Interessi e sanzioni: i nuovi importi in vigore da giugno 2025 - redigo.info

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Con la circolare n. 100 del 10 giugno 2025, l’INPS ha annunciato l’aggiornamento, con effetto dall11 giugno 2025, degli importi dovuti dai contribuenti a titolo di interessi e sanzioni relativi al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Tale aggiornamento si è reso necessario a seguito della recente decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di ridurre il tasso di interesse di riferimento dell’Eurosistema.

La BCE ha infatti abbassato di 25 punti base il tasso di interesse applicato alle operazioni di rifinanziamento principali, conosciuto anche come Tasso Ufficiale di Riferimento (TUR), fissandolo al 2,15% con decorrenza dal 5 febbraio 2025. L’INPS, recependo tale modifica, ha adeguato di conseguenza le misure relative agli interessi di dilazione, agli interessi per il differimento dei versamenti contributivi e alle sanzioni civili previste per i pagamenti omessi o effettuati in ritardo.

Interessi di dilazione e di differimento

A partire dall’11 giugno 2025, le richieste di rateizzazione dei debito contributivi, comprensivi delle sanzioni civili, saranno soggette a un tasso di interesse di dilazione pari all’8,15% annuo.

Lo stesso tasso sarà applicato anche ai versamenti autorizzati in differimento, ovvero nei caso in cui il contribuente ottenga la possibilità di posticipare il pagamento dei contributi. Tale tasso sarà applicato a decorrere dalla contribuzione relativa al mese di maggio 2025.

Sanzioni civili

In caso di mancato o tardivo pagamento di contributi o premi assicurativi, si applica una sanzione civile calcolata su base annua pari al 7,65%. Questo valore deriva dalla somma del TUR (2,15%) e di una maggiorazione fissa di 5,5 punti percentuali, come stabilito dalle disposizioni normative in vigore.

Queste modifiche rientrano nel meccanismo di adeguamento automatico previsto dalla normativa, che tiene conto delle variazioni dei tassi di interesse stabiliti dalle autorità monetarie europee. L’obiettivo è quello di mantenere una coerenza tra i tassi applicati ai contribuenti e l’evoluzione del contesto economico, garantendo allo stesso tempo l’equilibrio del sistema previdenziale e la correttezza dei versamenti.

Redazione redigo.info

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