Ogni anno il 25 aprile torna a farci riflettere. Sulla libertà, sulla Resistenza, su ciò che è stato. È una data densa di significato, che affonda le radici nella storia del nostro Paese. E come tutte le ricorrenze civili, è anche un momento delicato per la comunicazione.

Cosa dovrebbe fare un brand? Tacere per rispetto? Parlare, e se sì, con quali parole? È il classico campo minato in cui la comunicazione efficace si gioca tra empatia, coerenza e sensibilità. In questo articolo analizziamo come muoversi – o non muoversi – quando si lavora in un’agenzia di comunicazione o in ambito pubblicitario, cercando di fare scelte sensate e strategiche per i nostri clienti.

Ricorrenze civili e comunicazione: equilibrio sottile

Parlare in occasione di giornate come il 25 aprile, il Giorno della Memoria o il 2 giugno significa entrare in un dialogo collettivo, carico di emozione e storia. Non è una semplice operazione di content marketing: qui non si vende, si prende posizione. E ogni parola conta.

Chi lavora nella comunicazione sa bene che ogni brand ha un tono di voce, dei valori dichiarati e un posizionamento preciso. Il rischio, quando si comunica in queste occasioni, è di forzare un messaggio solo perché “bisogna dire qualcosa”, scivolando nel didascalico o, peggio, nel vuoto cosmico del “post tanto per fare”.

Esempi che funzionano

  • Emergency – Da anni pubblica contenuti coerenti con la propria missione, in grado di collegare il valore della libertà con l’attualità. Le sue campagne sono sempre sobrie, ma potenti. Non cercano like facili, ma consapevolezza. Il linguaggio visivo è essenziale, i testi sono brevi ma densi di significato, e ogni pubblicazione mantiene salda l’identità del brand. Parlano di pace, diritti umani, dignità. E lo fanno con credibilità, perché sono temi che Emergency tratta ogni giorno, non solo nelle ricorrenze.
  • Treccani – Sfrutta queste date per fare divulgazione, creando post che valorizzano la memoria storica con un taglio educativo e rispettoso, perfettamente in linea con la sua identità. Ogni contenuto è un’occasione per approfondire il significato delle parole, delle ricorrenze, del contesto storico. Il tone of voice rimane autorevole ma accessibile, mai pomposo. È un esempio di come anche la cultura, quando comunicata bene, possa essere uno strumento potente per tenere viva la memoria collettiva.

Linee guida per una comunicazione rispettosa ed efficace

Chi lavora nel marketing, nel content strategy o nel social media management, deve tenere conto di alcuni punti fondamentali per evitare passi falsi:

  1. Coerenza con i valori del brand
    Non forzare un messaggio che non ti appartiene. Se il brand non ha mai preso posizione su temi sociali o civili, improvvisarsi solenni per un giorno solo può risultare falso. Il pubblico se ne accorge.
  2. Contesto
    Informati su cosa si sta commemorando e perché. L’ignoranza non è una buona scusa, e un post superficiale può generare backlash.
  3. Empatia e sobrietà
    Se decidi di pubblicare qualcosa, evita toni enfatici o autoreferenziali. Niente ironia fuori luogo: approcci leggeri o scherzosi possono risultare irrispettosi, anche se in buona fede.
  4. Ascolta prima di parlare
    Analizza il sentiment del pubblico, le conversazioni in corso, i commenti degli anni passati. Non è sempre necessario dire qualcosa: a volte il silenzio è più coerente e rispettoso.
  5. Evita la neutralità di facciata
    Un generico “Buon 25 aprile” su uno sfondo tricolore, postato da un account commerciale, può suonare vuoto e stonato. La grafica da sola non basta a comunicare valori profondi.
  6. Non “postare tanto per”
    Pubblicare solo per seguire il calendario editoriale, senza un vero significato, può trasformarsi in un boomerang comunicativo. Se il messaggio non aggiunge valore, meglio evitare.

Perché parlarne (o non parlarne) è una scelta strategica

Nessuno obbliga un brand a esporsi il 25 aprile. Ma ogni scelta (anche quella di tacere) comunica qualcosa. L’importante è che sia consapevole. Non si tratta di decidere solo se fare o non fare un post, ma di costruire una comunicazione che abbia senso, nel tempo e nello spazio.

Il calendario è pieno di giornate internazionali e ricorrenze civili. Non tutte sono adatte a ogni brand. Ma quando decidiamo di esserci, dobbiamo farlo con rispetto, intelligenza e visione strategica.

In fondo, anche il silenzio fa parte del tono di voce.