Un miliardo di credito per la competitività | Confcommercio Bergamo e Intesa Sanpaolo - Format Research

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

 27 giugno 2025

UN MILIARDO DI CREDITO PER LA COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE COMMERCIALI LOMBARDE – CONDIZIONI AGEVOLATE SU MICROPAGAMENTI POS

Il Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Bergamo, Giovanni Zambonelli, e il Direttore Regionale Lombardia Nord della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Daniele Pastore, hanno siglato un accordo che mette a disposizione delle imprese lombarde associate un miliardo di nuovo credito, per finanziamenti a favore della competitività e delle transizioni e prevede commissioni agevolate per l’intero 2025 sui pagamenti POS, per accrescerne la competitività e favorire la nascita di nuove attività commerciali.

L’accordo territoriale siglato oggi rientra nell’ambito di quello nazionale tra Confcommercio-Imprese per l’Italia e Intesa Sanpaolo annunciato lo scorso febbraio dal Presidente di Confcommercio-Imprese per l’ItaliaCarlo Sangalli e il Responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo Stefano Barrese e rinnova la partnership che da circa un decennio si prefigge l’obiettivo di accompagnare le piccole e microimprese del settore in programmi di crescita e di rafforzamento. Nel periodo 2020-2024, infatti, Intesa Sanpaolo ha erogato circa 18 miliardi di euro alle aziende del commercio al dettaglio e all’ingrosso italiane.

Azzeramento delle commissioni sui micropagamenti Pos

L’iniziativa si rivolge alle imprese associate a Confcommercio con soluzioni finanziarie e condizioni dedicate, servizi di consulenza e iniziative congiunte sul territorio e, in particolare, si caratterizza per l’azzeramento delle commissioni sui micropagamenti Pos, una misura di grande attenzione verso gli esercenti che la Banca aveva già attivato nel 2022 e che oggi conferma per l’intero 2025 rispondendo così a una esigenza manifestata a più riprese soprattutto dalle realtà commerciali più piccole, con l’obiettivo di favorire la diffusione dei pagamenti digitali.

Viene inoltre agevolato l’accesso al credito delle imprese di minori dimensioni grazie a soluzioni completamente digitali: i finanziamenti a breve termine saranno direttamente accessibili dal canale internet dedicato – sia in fase di domanda che in fase di perfezionamento – con la possibilità di mantenere la consulenza del proprio gestore bancario e potendo al contempo amministrare l’operatività dalla propria azienda. …

Commercio: lo scenario e le dinamiche lombarde

A cura del Research Department Intesa Sanpaolo [1]

In Lombardia operano 156.000 imprese commerciali (18% del totale regionale; 15,1% del dato nazionale) e lavorano circa 771.000 addetti (17,3% del totale regionale; 22,4% del settore in Italia). Le province con il maggior numero di occupati sono Milano (410.421), Monza Brianza (68.694), Brescia (66.461), Bergamo (62.180), Varese (36.662) e Como (33.140). Il commercio regionale ha prodotto oltre 52,2 miliardi di valore aggiunto (13,5% del valore aggiunto regionale; 25,1% di quello nazionale).

Ruolo rilevante delle microimprese

Assumono un ruolo rilevante le microimprese (meno di 10 addetti) che rappresentano in Italia il 96% delle imprese e impiegano il 53,9 % degli addetti, salendo al 99,6% e al 72,8% se si includono le piccole imprese (10-49 addetti). Le medie e grandi imprese, pur costituendo solo lo 0,4% del totale, assorbono il 27,2% degli occupati e generano il 43,1% del valore aggiunto, grazie alla maggiore produttività e propensione agli investimenti. In Lombardia le microimprese impiegano il 36,6% degli addetti del commercio (-17,3% rispetto alla media italiana), con una forte variabilità provinciale (dal 75,4% di Pavia al 23,1% di Milano, passando per il 49,5% di Bergamo). Le imprese medie e grandi assorbono il 46,3% degli addetti, pur restando sotto lo 0,8% del totale in termini di numerosità.

Dopo la pandemia

Dopo il crollo del 2020 causato dalla pandemia, il commercio ha recuperato i livelli pre-pandemici. In particolare, nel 2024 il valore aggiunto del commercio a prezzi costanti è risultato superiore del 6,9% rispetto al 2019, nonostante il lieve rallentamento registrato nel biennio 2023-2024, causato dall’elevata inflazione che ha eroso potere d’acquisto e frenato i consumi delle famiglie. Il rientro dell’inflazione in corso e la contemporanea tenuta del mercato del lavoro dovrebbero favorire una ripresa dei consumi nel corso del 2025, con ricadute positive sull’evoluzione della domanda rivolta al settore del commercio. Il quadro resta comunque eterogeneo, con una migliore dinamica attesa per la distribuzione di prodotti alimentari e farmaci.

Tra il 2016 e il 2022, le imprese italiane del commercio hanno registrato un aumento degli investimenti del 13,2%, con progressi significativi per software e basi dati, R&S, apparecchiature ICT e impianti e macchinari. Tuttavia, solo il 37,4% delle aziende con almeno tre addetti ha avviato attività di innovazione nel biennio 2021-2022 (65% nelle medie imprese; 76% nelle grandi), mentre se si considera l’adozione di azioni per migliorare la sostenibilità ambientale il dato complessivo di settore si ferma al 37,2%, mentre quello delle grandi sfiora il 70%.

[1] I numeri riportati in questo documento provengono dalle statistiche Istat: Conti economici nazionali, Censimento permanente delle imprese e Conti economici delle imprese.

Un miliardo di credito per la competitività (Foto)

Recapiti
redazione