L’incontro tra Meloni e Trump: una settimana chiave per i Rapporti Italia – USA - BistonciniPartners

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Oggi, giovedì 17 aprile, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà ricevuta alla Casa Bianca dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Alla luce del contenzioso commerciale innescato dagli Stati Uniti e della peculiare posizione italiana nello scacchiere europeo, le aspettative sull’incontro sono molto alte.

 Domani invece, a Palazzo Chigi a Roma, Meloni riceverà il Vicepresidente James David Vance. Questo primo round di colloqui bilaterali si concluderà la settimana prossima, quando il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si recherà a Washington in missione: una trasferta nell’ambito della quale si svolgerà l’incontro con il Segretario al Tesoro americano, Scott Bessent.

 Per il Presidente del Consiglio Meloni si tratta dunque di un momento molto importante.

IL FATTORE MELONI NELLE RELAZIONI TRANSATLANTICHE

Nel suo rapporto con l’amministrazione americana, Giorgia Meloni può vantare le affinità ideologiche e le consuetudini relazionali, ma questi vantaggi potrebbero non essere sufficienti con il Presidente Trump, il cui approccio alle relazioni internazionali si è dimostrato essere fortemente orientato al business. La sintonia con la Casa Bianca, ricercata da Meloni fin dalla sua elezione, richiede oggi ulteriori abilità: senza una capacità creativa, le relazioni tra Stati Uniti ed Europa rischiano di essere condizionate da spinte centrifughe.

 Il sentiero dalla crisi ucraina al contenzioso commerciale è complesso e impone a Meloni la salvaguardia sia della solidarietà atlantica che di quella europea, evitando che il raggiungimento di un obiettivo avvenga a detrimento dell’altro. La funzione di “cerniera” atlantica per Meloni rappresenta, dunque, sia un’opportunità che un rischio. In questo quadro – giova sottolineare – l’Italia è una media potenza, vulnerabile alle turbolenze internazionali.

 I RAPPORTI COMMERCIALI ITALIA-USA

L’Italia ha un significativo surplus commerciale con gli Stati Uniti (+43 miliardi di euro secondo i dati del US Census Bureau 2024). Tuttavia, le esportazioni italiane sono in termini merceologici sovrapponibili a quelle francesi e tedesche, perciò anche con dazi diversi per ogni paese, esiste un rischio di incorrere in effetti indiretti: ad esempio, dazi specifici contro l’industria automobilistica tedesca potrebbero danneggiare anche i fornitori italiani collegati. Questo complesso di circostanze rende la gestione del dossier dazi estremamente complessa per l’Italia.

 Una delegazione tecnica del Ministero degli Affari Esteri – coordinata con il Gabinetto del commissario europeo al Commercio, Maroš Šefčovič – si è già recata negli Stati Uniti per un primo round di colloqui con l’entourage del Segretario al Commercio, Howard Lutnick, nel tentativo di rendere paritarie le condizioni di accesso reciproco ai mercati.

 PROIEZIONE INTERNAZIONALE DELLA LEADERSHIP DI MELONI

 Nella storia repubblicana, quella di Meloni è indubbiamente una delle leadership con maggiore proiezione internazionale: gli esteri sono uno dei versanti a cui il Presidente del Consiglio si è dedicata con maggiore attenzione. La sua natura di dirigente politico “puro”, capace di affrontare e gestire con equilibrio le congiunture più originali, è una dote che le viene riconosciuta in modo pressocché unanime. La politica estera del governo Meloni si muove lungo il solco tradizionale, avendo quali riferimenti prioritari gli Stati Uniti e l’Unione europea. L’opera internazionale dell’esecutivo si caratterizza inoltre per la crescente attenzione verso l’Africa (si veda il Piano Mattei) e i paesi del Golfo Persico.

 I prossimi dieci giorni costituiscono, quindi, un importante momento di verifica per le ambizioni internazionali dell’Italia e del suo esecutivo.

Recapiti
Simone Vellucci