La matematica nella tradizione scolastica italiana
La matematica viene spesso descritta come una materia noiosa, mnemonica, ripetitiva, fredda. Questo perché tradizionalmente è stato veicolato nella scuola italiana un approccio strumentale alla matematica, che è diventata così una disciplina scolastica che raccoglie regole, formule, algoritmi e definizioni da studiare a memoria, difficile (quasi impossibile!) da comprendere e assolutamente inopinabile.
Niente di più lontano da ciò che la matematica è veramente!
Un approccio differente è possibile
Tutt’altra cosa invece è la matematica per chi ha potuto sperimentare un approccio relazionale della disciplina: un approccio che vede il discente come protagonista attivo che può e deve appropriarsi via via delle conoscenze, dalle più elementari alle più complesse, attraverso la didattica della scoperta che procede per tentativi ed errori, ragionamenti flessibili, condivisione e co-costruzione del sapere.
In quest’ottica la matematica diventa una disciplina divertente e creativa!
Certo, l’approccio strumentale dà una maggiore sicurezza all’insegnante, permette di percorrere una strada già battuta, non lascia spazio all’incertezza, al pensiero divergente, a strategie differenti, in parole povere “fa meno paura”. Eppure, l’approccio relazionale è più efficace, consente a ragazze e ragazzi di addentrarsi davvero in quella che è la disciplina, utilizzando una didattica dominio cognitivo specifica, basata sulla manipolazione, sull’approccio visuo-spaziale e sulla comprensione profonda dei concetti.
Creatività e matematica
Mi piace molto la definizione di Bruno D’Amore e Silvia Sbaragli secondo cui la creatività, nel contesto scolastico, è sinonimo di “scoperta autonoma” più che nuova: «il risultato di un impegno personale, di appropriazione di un concetto, di una strategia, di un’idea».
Ma nel concreto cosa significa?
Scegliere un approccio relazionale e creativo significa innanzitutto abbandonare le regolette pronte da studiare, le definizioni imparate a memoria e il classico pensiero del “2+2=4”.
I bambini devono poter sperimentare quel senso di autoefficacia che è alla base di ogni apprendimento autentico, devono potersimettere in gioco come costruttori attivi del proprio apprendimento attraverso attività più o meno strutturate, materiali dai più concreti a quelli via via più astratti; l’apprendimento per scoperta avviene attraverso attività laboratoriali, il cooperative learnign, attività di problem solving e problem posing, la didattica esperienziale e ludica.