L’Odg Lazio chiede al Governo di recepire la direttiva europea contro le querele temerarie | Ordine dei Giornalisti del Lazio

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24 Settembre 2025

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  • L’Odg Lazio chiede al Governo di recepire la direttiva europea contro le querele temerarie

Onorevoli Deputati,
Signor Presidente,
intervengo oggi in qualità di presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio per portare all’attenzione di questa Assemblea la necessità, ormai non più rinviabile, di recepire quanto prima la Direttiva (UE) 2024/1069, nota come Direttiva anti-SLAPP (termine nato dall’acronimo di strategic lawsuit against public participation).

L’Italia sta vivendo un momento particolarmente critico per la libertà di stampa. Secondo l’ultimo rapporto di Reporter Senza Frontiere, il nostro Paese è sceso al 49° posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa, il peggior risultato in Europa Occidentale. Abbiamo perso tre posizioni rispetto all’anno precedente, a causa di minacce che arrivano dalle organizzazioni mafiose, da gruppi estremisti, ma anche da pressioni politiche e da pratiche giudiziarie intimidatorie, come le cosiddette SLAPP che sono azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica. Siamo scesi ai limiti di guardia. In più, l’European Media Freedom Act, entrato in vigore l’8 agosto scorso, non trova ancora attuazione in Italia. I giornalisti vivono sempre di più in una situazione di precarietà, con il numero di minacce nei loro confronti che cresce ogni anno, come testimoniano anche i report dell’Associazione Ossigeno per l’informazione.

Cosa sono dunque davvero le SLAPP?
Le SLAPP, come voi ben sapete, sono azioni legali infondate o sproporzionate, spesso intentate da individui od organizzazioni potenti – politici, grandi aziende, enti pubblici – con l’obiettivo di intimidire e mettere a tacere voci critiche su questioni di interesse pubblico. Il numero delle querele temerarie negli ultimi anni è aumentato in modo considerevole, mettendo in difficoltà tutti gli operatori dell’informazione. In Italia, il fenomeno è particolarmente diffuso: secondo i dati del consorzio europeo CASE, il nostro Paese detiene il record europeo di SLAPP, con 26 casi segnalati solo nel 2023, pari a un quarto del totale UE.

Dal 2010 al 2023, giornalisti e reporter sono stati i principali bersagli di SLAPP, seguiti da media vari e attivisti. Il maggior numero di SLAPP nel 2023 è stato
intentato da imprenditori e politici, rispettivamente in oltre il 45% e 35% dei casi.
Noi giornalisti viviamo sulla nostra pelle questo fenomeno quotidianamente. Purtroppo, sono numerosi i casi di querele per diffamazione depositate da esponenti politici di primo piano, per non parlare dei grandi gruppi economici.

Non solo. Mi preme sottolineare le difficoltà che affrontano quotidianamente i giornalisti. Ci sono 26 colleghi che vivono sotto scorta, che hanno dovuto rinunciare alla libertà per aver illuminato con le loro inchieste i luoghi bui del malaffare della criminalità organizzata. Inoltre, ci sono giovani colleghi che guadagnano cinque euro a pezzo, a causa della grave crisi che ha colpito il nostro settore e le querele temerarie non fanno altro che mettergli il bavaglio, perché questi giovani sono in una posizione di fragilità di fronte ai potenti di turno che provano a intimidirli chiedendo risarcimenti milionari. 

Questa situazione è inaccettabile per una democrazia avanzata come la nostra. Gli attacchi fisici contro i giornalisti sono solo la punta dell’iceberg: la pressione economica, la concentrazione della proprietà dei media e la dipendenza dagli inserzionisti compromettono gravemente l’indipendenza dell’informazione. Ma è soprattutto la minaccia delle querele bavaglio e delle cause temerarie a generare un clima di paura e autocensura tra i cronisti.

   La libertà di stampa e il pluralismo dell’informazione sono principi sanciti dalla nostra Costituzione, all’articolo 21, che, come sapete bene, recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
Questi valori dovrebbero essere interesse di tutte le parti politiche, senza distinzioni o strumentalizzazioni. La libertà di stampa non è un privilegio di categoria, ma un presidio della democrazia e della trasparenza, a tutela di tutti i cittadini. Da questo Governo ci aspettiamo una risposta concreta su questo tema così delicato. Anche perché è stata proprio la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, giornalista professionista iscritta al nostro ordine, nella sua lettera a ‘Il Domani’, in occasione dei 5 anni dalla nascita della testata, a ribadire che la “libertà di stampa è un presupposto imprescindibile per qualsiasi sistema che voglia definirsi genuinamente democratico. È un bene prezioso, che siamo tutti chiamati a proteggere e tutelare”.

L’Italia è tra i Paesi europei più colpiti dal fenomeno delle SLAPP, eppure ad oggi, non solo non è stata ancora recepita la Direttiva europea del 2024, ma manca del tutto una legge nazionale che riconosca e sanzioni queste pratiche intimidatorie.
La Direttiva anti-SLAPP, invece, offrirebbe strumenti concreti ai giornalisti:

  • procedure rapide di rigetto per le cause infondate o abusive,
  • rimborso integrale delle spese legali per le vittime,
  • risarcimento dei danni subiti,
  • formazione specifica per magistrati e operatori del diritto,
  • tutela rafforzata per i giornalisti, soprattutto per chi svolge attività di inchiesta.

Si tratta di alcune previsioni normative fondamentali per avere un’informazione libera, plurale e partecipata senza ingerenze esterne, che non deve sottostare alla regola del più forte.

Nella legge di delegazione europea di quest’anno non è stato ancora inserito il recepimento della direttiva anti SLAPP. Chiediamo quindi con forza che il Parlamento e il Governo si assumano la responsabilità di recepire senza ulteriori ritardi la Direttiva (UE) 2024/1069, adottando uno standard di protezione elevato, all’altezza delle sfide che il nostro Paese sta affrontando. Questo Parlamento non dovrebbe farlo solo per la nostra categoria, ma anche per evitare di incorrere in un’ulteriore procedura di infrazione per non aver recepito la Direttiva entro il 7 maggio 2026 come recita l’art. 22 del testo. Il consesso internazionale, con l’approvazione di questa direttiva europea, ha preso atto dell’importanza e della necessità di tutelare i giornalisti e sarebbe grave se l’Italia non garantisse tale diritto. Non vorremmo che il provvedimento si arenasse ancora una volta, così come è successo anche nelle passate legislature con analoghe normative di contrasto alle liti temerarie nei confronti di giornali e giornalisti. Non si può certo impedire a chi si senta offeso di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti, ma pensiamo che bisognerebbe almeno sottoporre l’iniziativa ad un vaglio preventivo che impedisca alle cause infondate di andare avanti. Una garanzia che il recepimento della direttiva anti-Slapp potrebbe assicurare.
Non c’è più tempo da perdere. La libertà di stampa è un bene comune, non può essere sacrificata
sull’altare di interessi di parte o di calcoli politici. La mia non è una difesa corporativistica, ma un appello volto a ristabilire i principi fondamentali della democrazia.

Vi ringrazio per l’attenzione.
Guido D’Ubaldo

La relazione del presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio Guido D’Ubaldo, invitato in audizione dalla XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera dei Deputati ha invitato il Governo a impegnarsi a recepire quanto prima la direttiva europea anti SLAPP, per combattere le querele temerarie.

Recapiti
Patrizia Renzetti