“Il mare è pieno di pesci”: così si dice a indicare abbondanza illimitata. La trave nel piatto è che di pesci a basso costo sono pieni i sushi bar mentre in mare stanno scomparendo. Già da anni Slow Food, in occasione di Slow Fish (manifestazione dedicata ai pescatori e al pesce che quest’anno si tiene a Genova dall’8 all’11 maggio) evidenziava che alcune riserve ittiche si sono ridotte di quasi il 75% dagli anni ’70. Secondo Poul Holm, professore di storia ambientale a Dublino, sulla base dell’analisi di 200 anni di dati di cattura, negli ultimi due secoli «abbiamo sostanzialmente sradicato nove decimi della biomassa dei grandi pesci e dei mammiferi marini».

Gli ecosistemi marini, oltre a fornire proteine per miliardi di persone ed essere fonte di reddito per le comunità costiere, generano anche metà dell’ossigeno disponibile.

Il Mediterraneo è il secondo mare più sfruttato al mondo con il 58% degli stock ittici sovrapescati. L’overfishing praticato da grandi imbarcazioni rende ancora più ardua la vita dei piccoli pescatori: eppure la piccola pesca nel Mediterraneo costituisce l’83% delle flotte totali, con circa 127 mila addetti.

Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia
L’articolo completo sarà disponibile dal pomeriggio di martedì 6 maggio