Recentemente la Commissione europea ha presentato una nuova strategia per il settore agricolo che punta su semplificazione, digitalizzazione e rinnovamento generazionale. Ma se da un lato riconosce il ruolo strategico dell’agricoltura nel contesto geopolitico attuale, dall’altro, forti resistenze limitano gli investimenti di risorse economiche disponibili a supporto di un modello produttivo autenticamente sostenibile.

Eppure, Lancet ha pubblicato uno studio secondo cui, se oggi reindirizzassimo regimi alimentari e sistemi produttivi in senso sostenibile, avremmo cibo disponibile per più di 10 miliardi di persone. Oltre a ridurre di oltre il 20% i decessi per malattie legate a disordini alimentari: 11 milioni di morti annue.

Di fatto manca un concreto sostegno a questo percorso: sebbene si proclami la necessità di accelerare sui prodotti per il biocontrollo, non si affronta con determinazione la riduzione dell’uso di pesticidi sintetici che impattano pesantemente a livello ambientale, sociale e di salute pubblica. Anzi, si avviano percorsi che ne consentono l’utilizzo laddove manchino alternative concrete, dopo lo stralcio della proposta che prevedeva una riduzione nell’uso di fitofarmaci del 50% entro il 2030.

Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia
L’articolo completo è disponibile dal pomeriggio di martedì 25 marzo.