“Se penso che ogni cosa di natura resta perfetta solo brevi istanti, che sulla scena siamo figuranti a cui le stelle fanno una fattura; se le creature sono come erbecui un solo cielo dà e toglie rigoglio, e che scordando ogni passato orgogliosi fanno marce ed erano superbe: il pensiero dell’incostante sorte al primo sguardo ti offre giovinetto, mentre vorrebbe il tempo con la morte dare ai tuoi freschi giorni un freddo letto. Faccio la guerra al tempo per tuo amore, e più ti strappa, più ripianto il fiore”.
Sonetti, uno dei punti più alti e densi della poesia di tutti i tempi: canzoniere d’amore e libro filosofico, meditazione su tempo, morte, mutevolezza delle forme, su forza e durata imperitura di arte e poesia. Poema a tratti peccaminoso, a tratti metafisico, opera magica, misteriosa, capace di scatenare mille diverse letture, diatribe, interpretazioni. Quando ottant’anni fa Giuseppe Ungaretti si cimentò con i Sonetti, la sua sobria, splendida versione fu subito best seller. Nella nota introduttiva, puntualizzò il desiderio di tenersi distante da registri enfatici, pettegoli, imbacuccati. Il risultato fu esempio di chiarezza e umiltà. La traduzione di Massimiliano Palmese, attenta a ritmi e musicalità, quasi sempre in rima – non poco! – offre una lingua immediata, tangibile, molto ‘a portata’. Una svolta decisiva per rendere più ‘pop’ il Bardo.
Collana: Gli Alianti
Genere: Poesia
Curatore:
Traduttore: Massimiliano Palmese
Illustratore: Andrea drBestia Cavallini
Prezzo: 16,00€
Pagine: 176
EAN: 9788892941991
Data di uscita: 2025-03-26
Nasce a Stratford-upon-Avon nel 1564, a Stratford-upon-Avon torna intorno al 1608 dopo essersi costruito una casa degna di una regina con il denaro guadagnato a Londra scrivendo per il teatro e calcando le scene del Globe, del Blackfriars. Da una pagina di Plutarco, da racconti di fate, dalle novelle italiane, dalla Storia, Shakespeare trae materia da palcoscenico mai vista prima, che resterà per tutti risorsa inesauribile. In Romeo e Giulietta, leggenda d’origine senese più volte ripresa e rielaborata nel patrimonio letterario italiano, già messa in scena da Lope de Vega, Shakespeare vede soprattutto una quattordicenne che esplode di desiderio, non sopporta costrizioni di ruolo. Scritta intorno al 1594, pubblicata nel 1597, diventerà la sua tragedia più famosa.