7 Luglio 2025
Vendere se stessi o costruire relazioni con gli altri? È l’intenzione e la prospettiva della comunicazione che scegliamo a dividere il marketing - e in particolare l’influencer marketing - dal personal branding: comunicare noi stessi, nel primo caso; comunicare con gli altri nel secondo.
Perché è questo il personal branding: unire la propria storia a quella degli altri, cercare l’ascolto più che l’applauso. Posizionare i propri valori, piuttosto che il proprio prodotto.
Riccardo Scandellari, consulente di marketing, branding e comunicazione, ospite del nostro Caffè Digitale, traccia l’evoluzione di questo settore, gli errori da non commettere e la via che porta all’autenticità come marchio riconoscibile di chi siamo.
L'evoluzione del personal branding
Nel 1999 chi si avventurava a cercare su Wikipedia l’espressione “personal branding” non trovata molte fonti e informazioni a riguardo. La prima scossa è arrivata da Tom Peters, consulente in management di fama mondiale, che ne aveva parlato nel suo “The Brand Called You”, ma nel libro il personal branding viene considerato una semplice attuazione delle dinamiche del marketing alla comunicazione personale. Un approccio limitante che, nel tempo, ha assunto una fisionomia diversa, prendendo in considerazione più che la vendita il posizionamento.
Costruire il posizionamento, vuol dire partire dal valore e non dalle qualità. Come?
Utilizzando una strategia con cui un'azienda cerca di occupare uno spazio unico e ben definito nella mente dei consumatori, differenziandosi dalla concorrenza. È un mix complesso di percezioni, reputazione, valore percepito e azioni di comunicazione che definisce come un brand viene visto e ricordato rispetto agli altri.
È questo il grande cambiamento che il personal branding ha reso possibile nella comunicazione: costruire fiducia attraverso la conoscenza. Online e offline.
Attenzione! Pericolo in agguato: non cedere alla tentazione delle vanity metrics
La costruzione della fiducia, è un percorso complesso, per persone, professionisti e aziende che cela qualche pericolo.
Il rischio dell’autopromozione e il compiacimento alla ricerca di approvazione è dietro l’angolo. Questo è l’errore capitale da non commettere. L'obiettivo non è mostrare continuamente ciò che si fa o si pensa, ma concentrarsi su chi c’è dall'altra parte.
Come ha ben detto Jeffrey Gitomer, autore de “Il libretto rosso del venditore”, sui social non si guadagna un cliente, ma al massimo "un'occhiata". L'obiettivo è convertire questa occhiata in un numero di telefono o un indirizzo email per avviare una conversazione.
Questo implica la necessità di disintermediare i social, perché i "clienti" che si trovano sulle piattaforme, non sono nostri finché non si stabilisce un rapporto diretto: la vera relazione, che porta a un posto di lavoro, a una collaborazione con nuovi stakeholder nasce dal dialogo e dalla connessione diretta con la propria community, senza barriere algoritmiche.
Autenticità, un tesoro da costruire e custodire consapevolmente
Nel percorso di costruzione della fiducia e, quindi, del posizionamento del proprio brand, spesso viene frainteso o sopravvalutato il concetto di “autenticità”: interpretato come spontaneità che elimina i vincoli emotivi del galateo e, a volte, quelli del buonsenso.
Ma qual è la vera natura dell'autenticità nella comunicazione personale?
Come ha affermato Seth Godin, l'autenticità è un "grande mito del nostro tempo". Secondo Godin, infatti, siamo stati autentici solo nel nostro primo mese di vita; da quel momento, le interazioni sociali, la cultura, la famiglia, la scuola e gli esempi ci hanno "costruito" perché abbiamo imparato ad adattare il nostro comportamento per ottenere ciò che desideriamo, come un neonato che sorride per avere più latte.
Sebbene non siamo "naturalmente autentici", possiamo governare la nostra comunicazione e costruire consapevolmente il nostro brand: l'importante è scegliere le persone con cui si desidera costruire una relazione.
Costruire la tua voce autorevole con il metodo "Rubare come un artista"
Come comunicare ogni giorno e avere sempre qualcosa di significativo da dire?
Rubando…no, non stiamo autorizzando nessuno a commettere un crimine!
Si tratta di imparare dagli altri, osservando e studiando chi è “simile a noi”, per trovare gli elementi che sono pertinenti con il nostro modo di comunicare e dare loro uno stile personale.
Rendere la comunicazione personale e originale, vuol dire:
- raccontare ed esprimere le proprie emozioni (Pathos);
- dare testimonianza della propria esperienza personale (Ethos);
- scegliere i dati che confermano ciò che si sta dicendo (Logos).
Questo approccio, che ricorda la retorica di Aristotele, è un metodo che si può imparare e affinare e vale per tutti. È fondamentale comunicare ciò per cui si desidera essere ritenuti autorevoli in futuro, concentrandosi sulla propria competenza e su argomenti su cui si studia o si ha un legame emotivo, razionale o logico.
Le tre "C" del personal branding efficace
Gestire la propria comunicazione in modo efficace, è possibile con le tre “C” del personal branding:
- Coerenza: parlare solo di argomenti di propria competenza, coerenti con le proprie hard skill o, anche, con le proprie passioni.
- Costanza: la comunicazione deve essere regolare e persistente, perché una rondine non fa primavera e…neanche un solo post!
- Consistenza: i risultati non sono immediati e richiedono pazienza. Il successo non si misura solo con like o interazioni sui social, ma dalla capacità di convertire l'interesse in relazioni dirette e concrete, disintermediando i social per ottenere contatti diretti come indirizzi email o numeri di telefono.Thought leadership: il cuore del personal branding
Per Reputation Lab la thought leadership è una componente fondamentale del nostro approccio al personal branding.
Non è solo una parola d'ordine, ma un vero e proprio mindset che guida il cambiamento.
La thought leadership va oltre la semplice competenza professionale. Un thought leader, infatti, è un esperto che ispira, influenza e fa accadere le cose attraverso una comunicazione empatica e autentica.
Il vero cambiamento nasce dal dialogo, dalla condivisione e dalle persone che si connettono con altre persone, non con messaggi vuoti o slogan.
La leadership di pensiero implica la capacità di condividere idee e visioni che ispirano il proprio settore, creando valore attraverso credibilità, responsabilità e competenze concrete.
Come afferma Dale Carnegie, scrittore e comunicatore statunitense, il successo di un individuo dipende in gran parte da come interagisce con gli altri, creando legami di fiducia e rispetto.
Un thought leader sa comunicare in modo che le persone si sentano coinvolte e riconosciute, e fa sentire l'altro importante.
Non è più sufficiente per un manager pensare di passare al ruolo di leader senza occuparsi della propria comunicazione e di quella del proprio brand.
Il nostro lavoro sulla leadership di pensiero attraverso la comunicazione aiuta aziende e manager a:
- progettare ed esprimere il proprio valore attraverso strategie di personal branding mirate;
- rafforzare la reputazione aziendale attraverso la comunicazione personale, rendendo le imprese efficaci e credibili;
- diventare una fonte di informazione rilevante e pertinente nel contesto in cui operano.
La nostra cassetta degli attrezzi per progettare la comunicazione del thought leader
Ok rubare come un artista, ma l’improvvisazione, non ci appartiene!
Ecco come progettiamo la comunicazione del thought leader:
- analisi della rassegna stampa: ci permette di monitorare la percezione del brand sui media e individuare le notizie rilevanti per rafforzare la thought leadership, mantenendo il brand ancorato alla realtà e ben posizionato nel dibattito del settore;
- mappatura degli stakeholder: conoscere gli interlocutori chiave e come interagire con loro è necessario per costruire relazioni di fiducia durature;
- employer branding e fiducia: per un pubblico interno ed esterno sempre più esigente, fare employer branding in modo efficace significa costruire relazioni di fiducia, perché le persone si fidano delle persone.
Se anche tu vuoi iniziare a entrare in connessione in modo significativo con partner, clienti, stakeholder e colleghi e vuoi progettare la tua comunicazione in modo innovativo ed efficace come leader di pensiero o avviare un piano strategico per valorizzare quella della tua azienda, possiamo aiutarti. Lo abbiamo già fatto con molte aziende e persone: visita la sezione “I nostri progetti” sul sito di Reputation Lab e scrivi a lab@reputationlab.it per incontrarci.