I cani da caccia sono animali affascinanti, intelligenti e molto versatili. Dotati di un fiuto straordinario, spirito di iniziativa e un forte istinto predatorio, questi cani sono stati selezionati per secoli per lavorare accanto all’uomo in attività di ricerca e recupero della selvaggina. Ma cosa succede quando un cane da caccia non serve più allo scopo per cui è stato allevato?
Ogni anno, in Italia, migliaia di cani da caccia abbandonati finiscono nei canili o nei rifugi, soprattutto dopo la fine della stagione venatoria. Se stai pensando di adottarne uno, è importante che tu conosca bene le caratteristiche di questi cani, le loro esigenze e le difficoltà (ma anche le meravigliose soddisfazioni) che possono derivare dall’accoglierli in famiglia.
Perché tanti cani da caccia finiscono in canile?
Il legame tra abbandono e cani da caccia è purtroppo ancora molto forte nel nostro Paese. Molti esemplari vengono ceduti o lasciati nei boschi o in aperta campagna quando non rispondono più alle aspettative del proprietario: magari perché sono troppo timidi per cacciare, troppo anziani, feriti o semplicemente non “funzionano” come dovrebbero, perché hanno paura o non sono stati addestrati correttamente.
Molto spesso, i volontari delle associazioni animaliste li trovano legati fuori dalle loro strutture o li devono recuperare, perché lasciati vagare senza meta. È una realtà dura, che purtroppo si ripete ogni anno con picchi in autunno e all’inizio dell’inverno.
Diventa così necessario gestire decine di cani da caccia che hanno bisogno di un nuovo inizio e di una nuova casa, ma non è così semplice trovare qualcuno disposto ad accoglierli in tempi brevi e che sia anche in grado di soddisfare appieno le loro esigenze.
Le principali razze di cani da caccia
I cani da caccia possono appartenere a diverse razze, ognuna con caratteristiche specifiche che ne influenzano il comportamento, l’energia e le esigenze quotidiane. La maggior parte sono cani di taglia media o medio-grande, selezionati per resistere a lunghe giornate all’aperto e per svolgere attività di ricerca della selvaggina.
Una delle razze più comuni di cani da caccia è il Setter Inglese, molto diffuso in Italia. È un cane elegante e affettuoso, con un’indole docile e collaborativa. Ama la compagnia umana e ha bisogno di correre e muoversi ogni giorno. Non è adatto quindi a uno stile di vita sedentario, ma sa essere molto affettuoso e adattarsi bene alla vita in famiglia.
Il Segugio Italiano è una razza che è stata selezionata in particolare per la caccia alla lepre o al cinghiale. È un cane resistente, dotato di un olfatto eccezionale e di una determinazione incrollabile. In casa può sembrare sensibile e schivo, ma estremamente leale. Ha bisogno di passeggiate quotidiane e attività che gli permettano di usare il suo fiuto.
Il Bracco Italiano viene spesso scelto per il suo carattere tranquillo e la sua intelligenza. È un cane da ferma, collaborativo e affezionato al suo nucleo familiare. Ha una struttura imponente ma è molto dolce, per cui è l’ideale per le famiglie con bambini e va gradualmente abituato alla vita domestica.
Il Pointer è un cane atletico e molto energico. Ha bisogno di fare lunghe uscite quotidiane e di uno spazio per muoversi. È allegro, curioso, ma anche molto sensibile: con l’approccio giusto, si lega profondamente al proprio compagno umano e alla sua famiglia.
Anche il Beagle è nato come cane da caccia in muta, e ha conservato un olfatto potente e un carattere testardo. È socievole e giocherellone, ma ha bisogno di stimoli continui. Va seguito con attenzione, perché tende a inseguire le tracce e ad allontanarsi.
Infine, il Cocker Spaniel, in origine utilizzato nella caccia alla selvaggina, è un cane dall’indole gioiosa e affettuosa. È però importante non sottovalutare il suo bisogno di esercizio e il suo desiderio di esplorare l’ambiente che lo circonda.
Quali sono le differenze tra i vari cani da caccia?
Non tutti i cagnolini da caccia sono uguali: in base alla loro funzione, si possono suddividere in gruppi, che aiutano a capire meglio le caratteristiche comportamentali di ciascuna razza.
I cani da ferma, come il Setter e il Bracco, vengono addestrati per individuare la preda e restare immobili per segnalare la presenza della selvaggina al cacciatore. Sono cani molto collaborativi, ma anche molto sensibili e, generalmente, sono ben predisposti alla vita in famiglia, ma vanno seguiti ed educati.
I cani da seguita, come i Segugi, seguono le tracce olfattive degli animali selvatici per lunghe distanze. Sono instancabili, indipendenti e spesso comunicano utilizzando la vocalità. Amano percorrere sentieri, fiutare e “lavorare” con il naso: per questo hanno bisogno di spazi aperti e stimoli adeguati.
I cani da riporto, come i Retriever o alcuni Spaniel, sono utilizzati per riportare la selvaggina, quando è stata abbattuta. Hanno una spiccata predisposizione al gioco, amano interagire con l’uomo e sono generalmente più gestibili in casa, anche se necessitano comunque di esercizio e attività fisica regolare.
Infine, i cani da tana, come i Bassotti e i Fox Terrier, sono piccoli ma tenaci. Sono abili nello stanare gli animali nascosti sottoterra e hanno un carattere vivace, a volte testardo, ma molto affettuoso.
Conoscere il gruppo funzionale di appartenenza è fondamentale per comprendere il tipo di impegno richiesto nella gestione quotidiana del cane da caccia.
Educare un cane da caccia adottato
Molti cani da caccia in adozione provengono da situazioni difficili: possono non aver mai vissuto in casa, non conoscere il guinzaglio, temere le persone o essere spaventati dai rumori forti. L’educazione di un cane da caccia adulto richiede un approccio graduale e, a volte l’intervento di un educatore cinofilo, che sappia rispettare i suoi tempi e le sue paure.
Uno dei primi aspetti da affrontare è sicuramente la socializzazione. Va guidata con gradualità, iniziando da ambienti tranquilli e aumentando lentamente gli stimoli. È importante non forzare le interazioni, ma piuttosto rinforzare i comportamenti positivi con premi, carezze e una voce calma e rassicurante.
Le passeggiate devono essere quotidiane e abbastanza lunghe da permettere al cane di esplorare e annusare. L’uso del guinzaglio lungo è molto utile per dare libertà di movimento in sicurezza, soprattutto quando il richiamo non è ancora sicuro e l’animale tende ad allontanarsi o a scappare.
Per costruire un legame di fiducia, è fondamentale creare routine stabili e un ambiente prevedibile. Come sempre, le punizioni vanno evitate: meglio puntare su un’educazione basata sul rinforzo positivo, che aiuta il cane a sentirsi tranquillo e compreso.
Infine, per tenere occupata la mente di un cane da caccia, sono consigliate attività come giochi all’aperto che stimolino il fiuto, anche in casa o in giardino, insieme a semplici esercizi di attivazione mentale e interazione. Queste attività sostituiscono la caccia come forma di stimolazione e rendono il cane più equilibrato e sereno.
I cani da caccia sono animali straordinari, dotati di intelligenza, sensibilità e forte motivazione al lavoro. Accoglierne uno in famiglia è un gesto di grande valore, ma richiede un buon grado di consapevolezza e responsabilità. Non sono cani per tutti: hanno bisogno di tempo, pazienza, spazi e stimoli.
Ciò nonostante, quando trovano un umano disposto a rispettare la loro natura e a dedicarsi al loro benessere, sanno ripagare con affetto incondizionato, lealtà e tanta gratitudine.
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