Energia, la corsa all’elettricità tra dazi e nuove sfide globali - I-Com, Istituto per la Competitività

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L’International Energy Agency (IEA) prevede che la domanda di elettricità mondiale aumenterà del 3,3% nel 2025 e del 3,7% nel 2026. Nonostante le stime siano al ribasso rispetto a quelle rilasciate dalla stessa agenzia nel febbraio del 2025, rientrano comunque tra i maggiori tassi di crescita registrati negli ultimi dieci anni e derivano principalmente dalla revisione delle previsioni in negativo da parte dell’IMF. Dall’altro lato, la domanda dovrebbe essere sostenuta dai consumi industriali e dallo sviluppo dei data center, dalla diffusione dei condizionatori negli edifici e dall’aumento generalizzato dell’elettrificazione. Inoltre, la situazione tariffaria vigente potrebbe rallentare e rendere più costosa la transizione energetica.

LA TENDENZA DELLA DOMANDA PER AREA GEOGRAFICA

In Cina l’incremento della domanda sembra rallentare rispetto al 2024, registrando invece un aumento sull’anno precedente del 7%. Nel 2025 la domanda dovrebbe infatti crescere del 5%, principalmente a causa dell’effetto dei dazi sull’export cinese. Dall’altro lato, la crescita cinese rimarrà sostenuta per via degli ottimi progressi dimostrati per quanto riguarda elettrificazione del sistema. Sotto questo aspetto, nonostante circa la metà della domanda aggiuntiva derivi dall’industria, anche la diffusione dei condizionatori e delle stazioni di ricarica per i veicoli elettrici ha avuto un impatto significativo. Infatti, i consumi di elettricità negli edifici sarebbero aumentati del 4,9% nel primo semestre di quest’anno, mentre le vendite dei veicoli elettrici è rimasta sostenuta con 5 milioni di nuovi mezzi in circolazione durante lo stesso periodo. Anche la domanda proveniente dai data center sarà fondamentale. Il consumo di elettricità di queste infrastrutture potrebbe infatti addirittura raddoppiare al 2027.

La domanda di elettricità sembra invece in aumento negli Stati Uniti e dovrebbe segnare un +2,3% per il 2025. Come per il 2024, anno in cui ha registrato un incremento del 2,1%, i fattori trainanti saranno la crescita economica, lo sviluppo dei data center e dell’elettrificazione. Ai data center situati nel territorio USA corrisponde infatti il 44% del consumo elettrico legato a quelli a livello globale, ovvero un consumo pari a 180 TWh di elettricità nel 2024. Di conseguenza, non stupisce che si tratti di una componente determinate per l’incremento della domanda, alla quale contribuiscono anche la maggior elettrificazione del settore del trasporto e del riscaldamento, corrispondenti ad una maggior diffusione di veicoli elettrici e pompe di calore.

Secondo l’IEA, l’Unione Europea dovrebbe limitarsi ad un incremento dell’1,1% nel 2025, che corrisponderebbe ad una crescita ridotta di 0,5 punti percentuali rispetto alla precedente previsione dell’agenzia. Come per la Cina, lo scostamento rispetto al dato precedente deriva dalla revisione a ribasso dell’IMF per la crescita economica in quest’area. Si stima che l’UE, dopo il recente rallentamento economico, potrà riprendersi pienamente soltanto nel 2027.

Fig. 1: Domanda di elettricità globale (2022-2027), per stato selezionato

Fonte: IEA

GENERAZIONE ED EMISSIONI

L’agenzia stima che tra il 2025 e il 2026 la generazione elettrica da fonti a basse emissioni riuscirà finalmente a sorpassare il carbone, la cui quota scenderà sotto il 33%. L’utilizzo del carbone nella generazione elettrica dovrebbe flettere dello 0,5% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026. Particolarmente importanti saranno il fotovoltaico e l’eolico, che potranno produrre congiuntamente fino a 1000 TWh nel 2026 e coprire una quota della generazione elettrica pari al 19%. L’idroelettrico continuerà ad essere rilevante, ma non si evidenziano particolari segni di crescita, mentre la quota di elettricità derivante da energia nucleare dovrebbe segnare un +2% nel biennio. Inoltre, si prevede che la quasi totalità della domanda aggiuntiva mondiale al 2027 sarà coperta da rinnovabili.
In costante crescita anche l’utilizzo del gas, che a livello globale potrebbe aumentare dell’1,3% nel 2025. Il gas naturale è infatti una componente importante nella generazione cinese, ma anche nell’Unione Europea dove si ritiene si sia verificato un aumento nel suo utilizzo già per la prima metà del 2025 (anno su anno) a causa di un minor rendimento delle rinnovabili.
Dalle stime per il 2027 fornite dall’agenzia emerge poi che il nucleare manterrà stabile la quota di generazione sul 2024. La componente derivante dalle rinnovabili aumenterà di circa 6 punti percentuali raggiungendo i 13.250 TWh, ovvero circa il 38% della generazione elettrica globale. Infine, entrambe le quote relative a carbone e gas dovrebbero diminuire.

Fig. 2: Generazione elettrica globale (2024 e 2027), per fonte

Fonte: IEA

Le emissioni di CO2 relative alla generazione elettrica sono aumentate del 1,2% nel 2024, mentre per il 2025 si attende una stabilizzazione delle emissioni annuali che andranno a diminuire su base annua probabilmente soltanto nel 2026. Questo risultato sarà trainato principalmente da Cina, UE e Stati Uniti mentre le emissioni che fanno riferimento a India e Sud-est asiatico risulteranno particolarmente in crescita. A livello globale, le previsioni per il periodo 2025-2027 indicano una lieve diminuzione delle emissioni pari ad un -0,1%.

L’EFFETTO DEI DAZI SULLA DOMANDA ELETTRICA

Le recenti vicissitudini riguardanti il contesto tariffario globale potrebbero impattare significativamente sulla domanda elettrica e, soprattutto, sul processo di transizione del settore. In particolare, gran parte della filiera produttiva del fotovoltaico è concentrata in Cina. La stessa detiene un forte potere di mercato sulla maggior parte delle materie prime necessarie per la fabbricazione di componenti fondamentali legate sia al fotovoltaico che all’eolico. Nonostante non sia ancora chiaro come si evolverà il panorama globale, uno studio di McKinsey & Company ha analizzato quali potrebbero essere i risvolti per lo sviluppo delle rinnovabili al 2035 negli Stati Uniti e nell’UE in base a tre differenti scenari tariffari. In particolare, emerge che, per quanto riguarda i pannelli solari, sulla scia dell’ampia riduzione del loro costo, all’interno di qualsiasi scenario (dal cosiddetto status quo fino a ad una escalation), la loro capacità negli Stati Uniti e nell’Unione Europea dovrebbe comunque almeno raddoppiare entro il 2035.
La capacità installata dell’eolico onshore, in media, dovrebbe aumentare rispettivamente del 50% nell’UE e del 40% negli Stati Uniti al 2035. Tuttavia, l’UE attualmente importa dalla Cina una percentuale molto maggiore rispetto agli USA di apparecchiature, per questo motivo un peggioramento della situazione tariffaria avrebbe molto più impatto sull’Unione Europea, corrispondente ad un -6% nella capacità installata. La stessa situazione si creerebbe anche per l’eolico offshore.
La Cina è un partner strategico anche nel campo dell’energy storage. Per questo, nonostante, la capacità dell’UE sia prevista in aumento al 2035 di circa sei volte, il fatto che quest’area faccia affidamento molto di più degli Stati Uniti sugli import cinesi, rende ancora una volta l’UE più vulnerabile a risvolti futuri avversi. Infine, sul piano dei veicoli elettrici, si prospetta che la loro penetrazione nel mercato sarà molto più marcata nel 2035 per l’UE rispetto agli Stati Uniti, tuttavia, nel caso in cui si giungesse ad una escalation nelle tensioni globali, l’UE potrebbe risentirne maggiormente date le restrittive politiche adottate per i veicoli a combustione interna.
Dall’analisi emerge come il percorso verso la transizione non sembra possa subire cambiamenti drastici. Tuttavia, è probabile che ci siano rallentamenti nella diffusione delle rinnovabili e che il processo stesso diventi più costoso. In particolare, l’aumento del costo delle rinnovabili derivante da un prolungarsi della situazione tariffaria vigente o da un suo inasprimento, potrebbe rendere ancora più difficile ridurre l’impiego del gas nella generazione elettrica sia degli USA che dell’UE. Tuttavia, è inverosimile che ci siano grossi scostamenti negli investimenti programmati nelle rinnovabili, nell’elettrificazione del sistema e nello sviluppo della rete.

CONCLUSIONI

Mentre la domanda di energia elettrica cresce in Cina e negli Stati Uniti, anche se a velocità diverse ma comunque in modo stabile, l’UE sembra faticare a stare al passo con i concorrenti. Come evidenziato, la sua riduzione degli ultimi anni è risultato dal rallentamento dell’industria europea che è stata danneggiata dall’aumento dei prezzi per l’elettricità e dal rallentamento economico. La domanda è tornata ad aumentare solo nel 2024 e dovrebbe farlo anche nel 2025, tuttavia, in entrambi i casi, trainata da settori come quello commerciale, dei trasporti e residenziale, nonché dai data center. Anche il livello dei prezzi nell’UE non spinge la domanda di elettricità. Il prezzo dell’elettricità all’ingrosso risulta ancora troppo alto rispetto alla media pre-crisi. Infine, l’agenzia ritiene che nonostante l’Unione Europea abbia ottenuto buoni risultati riguardo l’elettrificazione nel 2024, allo stesso tempo si registra un calo delle installazioni di pompe di calore e una riduzione nelle nuove immatricolazioni di veicoli elettrici. Tutti questi fattori possono seriamente danneggiare la competitività europea, rispetto alla quale invece Cina e Stati Uniti si trovano in una condizione nettamente più favorevole.
Infine, i dazi introdotti recentemente creano incertezza sul futuro della transizione a causa del loro impatto sui costi delle tecnologie pulite. Tuttavia, le tariffe vigenti, o un loro eventuale inasprimento, benché possano verosimilmente rallentare e rendere più costosa la transizione, non dovrebbero danneggiare ulteriormente il percorso in essere.

Recapiti
Giulia Rovai