R.D. Congo, Goma: una popolazione ostaggio della violenza - Caritas Italiana

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La città di Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, sta vivendo giorni drammatici. Da quattro giorni la popolazione è senza acqua ed elettricità, chiusa in casa mentre gli scontri tra i ribelli del movimento M23 e le forze armate congolesi si intensificano. «La popolazione vive in una paura indescrivibile», denuncia don Edouard Makimba Milambo, segretario esecutivo di Caritas Congo, in contatto costante con le Caritas locali. I mercati sono chiusi, i rifornimenti scarseggiano e le famiglie cercano rifugio nelle chiese e in alloggi di fortuna.

Il conflitto, che affligge la regione da trent’anni, ha causato milioni di vittime. Al centro della contesa ci sono il controllo delle risorse minerarie, come il coltan e la cassiterite, indispensabili per l’industria tecnologica globale. L’80% del coltan mondiale proviene proprio dal Nord Kivu, e le accuse delle istituzioni congolesi del coinvolgimento del Rwanda nel sostegno ai ribelli dell’M23 aggrava ulteriormente la situazione.

«La popolazione vive in una paura indescrivibile», don Edouard Makimba Milambo, segretario esecutivo di Caritas Congo

Ospedali al collasso, sfollati in aumento

Le strutture sanitarie di Goma sono al collasso. Le vittime civili si contano a centinaia: oltre 200 persone sono state uccise nelle zone conquistate dall’M23. Nel frattempo, il numero degli sfollati continua a crescere. Ai 680.000 già presenti nei campi profughi si aggiungono ora altri 180.000, una pressione insostenibile per un sistema già al limite.

Anche nella capitale Kinshasa la tensione è alle stelle. Proteste, saccheggi e incendi hanno colpito le ambasciate di Francia, Rwanda e Uganda. «I giovani hanno manifestato davanti all’ambasciata degli Stati Uniti, bruciando pneumatici per denunciare il loro silenzio su quanto sta accadendo nell’est del Paese», riferisce don Makimba Milambo.

L’impegno di Caritas e l’appello alla comunità internazionale

Caritas Italiana, in collaborazione con Caritas Congo, segue con preoccupazione l’evolversi della crisi. «Ora il nostro scopo è sensibilizzare la rete internazionale delle Caritas per invitarla a un lavoro di sinergia», afferma il segretario generale di Caritas Congo Asbl. «Chiediamo un’azione coordinata per non disperdere le forze e mettere in atto un piano d’azione concreto».

La rete “Insieme per la pace in Congo” ha lanciato un appello per un immediato cessate il fuoco e denuncia il ruolo ambiguo della comunità internazionale. «L’Unione Europea ha siglato un accordo economico con il Rwanda per l’approvvigionamento di minerali come coltan, oro e tungsteno, che il Paese non possiede e che, secondo fonti ONU, vengono saccheggiati proprio nell’est della Repubblica Democratica del Congo», accusa il portavoce John Mpaliza. Inoltre, si denuncia il finanziamento dell’UE all’esercito rwandese, che alimenta indirettamente il conflitto.

Intanto, la comunità internazionale resta a guardare. Mentre la guerra continua, Goma resta intrappolata tra violenza e bisogno. E la popolazione, stremata, attende risposte.

Per approfondire leggi l’articolo del SIR

Aggiornato il 29 Gennaio 2025

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