Intelligenza artificiale: abbiamo imparato come si affronta il cambiamento? - Reputation Lab

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2 Aprile 2025

In questi ultimi anni abbiamo imparato a conoscere l’intelligenza artificiale, questo mondo all’apparenza fantascientifico che adesso è parte delle nostre giornate: Chat GPT non è più un estraneo ai nostri occhi.

Esistono molti articoli a riguardo, dalle prospettive più entusiaste a quelle più apocalittiche che profetizzano il giorno in cui le macchine raggiungeranno la famosa AGI (Artificial General Intelligence), e domineranno il pianeta.

La realtà (per fortuna) somiglia poco a un film SCI-FI e quello che resta di concreto è che le intelligenze artificiali come CHAT-GPT, DALL-E, SORA, sono la punta dell’iceberg di un mondo più complesso fatto di ricerca, dati ed un lavoro che ha ormai alle spalle decenni di storia. Nella comunicazione l’avvento di questi strumenti è stato vissuto con diffidenza, perché si è creduto che le A.I avrebbero inferto un duro colpo ai processi creativi, alla creazione di contenuti originali.

Santina Giannone ha discusso di questa prospettiva tempo fa con Elisabetta Alicino, esperta di creatività e A.I nel nostro format caffè digitale. La rubrica dove invitiamo esperti di settore per imparare sui temi che riguardano azienda e comunicazione. 

Secondo Elisabetta Alicino le A.I nel campo della creatività sono un potenziamento, proprio come l’armatura del personaggio Marvel Iron Man. La tecnologia va accolta e conosciuta per poi indossarla come un abito che ci aiuta nel nostro lavoro.

Il Prompt, l’indicazione testuale che va data alle macchine come GPT fa parte del processo creativo. Rappresenta anche un momento dove mettere alla prova le nostre competenze durante il dialogo con la macchina, comprendere ciò che vogliamo e persino confrontarci con i nostri bias.

Ad esempio possiamo chiedere a GPT per una campagna marketing una lista di frasi banali e luoghi comuni e capire quale direzione non dobbiamo prendere.

Le A.I non sono una minaccia, si possono considerare come un membro del team che dà il suo contributo nella fase di brainstorming, una risorsa a tutti gli effetti che se stimolata a sufficienza può contribuire al processo creativo. Le intelligenze artificiali insomma non mettono in repentaglio le nostre competenze, risaltano il nostro lato umano. Le emozioni alla base della creatività sono il cuore della comunicazione e non devono diventare un limite quando si  confrontano con il processo tecnologico, il cambiamento è una sfida continua e la diffidenza verso il mondo delle intelligenze artificiali è legata alla revisione dei processi aziendali.

‘Abbiamo sempre fatto così’.

Una frase che racchiude tutta l’incertezza di mettere alla prova le vecchie competenze davanti ad un mondo che cambia rapidamente. 

Mariella Borghi, top voice di LinkedIn sulle A.I sostiene che la soluzione per affrontare queste incertezze è un atteggiamento di apertura al costante cambiamento

La famosa legge di Moore afferma che la velocità di calcolo delle macchine raddoppia all’incirca ogni diciotto mesi. Per il mondo delle aziende questo significa rivedere i propri processi in media ogni cinque anni.

Il cambiamento non è una anomalia, è parte integrante del nostro quotidiano, stiamo vivendo una rivoluzione storica di cui si parlerà nei libri di storia.Un atteggiamento dinamico è la sola strada che ci porterà a vivere questo cambiamento in modo costruttivo e attivo e non semplicemente come osservatori.

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