Si stanno formando i dirigenti che guideranno le pubbliche amministrazioni del futuro. Ma cosa significa, oggi, diventare dirigente pubblico e come vengono selezionati i futuri leader della PA? Ne parla Antonio Naddeo, Presidente dell’ARAN, in questa nuova puntata della rubrica “Le persone al centro. La strada maestra per innovare la PA”.
Dirigenti pubblici nell’era dell’IA
Il decimo corso-concorso della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA), tappa fondamentale per diventare dirigenti pubblici nelle amministrazioni centrali, si è aperto questa settimana nella prestigiosa Sala della Regina alla Camera dei Deputati. Ben 20.000 domande per poco meno di cento posti disponibili. Un concorso che attira giovani talenti, molti dei quali sotto i 30 anni, come ha sottolineato la professoressa Paola Severino durante l’inaugurazione. Un segnale chiaro: la PA può essere ancora attrattiva per le nuove generazioni, soprattutto quando si creano ponti con il mondo universitario, da cui provengono gli allievi, e si investe nella formazione delle competenze chiave. Ma quali sono le competenze richieste oggi a un dirigente pubblico? Il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, nel suo intervento ha puntato l’accento sulla capacità di leadership, capacità di gestione. I dirigenti del futuro dovranno essere in grado di creare team coesi, favorire ambienti di lavoro positivi, ponendo particolare attenzione al benessere delle persone all’interno dei luoghi di lavoro.
Si è richiamato anche il tema dell’intelligenza artificiale, oggi sempre più centrale nelle attività e nelle responsabilità delle pubbliche amministrazioni e dei dirigenti. In Albania, ad esempio, è stata recentemente presentata “Diella”, una ministra virtuale creata con l’IA per combattere la corruzione in modo neutrale. Ma occorre tenere ben presente che l’IA resta uno strumento nelle mani delle persone: i dati e i valori con cui viene programmata fanno la differenza. Può dunque una PA essere pronta per il futuro senza padroneggiare le nuove tecnologie? Per costruire una PA innovativa serve puntare sulle persone, sulla loro integrità e sulle loro competenze digitali.
Il punto sui contratti
Mentre si ragiona sui dirigenti del domani, un altro tema è al centro dell’attenzione: il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Dove siamo arrivati e quali novità attendono i dipendenti pubblici nei prossimi mesi? Siamo nel pieno della tornata contrattuale 2022-24, anche se il cuore delle trattative si sta giocando nel 2025. Buone notizie arrivano dal fronte sanità: dopo la firma del contratto di settore, il testo sta completando l’iter di controllo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Ragioneria dello Stato. La sottoscrizione potrebbe arrivare già a ottobre, dopo il passaggio alla Corte dei Conti.
Situazione simile per il contratto dell’area funzioni centrali (ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali): anche qui la firma definitiva è attesa entro poche settimane. Ma non tutto procede senza intoppi: per gli enti locali le trattative si sono arenate dopo oltre 15 mesi, complice la mancata intesa con alcune organizzazioni sindacali, mentre per il comparto istruzione e ricerca i lavori sono partiti in ritardo e servirà accelerare per stare al passo con la prossima stagione contrattuale (2025-27). Il ministro Zangrillo ha già inviato l’atto di indirizzo per il rinnovo delle funzioni centrali. C’è dunque un vero e proprio ingorgo contrattuale tra la tornata 2022-24 e quella futura 2025-27.
Competenze e leadership: come preparare i futuri dirigenti pubblici