Riposare per andare più forte: il valore del “periodo di scarico” nel ciclismo - Accademia Nazionale di Mountain Bike

Abbiamo attraversato mesi intensi: lunghe uscite, dislivelli importanti, giornate di caldo e fatica che hanno spinto corpo e mente al limite. L’estate per i ciclisti è un concentrato di adrenalina, chilometri e avventure, ma ora che la stagione volge verso la fine è il momento di fermarsi e guardare oltre. Proprio come in natura i cicli si alternano, anche nel ciclismo il segreto della performance sta nell’alternanza tra carico e scarico. Non si cresce solo allenandosi: si cresce soprattutto sapendo recuperare.

⚡ Perché il riposo è più importante di quanto pensiamo
Ogni sessione di allenamento è uno stimolo, ma anche una piccola ferita. Il muscolo si affatica, il sistema nervoso centrale accumula tensione, le riserve energetiche si riducono. È proprio durante il riposo che l’organismo ricostruisce ciò che è stato consumato, rinforzandolo. Senza questa fase, la curva della performance non sale, anzi: tende a calare. Troppi ciclisti pensano che il miglioramento sia una questione di “fare di più”, quando in realtà è il saper orchestrare un equilibrio tra fatica e recupero. È un’arte delicata, che distingue l’atleta esperto dall’improvvisato.

📉 Cos’è il periodo di scarico e a cosa serve
Il cosiddetto “scarico” è una finestra temporale programmata, che può durare dai pochi giorni fino a due settimane, a seconda della stagione e del livello dell’atleta. Non significa smettere di pedalare completamente – a meno di esigenze di recupero estremo – ma ridurre drasticamente volumi e intensità.
✔️ Si abbassano i chilometraggi, privilegiando uscite corte e rilassate.
✔️ Si inseriscono attività alternative, come nuoto, yoga, stretching o core stability, che mantengono attivo il corpo senza stressarlo.
✔️ Si cura in modo particolare l’alimentazione, puntando su equilibrio tra carboidrati di qualità e proteine leggere, con una particolare attenzione a micronutrienti e idratazione.
✔️ Si rivaluta il sonno come parte integrante dell’allenamento: almeno 7-8 ore di qualità, vero integratore naturale.

In questa fase l’obiettivo non è “fare fatica”, ma smaltirla. È il momento in cui il corpo si ripulisce, si ricostruisce e si prepara a un nuovo ciclo di crescita. Chi ignora lo scarico corre il rischio di accumulare stanchezza cronica, di vedere calare motivazione e brillantezza e di esporre il corpo a infortuni e regressi difficili da gestire.

🔍 Il valore psicologico del fermarsi
C’è poi un aspetto mentale che non va sottovalutato. Fermarsi permette di recuperare entusiasmo, di tornare in sella con la voglia vera di pedalare. Nelle nostre Guide insistiamo spesso su questo: il riposo non è una sconfitta, ma un atto di consapevolezza. È la capacità di ascoltare se stessi, di rispettare i propri limiti e di gestirli con intelligenza. Un ciclista forte non è colui che si spinge oltre a ogni costo, ma chi sa calibrare energie e motivazioni lungo l’intera stagione.

🎓 Il ruolo delle Guide e dell’Accademia Nazionale del Ciclismo
Le nostre Guide non insegnano solo a leggere il terreno, a gestire una discesa tecnica o a condurre un gruppo eterogeneo. Trasmettono anche la cultura della pianificazione, l’importanza dei cicli di lavoro e la necessità di inserire momenti di scarico. Durante i corsi dell’Accademia Nazionale del Ciclismo, un’attenzione particolare è riservata proprio alla programmazione annuale dell’allenamento, un sapere che non appartiene solo ai professionisti ma che può essere utile a ogni ciclista, dall’appassionato di lunga data a chi si prepara a diventare Guida.

📍 E ora? Lo sguardo è a Manerba del Garda!
Ecco perché, anche quando la stagione sembra rallentare, l’Accademia non si ferma. Già a fine agosto, a Manerba del Garda, partirà un corso Guide MTB che unisce tecnica, pedagogia e conoscenza del territorio. Non sarà solo un’occasione per crescere professionalmente, ma anche per mettere in pratica questa filosofia: alternare fatica e recupero, apprendimento e consapevolezza.
Immagina: un lago che al tramonto riflette le ultime luci dell’estate, sentieri che si insinuano tra ulivi e boschi, e un gruppo che condivide non solo chilometri ma anche strategie, esperienze, attese. È qui che si comprende come il ciclismo non sia soltanto uno sport, ma una scuola di equilibrio tra opposti: sforzo e quiete, salita e pianura, pedalata e pausa.

Il riposo non è tempo perso, è allenamento invisibile. È l’ingrediente che dà senso alla fatica e la trasforma in crescita. Fermarsi al momento giusto è ciò che permette di ripartire con più forza, più lucidità e più entusiasmo. Questo è ciò che l’Accademia Nazionale del Ciclismo vuole trasmettere: non solo come pedalare, ma anche come saper aspettare.