Pregrafismo alla scuola dell’infanzia | Busy Bees

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Quale ruolo può assumere la scuola dell’infanzia nel processo di alfabetizzazione?

Diverse teorie e studi hanno cercato di delineare quale sia il momento e il modo migliore per insegnare a leggere e a scrivere. I bambini, infatti, sempre più precocemente mostrano interesse per momenti di lettura e scrittura, osservano i testi e le scritte che li circondano e si pongono domande sul funzionamento della lingua scritta. Per questo motivo nella scuola dell’infanzia non avrebbe senso tenere i bambini asetticamente lontani dalla scrittura, né procedere con un insegnamento formale attraverso metodi e schede di pregrafismo. Meglio, invece, offrire situazioni di apprendimento collaborativo, mediate dall’adulto, in cui i bambini e le bambine sono chiamati a riflettere sulla lingua, a negoziare significati, a risolvere problemi confrontandosi con una varietà di testi.

Cosa si intende per pregrafismo?

Come suggerito dalla parola stessa, è la condizione che viene “prima della grafia” e riguarda le competenze che precedono l’apprendimento della scrittura. Infatti, prima che un bambino impari a scrivere in maniera fluida durante la scuola primaria, è necessario che nei primi anni della sua crescita maturi diverse competenze che non riguardano solo la capacità di riconoscere o tracciare le lettere dell’alfabeto, ma interessano varie aree del suo sviluppo.

Nel gesto grafico della scrittura sono infatti coinvolte:

  • l’abilità motoria, intesa come la capacità del bambino di afferrare ed eseguire percorsi motori strutturati;
  • la capacità linguistica, ovvero comprendere e produrre il linguaggio;
  • l’elaborazione degli stimoli sensoriali e spaziali;
  • la memoria processuale;
  • l’attenzione sul compito;
  • la coordinazione visuo-motoria;
  • le prassie, cioè l’elaborazione del programma motorio per lo svolgimento di un gesto accurato.

Sarà quindi fondamentale che le proposte educative e di attività nella fase di pregrafismo vadano a stimolare queste aree, sia singolarmente sia in sinergia. Allenare questi prerequisiti necessari all’apprendimento della scrittura dovrebbe essere proprio lo scopo di tutte le attività che precedono la scrittura.

La scrittura diventa quindi il punto d’arrivo dell’apprendimento, che non può essere considerata come una conoscenza a sé stante, disgiunta, ma è parte di un processo che prende l’avvio già alla scuola dell’infanzia e continua a svilupparsi nei primi anni della scuola primaria, con il grafismo: l’acquisizione delle regole di ortografia, grammatica e in seguito anche di sintassi, insieme al perfezionamento di aspetti legati alla motricità fine, al coordinamento oculo-manuale, alla postura e all’impugnatura dello strumento scrittorio.

L’evoluzione delle competenze grafiche

La scrittura è quindi l’ultimo passaggio di un lento e graduale sviluppo che dallo scarabocchio, che compare già nell’età del nido, passa attraverso il disegno.

A tre anni il bambino riesce a controllare il suo movimento che acquista una valenza intenzionale. Se prima produceva gli scarabocchi solo per il semplice desiderio, ora li produce con lo scopo di manifestare la sua personalità e per comunicare con l’adulto.

Man mano che il bambino prende confidenza nel tener in mano lo strumento grafico cambia l’impugnatura e diventa di tipo digitale, visto che tende a usare le dita in modo differente e inizia ad opporre al pollice l’indice e il medio.

Questo nuovo tipo di prensione che coinvolge oltre alle dita anche le articolazioni e il movimento del polso, favorisce l’esecuzione di segni grafici più minuziosi e più piccoli rispetto a quelli che il bambino produceva prima. Fra i tre e i quattro anni il bambino realizza dei disegni che costituiscono dei veri e propri esercizi percettivi-motori che lo aiutano a sviluppare sempre di più la coordinazione, a migliorare la conoscenza della realtà che lo circonda e quegli automatismi visivi che lo aiutano a riprodurre ciò che vede all’interno del disegno. Il piccolo impara a gestire meglio lo spazio del foglio che è ora utilizzato in modo prossimale e non più esteso su un’ampia superficie proprio perché i movimenti delle dita della mano tendono a diversificarsi, permettendo una minuziosità del tracciato che consente di rendere più visualizzabili le figure che realizza.

In seguito, il bambino riesce a capire che il disegno e le lettere sono due cose diverse e tende a cambiare i tratti quando vuole scrivere qualcosa. In questa fase la rappresentazione grafica è molto importante per il bambino perché lo introdurrà all’acquisizione involontaria del gesto grafico della scrittura, soprattutto per quanto riguarda la progressione graduale del gesto dal grande al piccolo.

Come supportare il bambino in questo percorso evolutivo

Gli adulti spesso sono portati a pensare che per imparare a scrivere sia necessario far esercitare i bambini nella scrittura di numeri e lettere dell’alfabeto già durante la scuola dell’infanzia, in realtà è importante far fare esperienze che permettano al bambino di sperimentare i prerequisiti della scrittura giocando e divertendosi.

Se pensiamo, ad esempio, alla capacità motoria e alle prassie, sarà importante che i bambini sperimentino il “movimento finalizzato”, sia da un punto di vista motorio: fare percorsi, arrampicarsi sugli alberi, camminare su tronchi; sia per quanto riguarda la coordinazione occhio-mano: utilizzare le proprie mani per manipolare, costruire, impastare, allenare la prensione, la forza anche attraverso l’utilizzo di materiali plastici e di diversi strumenti per dipingere e colorare.

È importante che il bambino sperimenti sia il disegno libero sia quello su copia. Copiare le immagini permette di allenare la capacità di riprodurre un modello nello spazio del foglio, rispettando le dimensioni e le proporzioni originali, mentre nel disegno spontaneo hanno un ruolo importante le abilità immaginative. Non dimentichiamoci poi che il gioco libero, spontaneo, cioè quello che il bambino sperimenta quando può scegliere cosa fare senza una guida specifica o troppe limitazioni alle sue attività, è spesso il modo migliore per “allenare” il proprio corpo a utilizzare quelle abilità di base che saranno necessarie anche per l’apprendimento della scrittura, come ad esempio la capacità di padroneggiare il proprio corpo nello spazio, inibire, quando serve, alcune funzioni motorie per attivarne altre, utilizzare con consapevolezza la destra e la sinistra e così via.

Le attività proposte dovranno quindi assecondare i desideri, le capacità e le attitudini dei bambini sviluppando al contempo nuovi modi di apprendere sostenuti dal pensiero divergente. L’aspetto divergente e il piacere del fare sosterranno e favoriranno la motivazione ad apprendere, sapendo cogliere con curiosità stimoli, opportunità e occasioni per imparare.

BIBLIOGRAFIA:

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