I dati preliminari Istat sui prezzi al consumo di settembre parlano di un tasso di inflazione su base annua stabile a +1,6%. Nonostante la stabilità dell’indice generale, le famiglie continuano ad affrontare un “caro vita” sempre più pressante, con segnali preoccupanti per i beni di prima necessità e dei consumi ad alta frequenza. Resta una discrasia tra il tasso di inflazione e quello del carrello della spesa, anche se alcuni prezzi hanno una percentuale in discesa, ma lievissima, restano alti i prodotti alimentari lavorati (pane, olio, biscotti, prodotti essenziali).
Fare la spesa costa di più: i prezzi dei prodotti che acquistiamo più spesso (cosiddetti ad alta frequenza) e degli alimentari lavorati stanno accelerando (rispettivamente a +2,7% e +3,0%). I prodotti indispensabili sono diventanti un lusso inaccessibile per milioni di famiglie, costrette a spendere di più per acquistare meno. Non solo, le persone sono obbligate a rivedere le proprie abitudini, mettendo a rischio anche la qualità dell’alimentazione a favore di prodotti più economici e meno salutari.
Si preannunciano, inoltre, un autunno e un inverno rigidissimi per le bollette: i prezzi dell’energia regolamentata (gas e luce nel mercato tutelato) schizzano al +14,0%.
È fondamentale che il Governo, a cominciare dal MIMIT e da “Mister Prezzi”, agisca subito con azioni mirate per calmierare i prezzi e per tutelare il potere d’acquisto delle persone, non solo delle categorie più deboli, ma anche del ceto medio con salari inadeguati al crescente costo della vita.
Se non ci saranno decisioni tempestive e serie, crediamo assolutamente indispensabile dare un segnale concreto per richiedere decisioni importanti da parte del Governo, ma anche dei produttori e della GDO, con uno “sciopero del carrello” per ribadire che la povertà sta crescendo e che l’emergenza economica non può più essere ignorata.