Mercato del lavoro e contrattazione collettiva nel nuovo rapporto CNEL - redigo.info

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L’Assemblea del CNEL ha approvato, in data 23 aprile 2025, il XXVI Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva.

Il documento parte dalle dinamiche del mercato del lavoro, occupandosi anche dei divari riguardanti l’occupazione giovanile e femminile, fino a toccare i temi della contrattazione collettiva, tra cui la copertura contrattuale e le pratiche di dumping contrattuale.

Crescita occupazionale

Con dati alla mano, il CNEL inizia la sua trattazione con la crescita occupazionale, che nel 2024 è aumentata del 1,5%; crescita dovuta anche al minor costo del lavoro rispetto agli altri fattori produttivi, come innovazione e beni energetici, e alla fragilità delle catene di approvvigionamento nella fase post pandemia Covid.

La quantità del lavoro però dovrebbe andare di pari passo con la qualità. Da segnalare, infatti, il divario occupazione che riguarda tanto i giovani tanto le donne.

Il tasso di occupazione resta, infatti, una delle principali criticità del mercato del lavoro nostrano sia in termini di inclusione sia in termini di produttività e competitività del sistema Paese.

Oltre alle dinamiche territoriali e di genere incidono anche le componenti demografiche, con una rilevante penalizzazione per i gruppi più vulnerabili della popolazione in età di lavoro e per le persone con disabilità e malattie croniche“, scrive il CNEL.

La questione salariale

Al di là del dibattito sul salario minimo orario, la contrattazione collettiva rappresenta l’elemento più importante attraverso cui operare per assicurare condizioni salariali più adeguate. Il lavoro del CNEL, allora, si inserisce in un contesto più ampio ovvero quello finalizzato a rafforzare la contrattazione facendola diventare strumento di regolazione del mercato del lavoro e di tutela dei diritti dei lavoratori, contrastando pratiche di dumping contrattuale che danneggiano sia i lavoratori sia le imprese che operano correttamente.

Dumping contrattuale

Il XXVI Rapporto CNEL sottolinea, proprio in tema di dumping, come associazioni sindacali e datoriali non si limitino alla sola moltiplicazione dei contratti, ma ricerchino pratiche sempre più sofisticate che possano aggirare le normative della giurisprudenza e dei contratti nazionali genuini giocando ad esempio sulle tabelle salariali, sulle misure normative ma anche su inquadramenti plurimi delle figure professionali ovvero sulla possibilità di sotto-inquadramento.

Il Rapporto conferma che il dumping contrattuale è radicato in specifiche aree geografiche e settori produttivi con particolare rilevanza nel terziario di mercato dove si registra una presenza di contratti collettivi in aperta competizione sleale con quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative.

Redazione redigo.info

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