Pil in ripresa consumi fermi | Congiuntura Confcommercio - Format Research

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Tra aprile e giugno il Pil italiano cresce dello 0,4% congiunturale, sostenuto dai buoni dati di aprile. Stabile l’inflazione sotto il 2%, segnali positivi da produzione e occupazione. Confcommercio: “L’incertezza sugli sviluppi futuri del contesto internazionale potrebbe frenare il recupero della fiducia”.

Nonostante un contesto internazionale ancora segnato da incertezza e tensioni geopolitiche, l’economia italiana continua a mostrare segnali di resilienza anche nel secondo trimestre del 2025. Secondo le stime della Congiuntura Confcommercio (link al documento integrale) a maggio e giugno il PIL crescerebbe su base congiunturale dello 0,1%  valori che porterebbero, nel mese in corso, la variazione su base annua allo 0,8%. “Nella media del secondo trimestre – ha detto il direttore dell’Ufficio Studi Mariano Bella – la nostra stima è di una crescita dello 0,4% congiunturale, andamento su cui hanno inciso i buoni risultati di aprile, e dello 0,9% tendenziale. Queste stime sono coerenti con la possibilità di realizzare, in assenza di particolari shock, una crescita nell’intero 2025 prossima allo 0,8%”.

Inversione di tendenza nei livelli di fiducia di famiglie e imprese

L’elemento forse più significativo è l’inversione di tendenza nei livelli di fiducia di famiglie e imprese, con un recupero netto nel mese di maggio. Pur restando inferiori rispetto ai livelli medi del 2024, secondo le rilevazioni Confcommercio-Censis, le oscillazioni recenti offrono indicazioni incoraggianti in chiave congiunturale.

A sostenere il quadro macroeconomico contribuisce anche il raffreddamento dell’inflazione, che si mantiene stabilmente al di sotto del 2%. Le stime per giugno indicano una variazione dei prezzi al consumo dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% su base annua. Una dinamica che ha favorito il cambio di passo della BCE, che ha riportato i tassi ai livelli di fine 2022, orientandosi verso una politica monetaria meno restrittiva.

Secondo Bella, “l’incertezza sugli sviluppi futuri del contesto internazionale potrebbe frenare il recupero della fiducia, uno degli elementi portanti per il miglioramento degli investimenti e dei consumi nella seconda parte dell’anno”.

Proprio i consumi interni rappresentano il nodo ancora irrisolto della ripresa. Nonostante la crescita dell’occupazione e il miglioramento del reddito disponibile, la propensione alla spesa delle famiglie italiane continua a restare debole. L’indicatore ICC (Indicatore dei Consumi Confcommercio) ha mostrato a maggio una variazione nulla su base annua, dopo un modesto rimbalzo ad aprile. Il dato è frutto di una leggera crescita nei servizi (+0,4%) compensata da un calo nei beni (-0,3%), confermando una dinamica che vede la domanda spostarsi sempre più verso il terziario. Particolarmente in sofferenza risultano i beni tradizionali, come alimentari, abbigliamento, calzature, mobili e autovetture.

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redazione