5 minuti di lettura

Bruxelles, Febbraio 2025

Mercoledì 29 gennaio – dopo un rinvio di due settimane rispetto alla data originaria – la Commissione europea ha svelato una delle iniziative più attese dei primi cento giorni del “nuovo corso” von der Leyen. Attraverso una Comunicazione è stato infatti illustrato il Competitiveness Compass, uno strumento che guiderà le scelte strategiche per rafforzare la competitività dell’UE in tutti i settori, definendo le priorità per i prossimi cinque anni e tracciando le azioni necessarie a stimolare il dinamismo economico in Europa.

Come facilmente intuibile, l’immagine della bussola viene utilizzata per indicare i quattro punti cardinali che devono essere seguiti per rafforzare la competitività dell’UE, un tema spesso al centro delle dichiarazioni ufficiali della presidente von der Leyen e del suo Collegio dei Commissari, così come del dibattito pubblico tra stakeholder istituzionali e industriali. Se la prima Commissione von der Leyen è stata caratterizzata, soprattutto nei primi quattro anni, da politiche green focalizzate sulla decarbonizzazione e la tutela dell’ambiente, è risaputo che molte imprese stanno avendo problemi ad adattarsi per tempo alle nuove policy. Gli obblighi di rendicontazione, i paletti da rispettare per non ricevere sanzioni e la concorrenza di Paesi terzi che non impongono le stesse regole rappresentano alcune delle problematiche che parte dell’industria (e non solo) ha identificato come minacce alla competitività europea.

La bussola delle Commissione mira a tracciare la rotta per il rilancio della crescita economica europea, senza smantellare quanto fatto nel quinquennio precedente. Tra i pilastri di questo Strumento figura, infatti, la necessità di conciliare decarbonizzazione e competitività, mantenendo l’ambizioso obiettivo di rendere l’economia UE climaticamente neutra entro il 2050. In quest’ottica rientrano una strategia per contrastare i prezzi energetici elevati e volatili, una revisione del quadro degli aiuti di Stato e piani specifici per diversi comparti industriali come quelli dell’automotive, dell’acciaio e del chimico.

Un altro pilastro si concentra sulla necessità di colmare il divario nell’innovazione rispetto ad altri attori geopolitici. Per raggiungere questo obiettivo viene ad esempio sottolineata la necessità di puntare maggiormente sulle start-up, sia creando un ecosistema favorevole alla loro crescita, sia attraverso maggiori investimenti. Il focus sulle tecnologie dirompenti – come l’intelligenza artificiale e il quantum computing, –, la revisione della politica della concorrenza per incentivare il cosiddetto Technology Transfer e la digitalizzazione e la diffusione delle tecnologie avanzate attraverso la digitalizzazione, rappresentano alcune delle principali leve con cui la Commissione intende rafforzare questo pilastro.

Tra le priorità indicate dalla bussola rientra anche, alla luce del contesto geopolitico, la necessità di ridurre le dipendenze esterne e rafforzare la sicurezza. Questo obiettivo passa, da un lato, dal miglioramento delle relazioni con i partner commerciali – ad esempio tramite accordi come quelli con il Messico o con il Mercosur – e, dall’altro, attraverso il mantenimento di un’autonomia strategica nelle politiche economiche. Ciò include un rafforzamento della preparazione alle crisi e una gestione più efficace delle materie prime e delle infrastrutture critiche. Altri rischi, come la concorrenza sleale e le sovraccapacità globali, secondo la visione della Commissione, possono essere contrastati con strumenti di difesa commerciale e con la promozione della produzione domestica.

Come quarto e ultimo punto cardinale del Compass, il documento della Commissione individua una serie di azioni trasversali da applicare a tutti i settori dell’UE. Si tratta nello specifico di una regolamentazione più semplice e veloce che diminuisca gli oneri per le imprese dell’UE, di una valorizzazione più efficace del Mercato Unico, di nuovi strumenti per finanziare la competitività a cominciare dall’istituzione di una Savings and Investments Union, di intervenire sul mercato del lavoro per promuovere impieghi di maggiore qualità e potenziare le competenze dei lavoratori europei, e infine di migliorare il coordinamento tra gli Stati membri e l’Unione per evitare la frammentazione delle politiche industriali.

Figura 1 Fonte: COM(2025) 30 final “A Competitiveness Compass”, Commissione europea

Il Competitiveness Compass, tuttavia, non si limita a indicare la direzione delle future politiche dell’UE, ma esplicita anche azioni concrete (flagship actions) per correggere la rotta. Tali iniziative sono anche accompagnate dall’indicazione temporale in cui saranno presentate (relativamente ai prossimi due anni), in attesa di una timeline più dettagliata che sarà presentata con il Programma di lavoro della Commissione per il 2025, che dovrebbe vedere la luce il prossimo 11 febbraio.

Tra le misure citate nel documento, due emergono come particolarmente emblematiche del nuovo corso della Commissione: il pacchetto di semplificazione Omnibus e il Clean Industrial Deal, entrambi attesi per il prossimo 26 febbraio.

Il pacchetto Omnibus, stando alle ultime informazioni disponibili, sarebbe una proposta legislativa volta a ridurre gli obblighi di rendicontazione per le imprese europee. Con particolare attenzione alle Pmi. Si tratta di un primo pacchetto di semplificazione che dovrebbe concentrarsi sulla rendicontazione finanziaria sostenibile, sulla due diligence sulla sostenibilità e sulla tassonomia.

Diversamente, il Clean Industrial Deal non sarà una proposta legislativa, bensì una Comunicazione che illustrerà la nuova strategia della Commissione per coniugare decarbonizzazione e competitività, un tema già centrale nel Competitiveness Compass. Il nome dell’iniziativa richiama esplicitamente il precedente Green Deal, che ha rappresentatola stella polare del primo atto della Commissione von der Leyen e che ora potrebbe essere ridefinito per rispondere meglio alle esigenze delle imprese.

Queste e le altre iniziative attese nei prossimi mesi, delineeranno la traiettoria dell’Unione europea nei prossimi anni, in un percorso che mira a rafforzare la competitività senza rinunciare agli obiettivi di sostenibilità e coesione economica.