I recenti disegni di legge approvati dal CNEL rappresentano un passaggio rilevante nel processo di aggiornamento delle regole del lavoro, in linea con le esigenze di trasparenza e inclusione che caratterizzano il contesto attuale. Da un lato il DDL sulla trasparenza contrattuale e sul prospetto paga rafforza quanto già introdotto con il decreto trasparenza, imponendo l’indicazione puntuale del codice alfanumerico unico; dall’altro, il DDL dedicato alla fraternità umana nei luoghi di lavoro richiama l’importanza di promuovere modelli organizzativi più equi e partecipativi, fondati sulla centralità della persona e sulla coesione sociale.
Gli obiettivi del CNEL
Il CNEL, con queste iniziative, ha voluto inviare un segnale positivo, riconoscendo i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro e la necessità di soluzioni normative che sappiano coniugare chiarezza delle regole e valorizzazione del capitale umano. L’Area Relazioni Industriali di Conflavoro intende approfondire tali novità, evidenziando i risvolti pratici che potranno derivarne per imprese e lavoratori, sia in termini di certezza applicativa sia di rafforzamento delle relazioni sindacali.
Codice CNEL ed esatto inquadramento come strumenti di trasparenza contrattuale
Come già anticipato, il DDL n. 6 del 2025 del CNEL continua a delineare la strada già tracciata dal Decreto Trasparenza nel 2022, procedendo con un’ulteriore valorizzazione del codice contratto CNEL.
Già all’epoca, infatti, era stata evidenziata la necessità di individuare con maggior precisione e chiarezza il CCNL applicato, esigenza oggi rinnovata dal CNEL, con l’obiettivo di inserire nel prospetto paga l’indicazione del codice alfanumerico univoco.
L’obiettivo è proprio quello di rendere immediatamente chiaro a chi legge il quadro normativo di riferimento. Nella stessa direzione, il CNEL prevede la necessità di chiarire anche l’inquadramento, riconoscendo importanza alla distinzione tra livello di inquadramento e qualifica.
La ratio sta nella necessità di un collegamento più diretto tra livello di inquadramento e qualifica, in quanto il primo può contenere più casistiche del secondo, rendendosi necessaria una maggiore chiarezza rispetto al CCNL applicato.
Alla luce di tali considerazioni, il Ddl 6/2025 interviene sull’articolo 1, comma 1 della Legge 4/1953, introducendo i concetti di “esatto inquadramento contrattuale” e di “espressa indicazione in testa al prospetto del CCNL applicato al lavoratore attraverso l’indicazione del codice alfanumerico”.
La valorizzazione del capitale umano nei luoghi di lavoro
Se il disegno di legge sulla trasparenza contrattuale guarda al rafforzamento degli strumenti normativi e informativi, quello dedicato alla fraternità umana nei luoghi di lavoro introduce un approccio diverso ma complementare: promuovere modelli organizzativi capaci di valorizzare la persona, favorire inclusione e coesione e rafforzare la dimensione sociale del lavoro. È un segnale che richiama l’esigenza di coniugare competitività e produttività con un quadro valoriale più ampio, coerente con i principi costituzionali e con le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro.
Il Ddl n. 5 del 2025 del CNEL, infatti, ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo di iniziative che possano dare attuazione ai valori di fraternità umana, conciliazione vita-lavoro, welfare e partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa.
Nello specifico, le finalità sono le seguenti:
- Valorizzazione dei principi di inclusione, uguaglianza e partecipazione;
- Creazione di ambienti di lavoro paritetici e inclusivi;
- Tutela dei lavoratori esposti al rischio di esclusione, compresi i lavoratori più giovani e con meno competenze che potrebbero essere esclusi a causa dell’introduzione di nuove tecnologie;
- Riconoscimento del capitale umano come strumento strategico anche in fase di sviluppo tecnologico;
- Rafforzamento dello spirito di collaborazione;
- Favorire momenti di incontro e monitoraggio aziendale, anche attraverso la costituzione di commissioni paritetiche volte al miglioramento delle condizioni di lavoro.
Tali finalità, ad avviso del CNEL, possono essere raggiunte attribuendo un ruolo centrale alla contrattazione aziendale e territoriale, nonché incentivando il coinvolgimento delle associazioni di categoria, anche nell’ottica della creazione di specifiche “Commissioni nazionali di raccolta e valutazione delle buone pratiche”, identificative di ciascun settore merceologico, che possano contribuire a definire specifiche linee guida per la contrattazione aziendale e territoriale, in conformità con gli obiettivi prefissati dal DDL.
Conclusioni
Conflavoro valuta positivamente l’impegno del CNEL, riconoscendo in questi provvedimenti un passo avanti verso un sistema delle relazioni industriali più chiaro e coerente con i principi costituzionali. Allo stesso tempo, sottolinea l’importanza che tali misure non comportino un appesantimento burocratico per le imprese, riuscendo invece a garantire un equilibrio tra certezza normativa e flessibilità gestionale.
In questo contesto si attende l’avvio dell’esame parlamentare, un passaggio che potrà consolidare o ampliare la portata delle misure. La vera sfida sarà tradurre questi strumenti in leve di crescita e in opportunità concrete per le PMI, puntando su trasparenza, innovazione e valorizzazione del capitale umano.