Bomba atomica, Lorenzo Baravalle e la storie dei fisici cha la videro nascere | Libri Mondadori

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A 80 anni dalla bomba atomica, le storie incredibili di chi la creò, di chi la rubò e di chi la rifiutò

Il 6 e il 9 agosto 2025 ricorrono due anniversari che ci impongono di fermarci a riflettere: gli ottant'anni dalle bomba atomica, sia di quella sganciata su Hiroshima che di quella che distrusse Nagasaki. Due eventi che hanno ridefinito il concetto di guerra, potere e, soprattutto, la responsabilità della scienza.

Di come si svolsero i fatti che portarono alle bombe sappiamo già molto: libri, film, documentari ci hanno raccontato nei minimi dettagli il progetto Manhattan e cosa successe quando "Litte Boy" - il primo, micidiale ordigno -, fu sganciato sopra Hiroshima dal bombardiere B-29, da allora per tutti "Enola Gay".

Quello che, invece, conosciamo meno, sono le storie spesso dimenticate dei fisici che si trovarono a lavorare alla nascita della bomba atomica, contribuendo a plasmare il mondo moderno.

Nel suo avvincente saggio La società dei Profeti Lorenzo Baravalle, autore di podcast seguitissimi come Qui si fa l'Italia, Atomika e Fratre Mitra, si concentra sulle loro vite, restituendocele con una narrazione così avvincente da sembrare un romanzo, eppure tutta vera.

Un affresco inedito: l'Europa nel cuore del Progetto Manhattan

Quando pensiamo alla bomba atomica, la mente corre veloce agli Stati Uniti, al Progetto Manhattan, a Oppenheimer. Ma dietro alle scoperte che resero possibile la realizzazione dell’arma più devastante della storia ci sono le storie di tanti fisici europei. Lorenzo Baravalle ce le racconta mettendo in evidenza le complesse interconnessioni tra genio scientifico, ambizioni politiche e destino umano. È così che la fisica, nata per comprendere l'universo, si è trovata nella prima metà del Novecento a decidere il futuro dell'umanità.

Al centro di quella che Baravalle definisce, giustamente, La società dei Profeti le storie incredibili e piene di colpi di scena di Enrico Fermi, Edoardo Amaldi e Klaus Fuchs.

Enrico Fermi, fisico fuoriclasse già a quindici anni, premio Nobel per la fisica nel 1938, espatriò negli Stati Uniti, portando il genio italiano nel cuore del segretissimo Progetto Manhattan. Fu lui che costruì la bomba.  II suo amico Edoardo Amaldi, uno dei più giovani tra i leggendari "ragazzi di via Panisperna", rimase invece in Italia, dedicandosi a un ideale di scienza al servizio della pace in netto contrasto con la visione bellica di quegli anni.

Del tutto diversa la storia di Klaus Fuchs, il fisico di origine tedesca che, in nome dei suoi ideali, compì un atto di tradimento che cambiò il corso degli eventi, consegnando i segreti atomici alla Russia.

Alle loro si aggiungono le vite dei tanti fisici che contribuirono a scoperte fondamentali: i coniugi Joliot-Curie, che dopo delusioni cocenti svelarono i segreti della radioattività artificiale; Lise Meitner e Otto Hahn, che compresero la fissione nucleare e la spaventosa energia che essa poteva sprigionare; e Leó Szilárd, la cui straordinaria immaginazione concepì l'idea di "reazione a catena", rendendo possibile la costruzione della bomba.

Quello che colpisce in questo saggio è la capacità dell'autore di coinvolgere il lettore attraverso una narrazione avvincente come una spy story, ma capace di suscitare le domande etiche sulla bomba atomica che ancora oggi ci tormentano.

Ma lasciamo che sia Lorenzo Baravalle a presentare la sua storia.

La società dei profeti, una storia di uomini e di destini dietro alla bomba atomica


Sappiamo molte cose di quello che è successo subito dopo la prima esplosione atomica della storia, e lo sappiamo perché moltissime tra quelle quattrocentoventicinque persone presenti lo hanno raccontato. Chi era lì, alle 5.29.45 del 16 luglio 1945 [data del Trinity Test, il primo test nucleare della storia ndr.], capì immediatamente che stava vivendo la storia mentre si scriveva davanti ai suoi occhi.

Chi ne è stato testimone ha voluto raccontarlo con la propria voce, attraverso il proprio sguardo, forse per ricordare ai posteri di esserci stato. È la naturale tensione all’immortalità che abbiamo noi esseri umani. Non possiamo vivere per sempre, e allora cerchiamo di lasciare un segno del nostro passaggio. Fra tutti i racconti di quel momento, però, mancano due voci. Non sarebbe particolarmente interessante né degno di nota, se non appartenessero a due dei protagonisti di quella storia: Enrico Fermi e Klaus Fuchs. Fermi, il fisico premio Nobel che con le sue scoperte e i suoi esperimenti fece entrare il mondo nell’èra nucleare; e Fuchs, la spia che diede i segreti dell’atomica all’Unione Sovietica, spaccando il mondo in due. Il primo così gioviale, carismatico, e sempre curioso dell’opinione altrui. Il secondo invece ombroso, solitario e talmente sicuro di sé da sfociare nell’arroganza. Erano tutti e due lì, in quelle costruzioni che assomigliavano a baracche, all’alba del 16 luglio 1945. C’erano, perché erano tra i membri più importanti del Progetto Manhattan. Entrambi cercavano di realizzare la loro visione del mondo.

La storia che sto per raccontare potrebbe partire da qui. Dall’intreccio del cammino di Enrico Fermi e di Klaus Fuchs, per capire come i loro passi ci abbiano condotti nel presente in cui viviamo.

Ma questo non è un libro sulla bomba atomica, né sul Progetto Manhattan e tantomeno sulla Guerra fredda. Questo è un libro di esseri umani, con le loro tensioni e le loro aspirazioni. E frugando tra quei giorni della prima metà del Novecento emerge un’altra storia che vale la pena raccontare, insieme a quella di Fermi e Fuchs. È la storia di un altro fisico che non ha partecipato al Progetto Manhattan. Un ragazzo che ha permesso alla nostra coscienza di trovare un’altra strada, un altro modo di leggere il mondo in cui viviamo.

Perché mentre tutti scappavano dall’Europa di Hitler, di Mussolini e delle loro leggi razziali, questo ragazzo è rimasto a Roma per cercare di proteggere il lavoro che lui, Enrico Fermi e un gruppo di ragazzi straordinari avevano fatto.

Si chiama Edoardo Amaldi e la sua vita è stata tanto incredibile quanto lontana dai riflettori e dalle cronache diventate mito. Amaldi ha plasmato il nostro presente allo stesso modo di Fermi e Fuchs, senza che gli venissero dedicati racconti e biografie.

Queste pagine allora sono il tentativo di seguire la sto- ria di questi tre uomini – il Nobel, la spia e il ragazzo che è rimasto – talmente diversi da avere una sola cosa in comu- ne: la volontà di cambiare il mondo.

La cosa più incredibile è che ce l’hanno fatta tutti e tre.

Lorenzo Baravalle



Testo tratto dal Prologo. © 2025 Mondadori Libri S.p.A., Milano 

 
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