È disponibile da oggi, 7 ottobre, in libreria e nei principali store digitali “Le parole fanno più male delle botte”, il libro scritto da Paolo Picchio ed edito da De Agostini. Un’opera intensa e autentica, che racconta la storia di Carolina Picchio, la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia, e la nascita della Fondazione Carolina, diventata in pochi anni un punto di riferimento nazionale per la promozione del benessere digitale.
Un racconto che diventa impegno civile
Il libro parte da una notte drammatica del gennaio 2013, ma non si ferma al dolore: è un cammino di coraggio, consapevolezza e speranza. Paolo Picchio ha scelto di trasformare la tragedia personale in un’opera di testimonianza educativa e impegno sociale, dando vita a una fondazione che, dal 2017 ad oggi, ha formato oltre 500.000 studenti e gestito quasi 300 casi di emergenza grazie al primo Pronto Intervento Cyber.
A rafforzare il valore educativo del volume, la prefazione dello psicoterapeuta Matteo Lancini e una appendice curata dal Centro Studi di Fondazione Carolina, che propone un glossario dei principali fenomeni e rischi digitali.
Una risposta concreta alla violenza online
Il contesto in cui si inserisce il libro è chiaro: il cyberbullismo non è più un’eccezione. Secondo i dati del Centro Studi di Fondazione Carolina, 3 ragazzi su 4 tra gli 11 e i 17 anni hanno avuto un ruolo – come vittime, autori o testimoni – in episodi di bullismo o violenza online.
“Il racconto di Paolo si concentra sul messaggio, più che sulla cronaca – sottolinea Ivano Zoppi, Segretario generale della Fondazione – ma a 12 anni di distanza dai fatti, questo libro sembra un instant book, tanto è ancora urgente e attuale”.
Il volume diventa quindi strumento formativo per docenti, genitori e studenti, e sarà messo a disposizione del Tavolo tecnico sul cyberbullismo del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per rafforzare le attività di prevenzione e contrasto.
Un messaggio che arriva fino al Senato
La presentazione ufficiale del libro si è tenuta presso la Sala Nassirya del Senato, su iniziativa della Senatrice Lavinia Mennuni, promotrice del disegno di legge 1136 per la tutela dei minori online. Un confronto importante che ha coinvolto anche rappresentanti delle big tech, sempre più sollecitati sul tema della sicurezza digitale.
“Questo libro – conclude Ivano Zoppi – è la prima pietra di un nuovo percorso, aperto a tutti. La strada è in salita, non c’è dubbio, ma se ci liberiamo dei luoghi comuni, se smettiamo di parlarci addosso e ci mettiamo finalmente in ascolto, sulle frequenze dei nostri ragazzi, allora questa impresa sarà davvero possibile”