di Nautilus
C’era una volta un galantuomo di grande cultura ed eleganza politica, un socialista che si chiamava Giuliano Vassalli, da giovane aveva guidato la Resistenza a Roma, con un falso ordine di scarcerazione era riuscito a far evadere da Regina Coeli Sandro Pertini e Giuseppe Saragat, destinati al plotone d’esecuzione, nel dopoguerra era diventato uno dei più autorevoli giuristi italiani e nel 1987, da Presidente della Commissione Giustizia del Senato, diede un contributo decisivo per riformare il codice di procedura penale che da inquisitorio divenne accusatorio. Una riforma epocale che lui stesso pensava dovesse essere integrata con un’altra riforma. Ne parlò con un giornalista del Financial Times. Nell’intervista Vassalli affermava che “il concetto del sistema accusatorio è assolutamente incompatibile con molti principii destinati a restare in vigore, in particolare con la separazione delle carriere”. Diceva che era quasi scorretto parlare di processo accusatorio “laddove il pm è un magistrato uguale al giudice e continuerà a far parte della stessa carriera e degli stessi ruoli”. Per Vassalli l’ostacolo ad una piena riforma era proprio la magistratura, che “conquistato un potere”, “non molla più”, visto che si è trasformata nel “più grande gruppo di pressione”. Riflessioni fatte nel 1987, prima di Tangentopoli e che sono state la base dell’intervento promosso dal governo con il provvedimento destinato a portare alla separazione delle carriere, quando l’iter di riforma costituzionale sarà perfezionato. Ma il ministro Nordio ci ha aggiunto del “suo” e dunque sarà consentito obiettare alla riforma del centro-destra, sia pure con argomentazioni diverse da quelle, fisse e talora pregiudizialmente ostili da parte dell’Anm e di parte delle opposizioni. Diversi giuristi indipendenti, oltre alla casualità del sorteggio indiscriminato, hanno fatto notare che l’istituzione di un Csm per i soli pm finirà per trasformare i magistrati dell’accusa in un “potere separato”, dunque più forti di prima. Ma la missione della riforma non era quella di “parificare” tutti i soggetti del processo? Un pm più forte francamente sarebbe un paradosso. Grande, troppo grande.