«Nessuno si illude che un documento possa da solo imprimere una svolta alla vita delle nostre Chiese. Non sono gli eventi celebrativi o i testi in sé ad incidere: sono le persone con le loro motivazioni, le loro visioni e le loro scelte ed è la passione verso quei campi che già biondeggiano e che continuano a suscitare la compassione e la speranza di Cristo. La dimensione missionaria della Chiesa di domani, che sta emergendo sempre più chiara dal Cammino sinodale, ci invita a vivere queste settimane e i mesi a venire come un tempo di scelte coraggiose quanto necessarie per le nostre comunità, sempre tenendo presente tutta la città degli uomini».
Nell’introduzione del card. Matteo Zuppi alla sessione primaverile del Consiglio permanente della Cei (10-12 marzo), c’è la constatazione, da parte dei vescovi, di non deludere la forte aspettativa rispetto la Seconda Assemblea sinodale (31 marzo-3 aprile 2025), che discuterà tra l’altro le Proposizioni che sintetizzano le scelte per un rinnovamento della Chiesa. Da qui scaturirà il Documento finale, che sarà presentato all’Assemblea Generale di maggio (26-29 maggio 2025).
L’introduzione del Presidente della Cei, inoltre, ha toccato diversi temi, oltre quelli ecclesiali, come il bisogno di una cultura della pace e del dialogo e investire nel cantiere Europa. Per leggerla integralmente, clicca qui
L’articolo
Pubblichiamo di seguito, un articolo a firma dei vicepresidenti nazionali per il Settore adulti di Ac, che spiega il contributo che l’Azione cattolica italiana sta dando, e vuole dare, alla Seconda Assemblea sinodale.
Un contributo al Cammino sinodale delle Chiese in Italia, in occasione della seconda Assemblea sinodale del prossimo aprile. E un modo per riflettere, lavorare insieme e raccogliere il grande lavoro fin qui svolto dai delegati sinodali. Il consiglio nazionale di Azione cattolica ha lavorato per questo motivo su alcune delle schede preparate dalla presidenza del cammino sinodale.
Due motivazioni alla base del documento dell’Ac
Le motivazioni che stanno alla base di questo documento sono essenzialmente due. Da una parte riconoscere che il lavoro svolto è generativo e portatore di novità, dall’altra metterci nell’ottica di rivedere e rileggere le scelte associative compiute, in particolare nell’Assemblea nazionale dello scorso aprile, alla luce del cammino sinodale.
Si legge nel documento: «Abbiamo accolto con entusiasmo, e stiamo percorrendo, il cammino sinodale attivato nelle diocesi e nelle regioni, così come a livello nazionale. La nostra è un’adesione piena e profonda, che si è espressa anche grazie all’apporto concreto e alla disponibilità di tanti soci e responsabili associativi, risorse per le Chiese locali per attivare, trainare e incoraggiare il cammino sinodale».
Uno stile sinodale
Il contributo che l’Ac ha dato e sta fornendo si sviluppa sia nella partecipazione concreta, attraverso referenti diocesani e regionali, ad esempio, che nell’assunzione dello stile sinodale nell’ordinarietà della vita associativa che, infine, nel prendere con serietà e rigore i temi e le questioni che stanno emergendo nei documenti sinodali.
Da qui il lavoro del consiglio nazionale che, però, si è allargato anche oltre i “confini” dell’associazione: infatti, oltre al documento ricordato, l’Ac ha lavorato anche assieme all’Agesci oltre che con la Consulta delle Aggregazioni laicali.
Sette chiavi di lettura trasversali
Senza entrare nel dettaglio delle schede che sono state esaminate (accompagnamento di ogni persona, responsabilità ecclesiale delle donne, corresponsabilità e i ministeri laicali, organismi di partecipazione ecclesiale, comunicazione, cultura e formazione, forme sinodali di guida delle comunità), riprendiamo sette chiavi di lettura trasversali.
Tra concretezza e novità
Tra concretezza e novità: si ribasisce con forza la necessità di dare attuazione alle scelte magisteriali e dei documenti ecclesiali, superando lentezze e resistenze e riconoscendo le buone prassi per diffonderle sui territori.
Il cammino sinodale non può essere autoreferenziale
Un secondo punto, il cammino sinodale non può essere autoreferenziale: le sfide che ci vengono poste in ordine alla conversione pastorale vanno superate con coraggio e con la capacità di dire “cose nuove” sulla ricerca di bene, di comunità, di giustizia sociale, di autenticità delle persone, sempre nell’ottica della missionarietà.
Formazione e accompagnamento
Terza questione la partecipazione tra formazione e accompagnamento. La partecipazione e l’inclusione di tutte le persone, richiede un di più di attivazione e di cura, ma anche la capacità di attrezzare strumenti e percorsi innovativi per andare incontro a chi si sente marginalizzato a causa delle proprie condizioni esistenziali.
La corresponsabilità dei laici (Continuando a sognare una Chiesa aperta e in dialogo)
Quarto aspetto, corresponsabilità, partecipazione dei laici e dilatazione degli spazi di democraticità nella vita ordinaria delle comunità cristiane. La Settimana Sociale di Trieste ha messo a fuoco il tema della democrazia a livello sociale e civile, ma la crisi della partecipazione è connessa anche al livello ecclesiale. L’esperienza associativa ha certamente qualcosa da dire e da dare in questa prospettiva, anche pensando all’esperienza di collaborazione tra laici e presbiteri per una comunità cristiana sempre più di discepoli-missionari.
Gli ambienti di vita
Ministerialità laicale, apostolato associato e testimonianza cristiana negli ambienti di vita è il quinto punto. Per l’associazione si tratta di tenere insieme due dimensioni, quella della ministerialità dei laici che è anche condivisione e distribuzione di potere (la cui concentrazione rappresenta un fattore di rischio) e la riconsegna del valore dell’apostolato associato e del ruolo dell’Azione cattolica, che in questi anni è stato sempre più interpretato nella prospettiva di una responsabilità sollecita verso la comunione ecclesiale e la fraternità, anche attraverso la promozione di alleanze.
Trasmissione della fede e ripensamento degli itinerari di Iniziazione cristiana
Si passa poi alla trasmissione della fede e formazione cristiana tra primato della vita e centralità della comunità e, infine, al settimo e ultimo nodo, quello del ripensamento degli itinerari di Iniziazione cristiana, dei percorsi di formazione ordinaria e di quelli di formazione dei formatori, che richiede una maggiore attenzione e aderenza alla vita delle persone e alle sfide dell’oggi. In questo senso è necessaria una nuova sintesi e l’elaborazione di percorsi concreti di formazione.
Con questo contributo l’Azione cattolica rinnova alla Chiesa italiana il suo desiderio a camminare insieme «per riscoprire il senso di comunità, il calore di una casa accogliente e l’arte della cura», continuando a sognare insieme «una Chiesa aperta, in dialogo. Non più “di tutti” ma sempre “per tutti”», come all’inizio del cammino, nel settembre del 2021, ci invitò a fare il Consiglio permanente della Cei attraverso la Lettera alle donne e agli uomini di buona volontà.
*Continuando a sognare una Chiesa aperta e in dialogo è pubblicato oggi, 11 marzo, nell’inserto di Segno nel mondo su Avvenire. Cliccare qui per leggere o scaricarsi per intero il numero