Telefisco di settembre si concentra sul ceto medio - redigo.info

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Su tutti, il tema del ceto medio è prioritario per Governo e forze di maggioranza durante Telefisco di settembre.

Il secondo appuntamento annuale del convegno fiscale organizzato da Il Sole 24 Ore si è tenuto giovedì 18 settembre 2025 mattina, in diretta streaming. Di seguito i 5 temi affrontati.

  • Concordato preventivo biennale (CPB): chiarimenti sulle cause di cessazione.
  • Reddito d’impresa e lavoro autonomo: focus su Ires premiale, novità per professionisti e imprese.
  • IVA, bilanci e crediti d’imposta: aggiornamenti su ravvedimento speciale, controlli e terzo settore.
  • Bonus edilizi e cooperative compliance: approfondimenti sulle opportunità per i professionisti
  • Dogane e dazi: novità normative e operative.

Tra gli ospiti, oltre quello d’onore – il viceministro dell’Economia e delle Finanze (MEF), Maurizio Leo, anche:

  • Vincenzo Carbone – Direttore Agenzia delle Entrate
  • Elbano de Nuccio – Presidente dei Commercialisti
  • Rosario De Luca – Presidente dei Consulenti del Lavoro

Il CPB

Il patto con il Fisco cessa di avere efficacia se, durante il biennio oggetto di Concordato preventivo, avviene l’acquisto di un’azienda. Così le Entrate in risposta a uno dei quesiti posti. La causa di cessazione è prevista dal D. lgs. n. 13/2024 (articolo 21, comma 1, lettera b-ter). A tal proposito, l’Agenzia si riallaccia a quanto affermato nella circolare 9/E/2025 (Faq n. 2.19, riferita alla cessione di ramo d’azienda): anche con l’acquisto di un’azienda nel corso del biennio viene meno «il diretto collegamento tra la proposta di concordato predisposta nei confronti della società avente determinate caratteristiche e la diversa capacità reddituale conseguente al nuovo assetto economico che contraddistingue la società che ha partecipato all’operazione».

Leo. Ecco cosa ha detto il Viceministro durante Telefisco di settembre

Durante lo speciale, Maurizio Leo ha delineato le priorità fiscali del Governo, concentrandosi su due grandi temi:

  1. il taglio dell’Irpef per il ceto medio;
  2. la semplificazione dell’Ires premiale per le imprese.

Taglio Irpef: meno tasse per 13,6 milioni di contribuenti

Leo ha proposto: riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%; estensione dello scaglione fino a 60.000 euro di reddito annuo.

Benefici stimati: da 40 a 440 euro/anno per chi guadagna tra 28.000 e 50.000 €; fino a 1.640 euro/anno per chi guadagna tra 50.000 e 60.000 €, oggi tassati al 43%.

Leo ha sottolineato che la misura è “molto avvertita” ma che “trovare le risorse è un’opera complessa”.

Ires premiale: incentivi alle imprese che investono

Sul tema dell’Ires premiale, Leo propone l’aliquota ridotta dal 24% al 20% per il solo 2025, purché si reinvesta almeno il 30% dell’utile in beni o occupazione. La questione è, tuttavia, il disallineamento tra “utile” e “reddito”. La proposta di semplificazione é: reddito su reddito, non su utile. Leo ha anche aperto alla revisione di requisiti come l’uso della cassa integrazione, che limita l’accesso all’agevolazione. Afferma: “penso che si possa lavorare per fare degli interventi migliorativi, come pure verificare alcune precondizioni che avvengono, per esempio, in caso di dipendenti in cassa integrazione”.

Le attuali norme prevedono – come requisito per accedere all’agevolazione in vigore – quello di non aver utilizzato la cassa integrazione nel 2024 o nel 2025 (ad eccezione della Cassa integrazione ordinaria (CIGO) prevista per casi specifici).

“Sono tutti affinamenti che si possono fare e che penso formeranno oggetto di approfondimento da parte del Governo”, ha affermato.

Il ceto medio è centrale. Priorità avvertita da Governo e maggioranza

Priorità “avvertita da tutti” è il taglio delle tasse al ceto medio, tema su cui stanno concentrandosi il Governo e tutte le forze di maggioranza, ma “bisogna trovare le risorse e questa è un’opera molto complessa”, avvisa Leo. Che spiega: “dobbiamo avere i dati sull’economia nazionale dall’Istat e si devono fare ancora degli affinamenti sul reperimento delle risorse”. Ci si vuole muovere soprattutto nella fascia da 28mila a 50 mila euro, portando “l’aliquota – che oggi è al 35% – al 33%, ed eventualmente allargarci fino ai +60mila euro”. “Sappiamo che questo interesserebbe 13,6 milioni di contribuenti – ha sottolineato il Viceministro, n.d.r. – quindi è una misura […] che si muove sulla falsa riga di quello che abbiamo detto nella delega fiscale e che abbiamo già realizzato per i redditi medio bassi”.

Alla tematica “si può aggiungere anche un meccanismo di rivalutazione e rivisitazione delle detrazioni in relazione alla composizione del nucleo familiare. Sono dei temi che vanno trattati congiuntamente, ha concluso.

Redazione redigo.info

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