Crisi demografica e futuro delle famiglie - Azione Cattolica Italiana famiglie

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Ogni qualvolta escono nuove statistiche che fotografano l’andamento demografico del nostro Paese e delle famiglie, lo stato d’animo che ci pervade è uno sconforto irreversibile. Gli ultimi dati che emergono dagli indicatori pubblicati dall’Istat ci descrivono un leitmotiv che ormai perdura da lungo tempo: nel 2024 un ulteriore calo della fecondità e natalità in discesa (1,18 figli per donna con 370mila nuovi nati), ancora posticipo del primo figlio (32,6 anni di media nazionale), boom delle emigrazioni all’estero (156mila cittadini italiani che espatriano +36,5%).

A pagare sono i giovani

La complessità che ne emerge coinvolge la vita di tutti: se pensiamo, ad esempio, alla rilevante crescita della speranza di vita (83,4 anni alla nascita, 5 mesi in più rispetto al 2023), questa ci racconta un allungamento dell’età lavorativa prima di andare in pensione e, dall’altra parte, la necessità di prendersi cura di persone anziane fragili e spesso sole. Ma non possiamo nascondere che il peso più grande di queste sfide è sulle spalle delle giovani generazioni e tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per rendere sostenibile mettere su famiglia oggi.

Attenzione educativa per le famiglie

Il primo passo è un’attenzione educativa che è nel nostro DNA associativo: l’idea di legarsi indissolubilmente ad un’altra persona può spaventare, specie alla luce dei troppi fallimenti, ma i giovani non hanno smesso di volersi bene. C’è la necessità di accompagnare la dimensione affettiva a farsi progetto, a riconoscere come la vita a due non sia un ostacolo per le ambizioni e la realizzazione personale, ad accogliere gli imprevisti, i normali contrasti che possono nascere, entusiasmi e frenate… a fare tutto questo in coppia, insieme.

La dimensione sociale

Un secondo sguardo riguarda la dimensione sociale: diventare famiglia deve essere qualcosa di bello e possibile. Fin troppi stereotipi hanno disegnato il “progetto famiglia” come qualcosa di irraggiungibile, di perfetto, la famosa “famiglia del Mulino Bianco”. Nel tempo hanno portato ad uno svuotamento del desiderio di relazioni in cui potersi abbandonare all’altro e alla visione che l’avere figli sia la rinuncia definitiva ad avere una vita sociale. Abbiamo, dunque, bisogno di esperienze che ci aiutino a recuperare la bellezza di essere madri e padri, che dicano che è plausibile farlo tenendo insieme tutta la vita; certo facendo sacrifici, nel senso alto della sua etimologia, ovvero facendo sacro quel dono della vita che mi è affidato, facendogli spazio dentro la mia esistenza.

Una politica per le famiglie

Da ultimo, è decisivo che la politica spinga sull’acceleratore con scelte che permettano ai giovani di fare famiglia. Perché altrimenti continueranno a farlo spostandosi all’estero o, peggio ancora, a non farlo.
Bisogna farlo a partire da politiche del lavoro che risolvano il problema della carriera, interrompendo la catena del precariato e di una stabilità professionale che si raggiunge tardi.
Lo deve fare con politiche sulla casa che riguardino tutti, con il controllo della turistificazione dei prezzi degli affitti e del mercato immobiliare, con il potenziamento dei mezzi pubblici per gli spostamenti casa/lavoro e con una concezione delle città e quindi delle sue politiche abitative a misura di famiglia.

Lo deve fare con politiche di genere in cui le donne possano essere autenticamente libere di non sentire la famiglia come alternativa alla realizzazione nel lavoro: salari femminili più alti adeguati alle mansioni e non al genere, congedi parentali maggiormente retribuiti, smart working per neo-genitori e alternative di cura sono alcune strade da intraprendere con determinazione.

In questo Anno Santo, l’auspicio è che non venga meno la speranza nel futuro e che per il presente tutti si impegnino di più nel far emergere il valore sociale del costruire una famiglia e dell’aprirsi alla vita.

Recapiti
Giulia Zanetti e Jafti Tosatto