I-Com: “Settore in espansione ma indispensabile completare il riordino normativo e fiscale”
- Negli ultimi 15 anni la crescita del settore dei giochi è stata significativa e ha garantito un aumento complessivo della raccolta, passando da circa €35 miliardi di euro nel 2006 a €150 miliardi nel 2023, pari al 7% del PIL nazionale.
- Dopo la contrazione durante il periodo pandemico, il gioco fisico è tornato a crescere con tassi significativi, e rappresenta oggi circa il 45% della raccolta totale.
- L’incertezza normativa continua a pesare sul settore, causando mancanza di garanzie per operatori e utenti. Per la prima volta il numero di sale con AWP legali è sceso sotto le 50.000 unità
- In assenza di un accordo tra lo Stato e le regioni, il 9 aprile scorso il Consiglio dei ministri ha approvato una proroga al 31 dicembre 2025 per l’attuazione della delega fiscale, posticipando così anche il completamento del riordino del settore del gioco, fondamentale per superare l’attuale frammentazione normativa e fiscale.
Roma, 21 maggio 2025 – Negli ultimi 15 anni la crescita del settore dei giochi è stata significativa e ha garantito un aumento complessivo della raccolta, passando da circa €35 miliardi di euro nel 2006 a €150 miliardi nel 2023, pari al 7% del PIL nazionale. Un importante contributo alla crescita è attribuibile al contrasto al gioco illegale, grazie ad una strategia mirata al mantenimento della distribuzione del gioco nei luoghi in cui era sempre stata, sotto la condizione, però, che i soggetti imprenditoriali coinvolti avessero i necessari requisiti di affidabilità.Dopo la contrazione dovuta alla pandemia, il gioco fisico ha ripreso a crescere con tassi rilevanti, arrivando a rappresentare circa il 45% della raccolta totale. Nonostante ciò, il perdurare dell’incertezza normativa continua a gravare sul settore, generando una carenza di certezze sia per gli operatori che per i consumatori. In assenza di un’intesa tra lo Stato e le regioni, il 9 aprile scorso il Consiglio dei ministri ha approvato una proroga al 31 dicembre 2025 per l’attuazione della delega fiscale posticipando così anche l’auspicato completamento del riordino del settore del gioco.
È quanto emerge dallo studio dal titolo “Aggiornamento sullo stato del riordino del gioco in denaro in Italia” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato oggi nel corso di un dibattito promosso insieme a International Game Technology (IGT), leader mondiale nel settore del gioco regolamentato e concessionario statale delle Lotterie in Italia. L’obiettivo dell’iniziativa organizzata dal think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli è stato quello di analizzare l’evoluzione del settore del gioco in Italia, con particolare attenzione a temi legati all’incertezza normativa e al rinvio del riordino del gioco fisico.
Il settore dei giochi in Italia è regolato da un quadro normativo complesso e frammentato, aggravato dall’assenza di un testo unico e da una struttura decisionale multilivello tra Stato, Regioni ed enti locali. Questa situazione ha portato a regolamentazioni difformi sul territorio, generando incertezza per gli operatori e contenziosi legali. Il riordino del settore, più volte annunciato e atteso, ha subito ulteriori rinvii, mentre gli interventi adottati finora non hanno ridotto né il gioco patologico né quello illegale. Resta quindi urgente un riassetto organico e uniforme per garantire certezza normativa e sostenibilità al comparto.
Le rilevazioni più recenti confermano la ripresa post-pandemica del settore dei giochi, soprattutto per quello fisico fortemente penalizzato nel 2020. Dopo il calo del 20% registrato durante la pandemia, il comparto ha mostrato una crescita annua a doppia cifra: +22% tra 2021 e 2022 e +10% tra 2022 e 2023, superando del 25% i livelli pre-Covid del 2019. Le stime per il 2024 e il 2025 indicano un’ulteriore espansione, con una raccolta attesa fino a 180 miliardi di euro.
Dal 2020 le forme di gioco fisico mostrano i tassi di crescita più alti: +43% su base annua, contro il +9% del gioco a distanza. Nel 2023, il gioco fisico ha raggiunto un valore stimato di 67,9 miliardi di euro, pari al 45% della raccolta totale.
Negli ultimi anni, nonostante i segnali di ripresa, il numero di esercizi di gioco fisico legalmente riconosciuti in Italia è drasticamente diminuito, passando da 130.000 sale AWP nel 2010 a meno di 50.000 nel 2024, con una riduzione del 63%. Questo calo è dovuto a fattori complessi come leggi più stringenti, incertezze normative e fiscali, e l’impatto della pandemia.
Il settore continua ad essere caratterizzato da una significativa frammentazione normativa con molte regioni e comuni che regolano autonomamente il gioco fisico. Nell’agosto 2023 è stato approvato un Disegno di legge per la riforma fiscale che conferisce al Governo la delega per riordinare le norme sui giochi pubblici. La normativa prevista mirava a riorganizzare sia il gioco fisico sia quello a distanza, a contrastare il gioco illegale, a tutelare i soggetti più vulnerabili e a migliorare la gestione fiscale con controlli più efficaci per prevenire fenomeni evasivi o elusivi. Inoltre, erano incluse misure per prevenire i disturbi da gioco d’azzardo e rafforzare la lotta contro il gioco illegale.
L’11 marzo 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva solo il decreto legislativo riguardante “Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza” (DL 25 marzo 2024, n. 41) entrato in vigore il 4 aprile 2024. Il decreto disciplina regole generali e principi, concessioni per i giochi a distanza, tutela dei giocatori e contrasto al gioco illegale, ma non affronta i principali nodi riguardanti la fiscalità.
Il 9 aprile 2025 il Consiglio dei ministri ha approvato un ddl che dispone la proroga della scadenza della delega fiscale al 31 dicembre 2025, termine entro cui il Governo può esercitare il potere di delega in materia di riforma del sistema fiscale e, di conseguenza, il termine per l’adozione dei decreti correttivi e integrativi al 31 dicembre 2027. Tale nuovo rinvio è stato reso necessario anche per dare più tempo ai tecnici del MEF e al gruppo di lavoro coordinato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, per portare a compimento le riforme previste, compreso il riordino del gioco fisico, visto anche il continuo allungamento dei tempi e le difficoltà nel trovare un testo finale di sintesi che metta d’accordo tutte le parti in causa. Tra i nodi da sciogliere, la riduzione del numero di punti vendita e degli apparecchi da gioco (con proposte di 55 mila punti vendita, 200 mila slot e 54 mila VLT), l’eventuale previsione di una distanza minima dai cosiddetti luoghi sensibili, la definizione puntuale di tali luoghi sensibili, la possibilità di prevedere per alcuni punti di vendita qualificati forme di certificazione, l’estensione delle fasce orarie per l’accesso al gioco ed infine, l’eventuale compartecipazione al gettito da parte degli Enti Locali. Da tale scenario complesso, e che vede il protagonismo di numerosi attori decisionali e normativi, emerge con chiarezza la necessità, non più rinviabile, di dare seguito al prezioso lavoro di interlocuzione e mediazione tra le parti avviato negli ultimi mesi, intensificando il confronto tra gli attori del settore e i vari livelli di governo (Stato, Regioni ed Enti locali). Solo con una maggiore chiarezza, e il raggiungimento di un quadro uniforme, definito e definitivo, sarà poi possibile assicurare condizioni che garantiscano prevedibilità e sicurezza per gli utenti e per tutti gli operatori.