ANCL sulle dichiarazioni di Andreani: “Attacchi inaccettabili, rettifichi”

Presidente ANCL Enrico Vannicola
Compatibilità
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L’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro (ANCL) esprime ferma condanna per le gravi affermazioni rilasciate dal segretario generale della Uiltucs, Paolo Andreani, in occasione della presentazione del Manuale sul Dumping Contrattuale nei Pubblici Esercizi, svoltasi il 22 luglio scorso presso il CNEL.
È sorprendente come il segretario Andreani, nel dichiarare “Chiediamo l’obbligo di comunicare il contratto collettivo applicato”, riveli una così scarsa conoscenza della normativa vigente. Quella che lui propone come una novità è, in realtà, un obbligo di legge oramai dal 2022! Ci riferiamo al Decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 104, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 luglio dello stesso anno. È opportuno quindi ricordare che già da tre anni, noi Consulenti del Lavoro, ci impegniamo ad assolvere a questo obbligo normativo finalizzato alla trasparenza contrattuale. 
Nel corso dell’evento, Andreani ha poi apertamente accusato i Consulenti del Lavoro di favorire l’applicazione dei cosiddetti contratti “pirata” al solo scopo di “gonfiare il portafoglio” delle imprese e “impoverire i lavoratori”. Parole che travalicano i confini di un confronto civile e che configurano un attacco ingiustificato e strumentale contro una categoria che, da sempre, opera nel rispetto delle normative, contribuendo con professionalità alla tenuta del sistema economico e occupazionale del Paese.
“È inaccettabile – afferma il presidente ANCL, Enrico Vannicola – che si attribuisca ai Consulenti del Lavoro la responsabilità dell’applicazione dei contratti collettivi meno onerosi, come se fossero loro a imporre alle imprese scelte che, nei fatti, spettano sempre all’imprenditore, dopo essere stato correttamente informato”.
Le dichiarazioni del segretario Uiltucs – rilanciate anche tramite il canale YouTube del sindacato – sono già oggetto di diffida stragiudiziale da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, che ha evidenziato come tali esternazioni ledano la reputazione di un’intera categoria, insinuando responsabilità totalmente infondate.
In particolare, Andreani ha auspicato che, laddove la magistratura dovesse ritenere insufficienti le retribuzioni previste da alcuni contratti collettivi, le aziende vengano condannate per sfruttamento e si rivalgano sui Consulenti del Lavoro. Una tesi che rovescia i ruoli e disconosce l’impianto giuridico che regola le relazioni industriali: i Consulenti del Lavoro non impongono nulla, ma forniscono un quadro chiaro e completo della normativa vigente, affinché sia l’imprenditore ad assumere consapevolmente le proprie decisioni.
La questione dell’applicazione dei contratti collettivi – sottolinea l’ANCL – è da sempre delicata e complessa, anche a causa di un vuoto normativo mai colmato, in particolare sull’attuazione dell’art. 39 della Costituzione. In assenza di una legge che conferisca efficacia erga omnes ai contratti collettivi, la scelta del contratto applicabile è lasciata alla valutazione delle parti, con un sistema in cui oltre 1.000 contratti risultano regolarmente depositati al CNEL.
“In questo scenario frammentato – continua Vannicola – i Consulenti del Lavoro sono spesso l’unico presidio di legalità e trasparenza, poiché informano correttamente i propri assistiti sui rischi connessi alla scelta di un contratto meno rappresentativo, segnalando i limiti applicativi e le possibili implicazioni giuridiche”.
Se vi fosse una normativa chiara in materia di rappresentatività delle parti sociali, prosegue l’ANCL, si potrebbero prevenire distorsioni e fenomeni degenerativi. “Forse – aggiunge il presidente – invece di alimentare polemiche mediatiche, sarebbe più utile che il segretario Andreani si facesse promotore di una riforma seria del sistema contrattuale, che finalmente dia certezze agli operatori e ai lavoratori”.
“La nostra categoria – conclude Vannicola – opera con rigore e responsabilità, nella consapevolezza che solo una conoscenza approfondita del diritto del lavoro può realmente tutelare imprese e lavoratori. È tempo di smetterla con le semplificazioni ideologiche e gli attacchi strumentali. Le parole di Andreani non solo alimentano tensioni inutili, ma ostacolano il dialogo costruttivo tra le professioni e le parti sociali”.
L’ANCL chiede pubblicamente al segretario della Uiltucs di rettificare le proprie affermazioni, nella speranza che il dibattito torni a svolgersi sui binari del rispetto reciproco e della ricerca di soluzioni concrete per un sistema di relazioni industriali più equo, trasparente e stabile.

Materiali Allegati (1)

cs_ancl_inaccettabili_attacchi_ai_consulenti_del_lavoro.docx

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Piera Vincenti
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