In molti settori B2B il sito è ancora trattato come un catalogo digitale: schede, filtri, download, fine della storia. Funziona? Poco. Perché le persone non cercano solo “un prodotto”: cercano la soluzione più adatta a un contesto concreto. La differenza la fa l’esperienza di navigazione.
È l’approccio che abbiamo adottato nel progetto realizzato con DTS, azienda italiana specializzata in illuminazione professionale per intrattenimento e architettura. L’obiettivo era chiaro: elevare la percezione del brand e facilitare scelte rapide e consapevoli.
Dal menu di categoria agli “ambiti applicativi”
La prima svolta è stata cambiare il punto di vista: non soltanto “luci per l’intrattenimento” o “luci architetturali”, ma percorsi guidati per chi parte da un bisogno: “ho questo spazio/attività, quali luci mi servono?”. Teatri, musei, retail, hospitality, sport, outdoor: ogni ambito racconta problemi ricorrenti, vincoli tipici e risultati attesi, e aggancia subito una selezione di prodotti adatti. È un modello mentale più naturale, che accorcia le distanze tra ricerca e decisione, migliora il cross-selling e rende intuitiva la scoperta anche a chi non è tecnico.
Il comparatore che elimina lo stallo decisionale
Scegliere tra prodotti avanzati può creare confusione. Il comparatore risolve il confronto: specifiche tecniche affiancate, differenze evidenziate in chiaro, punti di forza messi a fuoco. Così si riduce l’attrito nel valutare alternative e aumenta la sicurezza nella scelta. La funzione aiuta sia i buyer tecnici sia chi non è specialista ma deve approvare l’acquisto; inoltre abbatte le richieste ripetitive al commerciale, perché mette in evidenza ciò che davvero cambia tra un modello e l’altro.
Pagine prodotto che raccontano il risultato + metodo e misurabilità
Le schede non sono più repository di dati: mostrano il “dopo”. Abbiamo valorizzato visual coerenti e contesti d’uso per far percepire, prima ancora che capire, l’effetto finale della luce: come cambia un palco, come si disegna un percorso museale, che atmosfera si crea in una hall d’hotel. Lo storytelling completa i numeri con immagini e micro-copy esplicativi.
Il redesign è stato guidato da un metodo in quattro passi: ascolto (interviste a vendite, distributori e progettisti per mappare i casi d’uso ricorrenti), architettura dell’informazione (tassonomia e filtri pertinenti, collegamenti tra famiglie e applicazioni), prototipazione e test (wireframe navigabili, scenari d’uso misurati su task come “trovare, confrontare, richiedere”), produzione contenuti e ottimizzazioni SEO/UX (copy orientato ai task, performance). Risultato: un sito che accompagna, non interrompe; parla il linguaggio dei problemi reali e trasforma specifiche in scelte.
Che cosa cambia per il business
- Trovabilità: più vie d’accesso allo stesso prodotto (categoria, feature, ambito applicativo), quindi meno rimbalzi e percorsi più corti.
- Chiarezza: confronto immediato tra alternative per ridurre tempi di valutazione.
- Valore percepito: la narrazione coerente accompagna la parte tecnica e rafforza fiducia e desiderabilità del brand.
- Supporto alla rete: percorsi guidati e schede complete alleggeriscono pre-vendita e post-vendita, migliorando la qualità dei lead.
In sintesi, quando il sito parla il linguaggio dei bisogni, il brand sale di livello e le persone arrivano prima alla scelta giusta. La tecnologia resta fondamentale, ma è l’UX a fare la differenza tra “sfogliare” e decidere.
Vuoi trasformare il tuo sito da vetrina tecnica a piattaforma che guida le scelte e sostiene le vendite? Parliamone. Possiamo portare un nuovo approccio al tuo progetto, con obiettivi chiari e risultati misurabili.