Lo scorso 24 giugno, presso la sede dell’Ambasciata d’Italia a Madrid, si è tenuto l’evento di presentazione della seconda edizione del Barometro sul clima e le prospettive degli investimenti italiani in Spagna, uno studio elaborato dalla Camera di Commercio e Industria Italiana in Spagna (CCIS) con la collaborazione di Analistas Financieros Internacionales (Afi) e sotto l’egida dell’Ambasciata d’Italia a Madrid.
L’evento, presentato dalla giornalista Laila Jiménez, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle principali aziende italiane presenti nel Paese e di rappresentanti di istituzioni italiane e locali. In particolare, va segnalata la presenza dell’Ambasciatore d’Italia, Giuseppe Buccino Grimaldi, del Presidente della CCIS, Marco Pizzi, della Segretaria di Stato al Commercio, Amparo López Senovilla, e della Segretaria di Stato per l’Iberoamica e Caraibi e lo Spagnolo nel Mondo, Susana Sumelzo.
I dati principali del Barometro sono stati presentati da María Romero, socia direttrice di Afi, che ha evidenziato i dati principali delle diverse aree oggetto dello studio (contesto macroeconomico, stock e flussi di investimento italiano in Spagna, settori di investimento, effetti dell’investimento sull’occupazione), per poi passare alla presentazione dei risultati dell’indagine condotta su un campione significativo di aziende italiane presenti nel Paese, che sono serviti ad analizzare il clima imprenditoriale in Spagna e le prospettive e i fattori chiave dell’attività economica per il 2025.
È seguita una tavola rotonda dal titolo “Obiettivo Spagna. Opportunità e sfide per le imprese italiane”, alla quale hanno partecipato dirigenti di importanti aziende protagoniste di significativi investimenti in Spagna negli ultimi anni. In particolare, erano presenti José Bogas, CEO di Endesa, Antonella Sottero, CEO di Ferrero Ibérica, Roberto Mengucci, CEO Executive Advisor di Mundys e Álvaro Acebrón, CEO Italfarmaco España e Vicepresidente Mundiale di Italfarmaco Group. La tavola rotonda è stata l’occasione per approfondire temi di attualità come la sostenibilità e l’occupazione, nonché l’importanza strategica del mercato spagnolo per le grandi aziende rappresentate.
I dati più rilevanti del II Barometro sul clima e le prospettive degli investimenti italiani in Spagna
Il rapporto presentato a Madrid, elaborato sulla base di sondaggi condotti nel primo trimestre dell’anno su oltre cinquanta aziende, evidenzia che la Spagna è un mercato strategico per il 95% delle aziende italiane intervistate, con un aumento di 5 punti rispetto all’anno precedente.
Per la maggior parte delle aziende italiane, la Spagna non rappresenta solo una destinazione attraente per gli investimenti, ma anche una via d’accesso a mercati terzi. Il 71% delle aziende ritiene che il Paese iberico costituisca una piattaforma privilegiata per accedere a regioni come l’America Latina, il Portogallo o il Nord Africa. Oltre a questo vantaggio strategico, il 57% degli intervistati sottolinea il solido rapporto commerciale che la propria casa madre italiana intrattiene con il mercato spagnolo.
Per quanto riguarda il clima imprenditoriale esistente nel mercato nazionale, il 78% delle aziende valuta positivamente questo contesto. Su una scala da 1 a 5, assegnano alla Spagna un punteggio medio di 3,2, che rappresenta un decimo in più rispetto al sondaggio dell’anno precedente e dimostra una certa stabilità in questo ecosistema imprenditoriale. Infatti, il 59% ritiene che non ci siano stati cambiamenti nel clima imprenditoriale in Spagna (3 punti in più rispetto al 2024) e il 22% ritiene che si sia rafforzato. Un consolidamento che può essere collegato al miglioramento di diversi fattori registrato nell’ultimo anno, come il rischio politico.
Nella valutazione del clima imprenditoriale, la “qualità della vita” in Spagna si posiziona per il secondo anno consecutivo come l’aspetto più apprezzato con 4,2 punti su 5, davanti all’“integrazione degli espatriati” (3,9 punti). Al contrario, la “pressione fiscale” (2 punti) e il “sostegno pubblico alla R&S&I” (2,5 punti) si collocano come le aree peggio valutate.
Miglioramento delle previsioni
Per il 2025, le aziende italiane migliorano le loro prospettive di crescita in Spagna nonostante il complesso contesto geopolitico. Il 71% delle aziende prevede di aumentare i propri investimenti in questo mercato nel corso dell’anno, una percentuale che era del 49,1% l’anno precedente. Allo stesso modo, l’80% delle aziende intervistate (15 punti in più rispetto al 2024) confida di aumentare il proprio fatturato nel corso dell’esercizio e il 53% (10 punti in più rispetto al 2024) prevede di ampliare il proprio organico in Spagna. Solo il 2% delle aziende italiane ritiene che ridurrà il proprio personale quest’anno.
Quasi la metà delle aziende intervistate (il 46%) ritiene che questo miglioramento delle prospettive di investimento sia strettamente legato al fatto che l’Italia e la Spagna condividono interessi comuni all’interno dell’UE.
Tuttavia, il rapporto mette in guardia dal rischio per gli investimenti rappresentato dall’aumento delle tensioni geopolitiche. Il 50% degli intervistati considera questo fattore come la principale minaccia per la propria attività in Spagna.
Un altro fattore di incertezza è rappresentato dai cambiamenti legislativi in materia di lavoro. Il 41,4% delle aziende italiane identifica la regolamentazione del mercato del lavoro in Spagna come il fenomeno che potrebbe avere il maggiore impatto sulla propria attività. Le recenti riforme (come il rafforzamento dei contratti a tempo indeterminato e le modifiche ai modelli di subappalto), nonché il dibattito sulla riduzione dell’orario di lavoro, che incidono sulle politiche di assunzione delle imprese, potrebbero essere alla base di questa percezione delle imprese sul quadro lavorativo spagnolo.
Ingegneria civile, commercio e alimentazione
Gli investimenti delle imprese italiane in Spagna sono rimasti solidi nonostante l’incertezza globale. I flussi di investimenti diretti esteri (IDE) provenienti dall’Italia hanno raggiunto i 987 milioni di euro nel 2024, più del triplo rispetto al totale dell’anno precedente.
Per settori, spicca quello dell’ingegneria civile, che ha ricevuto 404 milioni di euro (41% del totale), segnando un record storico. Seguono il settore del commercio all’ingrosso e dell’intermediazione commerciale (esclusi i veicoli a motore) con 133 milioni (13,5% del totale) e l’industria alimentare con 84,5 milioni (8,5% del totale). A livello regionale, la Comunità di Madrid (con 637 milioni di euro, pari al 64,6% del totale nazionale), la Catalogna (128 milioni) e i Paesi Baschi (54 milioni di euro) sono state le regioni che hanno ricevuto maggiori investimenti.
Per quanto riguarda l’impatto sull’occupazione degli IDE provenienti dall’Italia, si stima che abbiano contribuito a creare e mantenere oltre 107.400 posti di lavoro a tempo pieno nel mercato spagnolo nel 2023 (ultimo dato disponibile). Di questi, circa 65.000 sono considerati posti di lavoro diretti, ai quali si aggiungono altri 42.400 posti di lavoro indiretti.
Il contributo delle imprese italiane al mercato del lavoro nazionale nel 2023 è stato superiore del 2,9% rispetto a quello registrato nel 2022, nonostante la riduzione (-10,7%) dello stock annuale di IDE italiane in Spagna (fino a 46.542 milioni di euro).
Al seguente link è possibile scaricare la pubblicazione completa: II Barometro degli investimenti italiani in Spagna