumento dal 12%). …