Secondo Cicerone, la gratitudine non è soltanto “la più grande delle virtù”, ma anche “la madre di tutte le altre virtù”. Un’affermazione che ancora oggi risuona attuale e invita a riflettere: che cos’è davvero la gratitudine?
In un influente articolo del 2003, i ricercatori Emmons e McCullough la definiscono come un’esperienza composta da due elementi fondamentali:
1. il riconoscimento di aver ricevuto un esito positivo;
2. la consapevolezza che questo esito non dipende unicamente da sé stessi, ma da una fonte esterna, spesso un’altra persona (Emmons & McCullough, 2003).
In questa prospettiva, la gratitudine appare come un’emozione profondamente relazionale, orientata verso l’altro. Non ci si limita a godere di ciò che si riceve, ma ci si spinge a riconoscerne il valore e a restituirlo, rafforzando così i legami sociali. È in questa chiave che il sociologo Georg Simmel la definì “la memoria morale dell’umanità”, un meccanismo evolutivo che, nel corso della storia, ha favorito la cooperazione, la fiducia e il sostegno reciproco nelle comunità.
La gratitudine, tuttavia, non si esaurisce nei gesti di riconoscenza verso gli altri. Essa implica anche un movimento interiore, fatto di consapevolezza e riflessione sul significato di ciò che si sta vivendo. È una capacità di internalizzare il bene ricevuto, trasformandolo in una risorsa personale che nutre non solo i rapporti sociali, ma anche la crescita individuale e il senso di connessione con il mondo.
Benefici della gratitudine
La gratitudine può assumere forme diverse e non esiste una definizione univoca condivisa. Ciò che emerge con coerenza, però, è il suo ruolo positivo sul benessere psicologico e fisico.
– Benessere psicologico: praticare la gratitudine ha effetti diretti sulla maggiore soddisfazione di vita dei singoli, alimenta felicità, ottimismo e speranza.
– Gestione dello stress: coltivare la gratitudine aiuta a ridurre l’impatto dello stress. Anche il semplice atto di riconoscere e apprezzare le piccole cose della vita può “rimodellare” il cervello, accrescendo la consapevolezza e ampliando la percezione della realtà. Imparare a valorizzare gli aspetti positivi, indipendentemente dalla loro entità, non solo riduce i livelli di stress ma favorisce anche un diffuso senso di appagamento e stabilità interiore.
– Riduzione di ansia e depressione: la gratitudine contribuisce a mitigare i sintomi ansiosi e depressivi attraverso la regolazione del sistema nervoso autonomo e la riduzione degli ormoni dello stress. Inoltre, favorisce il rilascio di neurotrasmettitori come dopamina e serotonina, fondamentali per la regolazione dell’umore e la percezione del piacere. In questo modo, chi pratica gratitudine con costanza sperimenta una visione positiva della vita quotidiana.
La gratitudine nel contesto lavorativo
Il mondo del lavoro è spesso frenetico, scandito da scadenze e impegni serrati. In questo contesto è importante ricordare che la gratitudine autentica va oltre il semplice “grazie”, significa apprezzare sinceramente qualcuno e dimostrarlo, sia attraverso parole sia tramite riconoscimenti formali.
La gratitudine ha un impatto diretto sul morale delle persone e favorisce maggiore coinvolgimento. Un sondaggio del 2025 condotto da Great Place To Work su 1,3 milioni di dipendenti mostra che, quando tutti hanno l’opportunità di ricevere riconoscimenti, la probabilità che si impegnino con uno sforzo extra cresce del 60%.
Il riconoscimento rappresenta uno dei fattori più rilevanti per accrescere produttività e impegno. Esso contribuisce a chiarire cosa significa avere successo in un’organizzazione, rafforzando la fiducia e incoraggiando l’innovazione. Sentendosi valorizzate, infatti, le persone si percepiscono libere di proporre nuove idee e soluzioni.
Ma come si sviluppa una cultura imperniata su apprezzamento e gratitudine sul lavoro?
Una cultura basata sulla gratitudine nasce e si consolida a partire dai vertici. I leader che riconoscono con costanza i contributi dei collaboratori e delle collaboratrici, ringraziandole in modo autentico e puntuale, creano un modello che si diffonde a tutti i livelli dell’organizzazione. I leader coltivano la gratitudine attraverso azioni quotidiane e visibili, come: dedicare uno spazio nelle riunioni per celebrare successi individuali o di team; inserire nelle newsletter o sulla intranet aziendale storie di riconoscimento e creare momenti ritualizzati in cui i risultati vengono condivisi e valorizzati.
Accanto al riconoscimento da parte dei leader, è fondamentale promuovere anche la gratitudine tra pari. Secondo Gary Chapman e Paul White (2019), le principali modalità attraverso cui si può esprimere gratitudine includono:
– parole di conferma, attraverso complimenti verbali o scritti;
– tempo di qualità, da dedicare a un collega per ascoltarlo o supportarlo;
– gesti concreti di aiuto, offrendo il proprio contributo quando serve;
– piccoli doni significativi, che esprimano attenzione e cura;
– mentoring e supporto, mettendo a disposizione la propria esperienza per favorire la crescita degli altri.
Questi comportamenti non solo rafforzano i legami interpersonali, ma alimentano anche un senso diffuso di soddisfazione, fiducia e reciprocità.
In questo modo, la gratitudine diventa non un gesto isolato, ma una pratica culturale condivisa, capace di generare motivazione, benessere e relazioni positive all’interno dell’organizzazione.
Gratitudine nella vita quotidiana
La gratitudine non è solo una risorsa per il lavoro, ma un’attitudine da coltivare ogni giorno. Ecco alcune tecniche pratiche:
1. Diario della gratitudine
Una delle pratiche più diffuse consiste nello scrivere con regolarità le cose per cui ci si sente grati. Può trattarsi di un quaderno, un’agenda o un app digitale, l’importante è ritagliarsi un momento fisso della giornata per riflettere e annotare anche i piccoli gesti o momenti positivi.
2. Meditazione guidata
La meditazione è uno strumento potente per rafforzare la regolazione emotiva e portare consapevolezza. Bastano 5-10 minuti al giorno per concentrarsi sulle persone, le esperienze o le situazioni per cui si prova gratitudine. Esistono molte pratiche guidate, anche gratuite, che aiutano a focalizzarsi su questo stato d’animo.
3. Lasciarsi ispirare dagli altri
Osservare come amici, familiari o colleghi esprimono gratitudine nella loro quotidianità può essere una grande fonte di ispirazione. Analizzare i loro gesti, parole o abitudini permette di scoprire nuove modalità da integrare nella propria vita, rendendo più spontaneo e naturale l’atteggiamento di gratitudine.
4. Sottrazione mentale
La pratica della Sottrazione Mentale degli Eventi Positivi consiste nel pensare ai tanti modi in cui eventi importanti della nostra vita — un lavoro, un’opportunità formativa — avrebbero potuto non accadere, e riflettere su come sarebbe la nostra vita senza di essi.
Una variante è la Sottrazione Mentale delle Relazioni, che invita a immaginare la vita senza una persona cara. Anche se può sembrare doloroso, questo esercizio ricorda di non dare per scontati i legami importanti, rafforzando le relazioni.
Conclusione
Allenare quotidianamente la gratitudine non richiede grandi sforzi ma costanza, sono i piccoli gesti ripetuti nel tempo a trasformarsi in un’abitudine capace di cambiare il modo in cui si guarda sé stessi e il mondo che ci circonda. In questo modo, la gratitudine diventa una vera risorsa personale e collettiva: rafforza le relazioni, favorisce il benessere psicologico e fisico, e crea un ambiente più positivo e collaborativo, sia nella vita quotidiana sia sul lavoro. Coltivarla significa scegliere ogni giorno di valorizzare ciò che si ha, trasformando il semplice “grazie” in un potente strumento di crescita e connessione.
Valentina Nuscis,
Psicologa ed EAP Generalis