L'insostenibile ebrezza dell'incomprensibile - Boomerang ADV

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22-05-2025

Di Gloria De Felice
(Managing partner, client director
Boomerang adv)

Il marketing delle supercazzole

E all’improvviso durante la riunione qualcuno se ne esce con: “Dobbiamo ottimizzare il workflow per massimizzare il lead nurturing nel customer journey” . Il cliente si guarda in giro smarrito, tutti nel dubbio annuiscono e l’equilibrio d’insieme comincia a perdersi.
Benvenuti nel magico mondo della supercazzola di marketing, dove l’inglese regna sovrano, il contenuto si annacqua e la comunicazione diventa un gioco di prestigio lessicale. Se la vostra strategia non è disruptive, se il vostro touchpoint non è game-changing, se il vostro mindset non è data-driven, siete fuori. Ma fuori da cosa? Nessuno lo sa con certezza.

È il marketing che autodistrugge sé stesso
Il problema non è il lessico tecnico in sé. Ogni settore ha il suo gergo, ed è normale che in pubblicità si parli di engagement, di conversion rate e di brand positioning. Il problema sorge quando il linguaggio non serve più a chiarire, ma a confondere. L’uso ossessivo di termini anglofoni e concetti nebulosi spesso non è sinonimo di competenza, ma di insicurezza travestita da autorevolezza.

La tecnica della fuffologia: darsi un tono con parole a caso
Ho letto post su Linkedin che voi umani non potete neanche immaginare. Ci sono professionisti del marketing che sembrano aver scambiato il dizionario per un’arma di distrazione di massa. Il loro obiettivo non è dire qualcosa, ma impressionare. Questo approccio, a volte consapevole, a volte inconscio, serve ad aumentare la propria competence perception (che in italiano si tradurrebbe con “far credere di saperne più di quello che si sa”).
Dopotutto, fa più effetto dire: “Con il mio team abbiamo ottimizzato il conversion funnel per aumentare la customer retention nel loyalty program” piuttosto che “Abbiamo fidelizzato i clienti”. Ma alla fine della fiera, il cliente vuole vendere di più e capire cosa gli state dicendo, non sentirsi parte di un seminario motivazionale in Silicon Valley.

Parla chiaro, come non hai fatto mai
Quando si lavora con e per le aziende, il vero segreto non è infilare un buzzword ogni tre parole, ma calibrare il linguaggio in base all’interlocutore. Il direttore finanziario di una PMI che produce bulloni non ha bisogno di un deep dive sul brand storytelling, ma di capire come aumentare le vendite.
Insomma, meno leveraging, meno game-changer approaches, meno synergy-driven solutions. E più idee chiare, più parole semplici, più azioni efficaci e tarate, che aiutino davvero le aziende a crescere invece di annegarle in un oceano di supercazzole. Come diceva Albert Einstein: “Se non lo sai spiegare in modo semplice, non l’hai capito abbastanza bene”. Io, nel dubbio, lo ascolterei. E lasciamo la fuffologia a chi non ha altro da vendere.

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Gloria De Felice ha conseguito la laurea in Scienze politiche con indirizzo sociologico, e seguito un master in marketing e comunicazione e uno in programmazione neurolinguistica.

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