FIP gatto: cos'è, sintomi e cura spiegati con chiarezza

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Quando arriva una diagnosi di FIP gatto, il primo sentimento è di puro smarrimento, perché la perdita di un animale domestico può essere davvero difficile da sopportare. Per anni questa malattia è stata considerata una condanna definitiva, soprattutto nei nostri amici felini più giovani o particolarmente deboli.

Oggi, grazie ai progressi della ricerca, esiste una terapia efficace in molti Paesi del mondo. Purtroppo, però, in Italia quel trattamento non è ancora stato approvato ed è già pronta un’interrogazione parlamentare affinché questa terapia sia disponibile anche nelle nostre farmacie.

In questo articolo, cercheremo di fare chiarezza su cos’è la FIP felina, come si sviluppa e come si cura, ma soprattutto capiremo perché la sua gestione nel nostro Paese è ancora tanto complessa.

Che cos’è la FIP del gatto?

La FIP, o Peritonite Infettiva Felina, è una malattia grave provocata da una mutazione del Coronavirus felino (FCoV), un virus estremamente diffuso tra i gatti, in particolare nei contesti in cui vivono molti animali tutti insieme, come allevamenti, gattili, colonie feline o famiglie con un secondo gatto in casa.

Nella maggior parte dei casi, il virus è quasi sempre innocuo o può causare solo lievi disturbi intestinali, che a volte non vengono nemmeno percepiti. Come altre gravi malattie virali feline, come la FIV e la FeLV, anche la FIP colpisce soprattutto i gatti con un sistema immunitario indebolito o già compromesso, invadendo l’organismo e provocando danni molto gravi, in particolare agli organi interni.

Il contagio avviene generalmente attraverso l’ingestione del virus presente nelle feci di altri gatti infetti. L’animale può ammalarsi condividendo la lettiera e le ciotole o semplicemente facendo la normale toelettatura dopo essere entrato in contatto con ambienti contaminati.

In questa fase il Coronavirus gatto non è ancora pericoloso e la maggior parte dei gatti riesce a conviverci senza sviluppare sintomi. In alcuni soggetti predisposti, però, il virus muta. Al momento, non è ancora del tutto chiaro cosa scateni questa trasformazione, ma si ritiene che un gatto stressato, un sistema immunitario indebolito o fattori genetici possano avere un ruolo determinante.

Anche se la FIP malattia gatto è causata da un virus e non da parassiti, è importante mantenere il gatto protetto con antiparassitari per gatti. Questi prodotti non hanno effetto diretto contro la FIP, ma aiutano a preservare la salute generale dell’animale, prevenendo infestazioni che possono indebolire ulteriormente il sistema immunitario. In un gatto già predisposto o fragile, ogni stress aggiuntivo può favorire l’attivazione di malattie latenti; perciò, la prevenzione resta una parte fondamentale della cura quotidiana.

FIP gatto sintomi

Inizialmente, i segnali della peritonite gatti non sono sempre evidenti, soprattutto nelle prime fasi. La FIP malattia gatti può causare febbre che non risponde agli antibiotici, perdita di peso rapida, stanchezza e inappetenza.

Una volta mutato, il virus infetta le cellule del sistema immunitario e si diffonde in tutto il corpo. A quel punto è il sistema immunitario stesso, cercando di combattere l’infezione da FIP, a scatenare un’infiammazione cronica che danneggia gli organi interni. È in questa fase che compare la FIP vera e propria.

La Peritonite Infettiva Felina può presentarsi in due varianti principali:

  • La forma umida è la più comune e si manifesta con un accumulo di liquidi nella cavità addominale o toracica. Questo provoca gonfiore addominale o difficoltà respiratorie, spesso accompagnati da febbre persistente e apatia.
  • La forma secca, invece, è più subdola. Non prevede la formazione di liquidi, ma coinvolge diversi organi interni e può colpire anche il sistema nervoso o gli occhi, causando disturbi neurologici, infiammazioni oculari, tremori e perdita di equilibrio.

La diagnosi della FIP nel gatto non è semplice e richiede esami specifici, tra cui analisi del sangue, ecografie, test PCR e, quando possibile, l’analisi del liquido addominale o toracico.

La cura esiste, ma non è disponibile in Italia

Fino a pochi anni fa, questa malattia non lasciava scampo, ma oggi molti casi di FIP nei gatti sono trattabili grazie a farmaci innovativi. In particolare, il GS-441524 è oggi considerato uno dei trattamenti più efficaci contro la peritonite infettiva felina, meglio nota come FIP gatto.

La molecola antivirale GS-441524, se somministrata quotidianamente per via orale o tramite iniezione, può prolungare laspettativa di vita del gatto. I dati clinici indicano tassi di guarigione superiori all’80%, a condizione che si inizi la terapia il prima possibile e venga portata avanti per almeno dodici settimane.

Il farmaco è oggi legale e disponibile in diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Canada e Australia. È considerato sicuro, ben tollerato e altamente efficace. Purtroppo, in Italia non è ancora stato autorizzato né registrato per l’uso veterinario. Questo significa che i veterinari non possono prescriverlo, importarlo o somministrarlo.

La conseguenza più immediata è che molti proprietari decidono di acquistare il GS-441524 online, rivolgendosi a fornitori esteri o a gruppi internazionali di supporto. Questa situazione ha sollevato molte perplessità, anche tra i professionisti del settore, perché espone animali e proprietari a numerosi rischi, in un quadro normativo ancora poco chiaro.

Nel 2024 è stata presentata un’interrogazione parlamentare per chiedere l’approvazione ufficiale della molecola anche in Italia. L’obiettivo è offrire un’alternativa concreta e sicura a chi si trova ad affrontare questa malattia, consentendo ai veterinari di operare nella piena legalità. Al momento, tuttavia, la risposta ufficiale non è ancora arrivata.

Quanto costa curare la FIP e cosa sapere sull’assicurazione

Affrontare la FIP del gatto comporta non solo un impegno emotivo, ma anche un investimento economico significativo. La durata del trattamento, la forma della malattia, il peso dell’animale e la necessità di controlli veterinari frequenti influenzano notevolmente le spese complessive. Inoltre, il costo del farmaco può variare a seconda del fornitore e del tipo di somministrazione scelta.

A tutto questo si aggiungono i costi legati a esami diagnostici, visite di controllo, farmaci di supporto e, in alcuni casi, ricoveri temporanei. Per molti proprietari si tratta di una scelta difficile, che richiede organizzazione e una rete di supporto affidabile.

Una domanda frequente riguarda la possibilità di ottenere un rimborso attraverso un’assicurazione cane e gatto. La risposta dipende dalla compagnia e dal piano assicurativo sottoscritto. In genere, le polizze rimborsano le spese legate a cure veterinarie prescritte in modo conforme alla normativa italiana. Questo significa che, non essendo il farmaco GS-441524 ancora approvato nel nostro Paese, molte assicurazioni potrebbero non riconoscere questa terapia come rimborsabile.

In alcuni casi, però, è possibile ottenere un indennizzo, almeno parziale, delle spese sostenute per visite, analisi o altri interventi sanitari. Per questo è sempre consigliabile leggere attentamente le condizioni della polizza e contattare direttamente la compagnia per chiarire ogni dubbio prima di iniziare un percorso terapeutico.

Una malattia che oggi si può affrontare

La FIP nel gatto, fino a pochi anni fa considerata una condanna, oggi può essere affrontata con speranza. Grazie a un farmaco che ha già dimostrato di salvare vite, migliaia di gatti nel mondo sono guariti e tornati a vivere una vita sana e serena. Tuttavia, l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi, e questo crea una situazione difficile per chi cerca di aiutare il proprio animale con tutti i mezzi possibili.

Riconoscere il diritto alla cura, garantire un accesso sicuro ai trattamenti e aggiornare la normativa italiana è una questione fondamentale per tutti. La scienza ha fatto la sua parte. Ora tocca alle istituzioni fare la propria.

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Recapiti
Loredana Verga