Comunicato stampa
22 luglio 2025
La morte dell’orsa F36 – uccisa nel settembre del 2023 – non finirà con l’archiviazione, come richiesto dalla Procura della Repubblica di Trento. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento, infatti, ha disposto oggi l’imputazione coattiva per due dei quattro soggetti indagati per l’uccisione dell’orsa tramite colpo di arma da fuoco. Il pubblico ministero, che aveva inizialmente richiesto l’archiviazione per insufficienza di prove, sarà ora tenuto a formulare l’imputazione con conseguente citazione a giudizio.
L’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), insieme a LEAL si era attivata sin da subito dopo la morte dell’orsa F36 con denuncia e nomina di un consulente di parte per partecipare all’esame autoptico.
L’associazione si è quindi opposta alla richiesta di archiviazione, evidenziando la presenza di elementi probatori che non erano stati considerati nel corso delle indagini.
“È fondamentale che venga fatta piena luce su quanto accaduto e che si accerti ogni responsabilità per la morte di questa mamma orsa – commenta l’Avv. Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio Legale di OIPA Italia e portavoce del presidente. “L’orso è un animale facente parte della fauna selvatica protetta a livello comunitario ed è un dovere delle Istituzioni prevenire e reprimere condotte illecite”.
L’OIPA ricorda che F36 era stata oggetto di un provvedimento di rimozione, mediante abbattimento, emesso dal presidente della provincia autonoma di Trento. L’OIPA, insieme ad altre associazioni, era riuscita in sede amministrativa a far riconoscere l’illegittimità di questa decisione, senza purtroppo salvarla da un “animalicidio”.
La decisione del GIP rappresenta un ulteriore, importante e doveroso passo avanti nella prosecuzione di questa triste vicenda. L’OIPA si costituirà come parte civile nel processo penale per chiedere giustizia.
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