Siria, la lunga strada verso la ripresa | INTERSOS

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Per quasi 15 anni, la Siria ha sofferto a causa di un conflitto prolungato. La caduta del regime di Assad alla fine del 2024 ha portato speranza nel Paese, ma ricostruire richiede tempo. Le cicatrici della guerra sono profonde—non solo negli edifici danneggiati ma in milioni di vite.

In Siria la strada verso la ripresa è lunga e complessa. I servizi essenziali sono ancora insufficienti, l’economia del Paese è in crisi e molte famiglie sono ancora sfollate. Da dicembre 2024, 1,2 milioni di persone sono tornate a casa —885.000 sfollati interni e oltre 300.000 rientrati da altri Paesi. Molti sono arrivati e non hanno trovato nulla: infrastrutture, beni e servizi primari, accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione. Nove siriani su dieci vivono in estrema povertà e lottano per sopravvivere. La metà delle infrastrutture del Paese è distrutta e 3 persone su 4 – il 75% della popolazione totale – dipendono dagli aiuti umanitari per la propria sopravvivenza. Anche l’accesso all’istruzione è gravemente limitato: oltre il 30% delle scuole è inutilizzabile e necessita urgentemente di riparazioni. Il sistema sanitario siriano è sull’orlo del collasso. Ospedali e cliniche lottano per rimanere aperti e molti hanno già ridotto le prestazioni o chiuso completamente. Le cliniche stanno esaurendo i medicinali essenziali e i medici sono costretti a rifiutare i pazienti a causa della mancanza di risorse.

In questo momento di svolta, i siriani hanno bisogno di un sostegno a lungo termine per ricostruire il loro futuro. INTERSOS è presente sul campo da cinque anni. A pochi giorni dalla caduta del regime, i nostri team si sono immediatamente riattivati, fornendo servizi sanitari, di protezione e istruzione a Hama, Idlib e nel Rif di Damasco. Siamo stati tra le prime ONG internazionali a riprendere pienamente le operazioni in Siria e siamo qui per restare. L’aiuto umanitario è ancora un’ancora di salvezza, ma, a fino a marzo 2025, è stato garantito solo il 10% degli 1,2 miliardi di dollari necessari per sostenere le persone. Senza un’azione urgente, milioni di persone non riceveranno l’aiuto di cui hanno bisogno.

La crisi siriana è una crisi di protezione

La crisi siriana rimane una crisi di protezione, la seconda emergenza di sfollamento più grande del mondo. Anni di conflitto, estrema povertà e traumi non curati hanno reso la vita ancora più difficile per i più vulnerabili. Gli incidenti con bombe inesplose e mine terrestri sono un pericolo quotidiano. Da dicembre, 463 persone sono state uccise o ferite. Un terzo di loro erano bambini. Quasi sei milioni di siriani – il 28% della popolazione –  molti dei quali bambini, vive con disabilità permanenti a causa della guerra e spesso non è disponibile un’assistenza adeguata. 

Donne, ragazze e bambini continuano ad affrontare violenza e discriminazione. Problemi come la violenza domestica e di genere e le difficoltà di salute mentale rimangono problemi gravi. Le persone hanno bisogno di accesso ai servizi di protezione e le comunità hanno bisogno di sostegno per prevenire pratiche dannose. I bambini rimangono tra i più a rischio, esposti a reclutamento forzato, abusi e violenze. INTERSOS dà priorità alla protezione dei bambini fornendo spazi a misura di bambino, protezione basata sulla comunità, supporto per la salute mentale e servizi di supporto socio-assistenziale per tenerli al sicuro e aiutarli a riprendersi dai traumi. Anche il supporto legale è cruciale, specialmente per tutelare il diritto alla casa, alla terra e alla proprietà, oltre che la documentazione civile. Molti siriani non possono accedere all’assistenza legale, il che rende più difficile per loro tornare a casa, rivendicare i loro diritti e ricostruire le loro vite. INTERSOS lavora per mettere in contatto le persone con l’assistenza legale e sensibilizzare su queste questioni chiave. Un maggiore focus sul supporto comunitario è essenziale per una protezione adeguata: potenziando le comunità locali, INTERSOS supporta le strutture di protezione, diffonde la consapevolezza sulla violenza di genere e rafforza le soluzioni locali. Garantire che i servizi di protezione siano disponibili, accessibili e sostenibili è un elemento centrale- della nostra risposta.

Una nuova ondata di violenza nella regione costiera della Siria

Il 5 marzo, un’ondata di violenza è iniziata nella regione costiera della Siria, con conseguenze devastanti per i civili. Le famiglie in diverse parti della Siria nord-occidentale, in particolare nei governatorati di Latakia e Tartous e nelle città e nei villaggi circostanti, che già lottano con difficoltà economiche, infrastrutture di servizi pubblici compromesse e instabilità, ora affrontano morte, distruzione e sfollamento. Aspri combattimenti hanno trasformato strade un tempo affollate in campi di battaglia, costringendo migliaia di persone a fuggire dalle loro case. Questi recenti eventi non solo hanno riaperto vecchie ferite, ma hanno anche peggiorato le tensioni tra le comunità, sia all’interno della Siria che nei Paesi vicini come il Libano, dove migliaia di persone hanno cercato rifugio.

Recapiti
Susanna Barnaba