Non solo luogo di accoglienza, ma anche spazio di incontro e di dialogo interculturale. Questa la finalità della Casa Regina Pacis, fortemente voluta dalla Diocesi di Lodi, che accoglie donne in difficoltà favorendone l’inclusione sociale.
Situata nel cuore della città, nel popolare quartiere Borgo, in via San Giacomo 15, la Casa offre una prima accoglienza temporanea a donne in stato di fragilità, aiutandole in un regolare inserimento nel territorio. Nata come opera di carità dell’Anno Giubilare 2000, recentemente ristrutturata, grazie al prezioso contributo dei fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, e inaugurata l’8 marzo 2024, la struttura offre un rifugio a donne provenienti da diverse parti del mondo.
L’8xmille che diventa accoglienza, dignità, futuro
Casa Regina Pacis è una delle opere al centro della nuova campagna di comunicazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica, on air dal 13 aprile, che ha l’obiettivo di mostrare il valore di una firma che si traduce in ospitalità, solidarietà e speranza.
Come accade a Lodi dove la struttura della Caritas diocesana rappresenta un porto sicuro per tutte quelle donne che, in fuga da situazioni difficili, cercano un luogo protetto dove poter ricominciare a immaginare un futuro.
“Qui, ogni donna accolta trova non solo un tetto e pasti caldi – spiega Luca Servidati, responsabile comunicazione della Caritas Lodi –ma anche un supporto concreto per ricostruire la propria esistenza attraverso percorsi formativi, assistenza psicologica, legale e sanitaria. Grazie alla significativa ristrutturazione, realizzata con il fondamentale contributo dell’8xmille alla Chiesa cattolica, i due piani superiori dell’edificio sono ora interamente dedicati all’accoglienza, con una cucina e un’area comune. Al piano terra, invece, sono stati allestiti locali per riunioni, un ufficio per richiedenti asilo, uno spazio per i volontari e un emporio solidale”.
L’obiettivo principale è quello di facilitare l’inserimento delle ragazze nel tessuto sociale lodigiano.
“Ogni donna che accogliamo porta con sé una storia unica– racconta Chiara Galmozzi, referente della Casa – Molte hanno dovuto lasciare la loro terra, la loro famiglia, affrontare viaggi lunghi e pericolosi. Qui non sono numeri, ma persone con un valore inestimabile, degne di essere ascoltate, accompagnate e sostenute nel riprogettare la propria vita. Le guidiamo per le pratiche burocratiche e per l’assistenza sanitaria. L’ospitalità dura in media due anni e quando escono di solito c’è una buona possibilità di collocazione”.
Le provenienze sono variegate: paesi dell’Est Europa, Asia, Africa e America Latina. Alcune arrivano direttamente dai centri per richiedenti asilo, altre vengono indirizzate da servizi sociali o associazioni del territorio. “In quest’opera lavorano tre operatrici e un gruppo di una decina di volontarie – aggiunge la referente – che a vario titolo intervengono nella quotidianità. In questi anni sono tantissime le storie che questi muri hanno custodito: decine di vite che qui si sono prima incrociate, poi incontrate, a volte scontrate e infine capite, scoperte, amate. Questo perché Casa Regina Pacis non è solo una casa, ma è uno spazio di scambio tra culture, un momento di dialogo tra religioni e tradizioni differenti”. Durante alcuni periodi intensi dell’anno, come la Quaresima, la struttura ospita giovani e gruppi di catechesi che condividono momenti di convivialità con le ospiti, promuovendo così una maggiore comprensione e integrazione.
Un’accoglienza attiva, che coniuga il sostegno materiale alla cura delle relazioni
La casa offre un accompagnamento nel cammino di inserimento grazie alla presenza di un’educatrice, una mediatrice culturale e un’operatrice sociale. “Regina Pacis è un luogo dove le ospiti possono finalmente sentirsi libere, accolte, comprese – sottolinea Magda Emmanuele, una delle operatrici – Far parte di questo progetto mi fa sentire privilegiata perché le persone che incontro ogni giorno mi portano una grande ricchezza”. Per le donne straniere è previsto un aiuto all’apprendimento dell’italiano e delle norme fondamentali per la convivenza. La Casa, però, apre le porte anche a ospiti italiane, donne adulte che vivono fasi delicate della propria vita. Come Sonia che si è trovataimprovvisamente senza una rete di supporto “Qui ho ritrovato la mia dignità. – spiega– È una piccola comunità che mi ha fatto sentire subito in famiglia”.
Casa Regina Pacis è lo specchio di un modello di accoglienza attiva, che coniuga il sostegno materiale alla cura delle relazioni, la sicurezza alla crescita personale, la protezione alla responsabilizzazione. “Dietro l’accoglienza femminile di Regina Pacis a Lodi, risplendono i valori più profondi del Vangelo, – conclude Servidati– incarnati in gesti di amore e solidarietà. Questo luogo è molto più di un rifugio temporaneo: è una casa che abbraccia con calore, dove ogni donna è riconosciuta come portatrice di una dignità inviolabile”.
Casa Regina Pacis è un punto di riferimento anche dopo il termine dell’esperienza, uno spazio ponte tra l’interno e l’esterno in cui si stimolano processi di inclusione e di crescita personale.
Il progetto è raccontato anche in un video emozionante, disponibile sia sul sito 8xmille.it che nel relativo canale YouTube 8xmille, che raccoglie le voci e i volti delle persone coinvolte.
L’8xmille: un moltiplicatore di risorse e servizi per il bene comune
La Chiesa cattolica non si limita all’assistenzialismo, ma promuove percorsi di crescita personale e reinserimento sociale. L’8xmille è, quindi, un vero e proprio moltiplicatore di risorse e servizi che ritornano sul territorio a beneficio di tutti.
“Firmare per la Chiesa cattolica – afferma il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – significa essere parte di un enorme circuito di solidarietà attraverso il quale è possibile portare aiuto a migliaia di persone, sia in Italia che nei Paesi più poveri del mondo. La Chiesa, infatti, è accogliente e aperta a tutti, non solo i credenti, e non lascia indietro nessuno: malati, disoccupati, anziani, giovani, donne sole e famiglie vulnerabili. In una sorta di welfare parallelo che offre però non solo sostegno materiale ma anche relazionale operando in sinergia con altre realtà del territorio per costruire reti di supporto integrate ed efficaci. Se non ci fosse la Chiesa e il lavoro straordinario svolto dalla macchina del volontariato ci sarebbe un vuoto enorme”.
Ogni anno migliaia di progetti. Le tre direttrici
Grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica, dal 1990, ogni anno vengono realizzati migliaia di progetti, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.
Nel 2024 sono stati assegnati oltre 275 milioni di euro per interventi caritativi (di cui 150 destinati alle diocesi per la carità, 45 ad esigenze di rilievo nazionale di cui circa la metà destinati a Caritas Italiana e 80 ad interventi a favore dei Paesi più poveri). Accanto a queste voci figurano 389 milioni di euro per il sostentamento degli oltre 32 mila sacerdoti che si spendono a favore delle comunità e che sono spesso i primi motori delle opere a sostegno dei più fragili. E oltre 246 milioni di euro per esigenze di culto e pastorale, voce che comprende anche gli interventi a tutela dei beni culturali ed ecclesiastici per continuare a tramandare arte e fede alle generazioni future oltreché rappresentare indirettamente un volano per l’indotto economico e turistico locale.
Una campagna multicanale per un messaggio di corresponsabilità
La campagna 8xmille CEI è ideata dall’agenzia VML, la regia è di Edoardo Lugari, le foto sono di Francesco Zizola e la casa di produzione è Casta Diva/Masi Film. Pianificata su tv e web con otto soggetti nei formati 20”, 15” e 6”, a seconda del canale e dei diversi target, la campagna si svilupperà anche su stampa, affissione, radio, display e video strategy.
Nel sito www.8xmille.it sono disponibili i filmati di approfondimento sulle singole opere, al centro della campagna, mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille, a livello nazionale e diocesano, nel segno della trasparenza.
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