Introduzione
2.500 anni ben portati: era il 21 dicembre del 475 a.C. quando, sotto gli auspici del solstizio d’inverno, i coloni greci approdarono a Napoli e fondaronoNeapolis, la città che nel 2025 festeggia il suo 2500° compleanno mettendo in mostra un passato ricco di storia e un presente più vivace che mai.
Tra passato e futuro
Il 2025 è davvero un anno speciale per la città: oltre a celebrare i 2500 anni dalla fondazione, conquista anche il titolo di Capitale della Cultura d’Impresa, l’iniziativa di Confindustria giunta alla sua quinta edizione. Napoli è il primo capoluogo di regione del Sud Italia a ricevere questo titolo: con il progetto Radicati nel futuro si è distinta per la capacità di raccontare la sua straordinaria identità produttiva e culturale, in linea con il pensiero di Confindustria che la cultura è impresa e l’impresa è cultura.
Fonte di ispirazione
Ma c’è di più: “Napoli ci può ispirare come nessun’altra città”, ha dichiarato Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco, durante la seconda Conferenza Unesco sulla tutela del patrimonio culturale che si è svolta nella città partenopea nel giugno 2025.
Per il secondo anno consecutivo Napoli si è trasformata nel centro mondiale delle politiche culturali, ospitando un confronto ad alto livello sul futuro della cultura materiale e immateriale. Un successo che ora apre alla possibilità concreta di fare della città partenopea la sede permanente della Conferenza sul patrimonio e possibile futura capitale Unesco per la cultura
Napoli seicentesca
Passato e futuro: Napoli è un luogo unico, che vanta un centro storico riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Ancora oggi passeggiando per le vie, si percepisce l’eco di un’epoca lontana, che ha lasciato un’eredità indelebile nella cultura e nell’identità della città: il Seicento. Sul piano artistico, il Seicento ha rappresentato un periodo di splendore assoluto con il barocco che ha trasformato il volto della città: chiese, palazzi e cappelle si sono arricchite di decorazioni fastose, marmi policromi, affreschi e dorature.
Accanto all’architettura barocca è fiorita la pittura, soprattutto con l’arrivo di Caravaggio nel 1606. Il suo realismo drammatico, l’uso del chiaroscuro e la rappresentazione diretta della realtà popolare hanno influenzato intere generazioni di artisti: Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, Mattia Preti, fino al virtuosismo pittorico di Luca Giordano.
Centro culturale
Accanto alle arti figurative, Napoli è diventata nel 600 anche un centro di sapere scientifico e filosofico. Intellettuali come Tommaso Campanella e, più tardi, Giambattista Vico hanno animato il dibattito culturale, mentre l’Università di Napoli ha proseguito la sua secolare tradizione di studi giuridici e teologici.
Museo Cappella Sansevero
Uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti di Napoli è ancora oggi il Museo Cappella Sansevero nel cuore del centro storico. La Cappella, fondata inizialmente alla fine del XVI secolo come tempio sepolcrale della famiglia di Sangro, deve la sua fama alla figura eclettica di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero che, a partire dal 1750, decise di creare uno spazio unico, che rappresentasse la potenza del suo casato, valorizzandolo con numerose opere d’arte. Tra capolavori come il Cristo velato, meraviglie del virtuosismo come il Disinganno ed enigmatiche presenze come le Macchine anatomiche, la Cappella Sansevero rappresenta uno dei più singolari monumenti che l’ingegno umano abbia mai concepito.
Il Cristo Velato
Il capolavoro più celebre dell’intera Cappella è il Cristo Velato, opera marmorea che Giuseppe Sanmartino (1720-1793), artista napoletano, realizzò nel 1753 su commissione del Principe di Sansevero. La scultura rappresenta il corpo di Cristo, senza vita, dopo essere stato deposto dalla croce, adagiato in orizzontale al centro della navata.
Scopri i dettagli di questo capolavoro.
La perfezione e il realismo del velo aderente al corpo, realizzato da un unico blocco di marmo, supera ogni immaginazione, tanto che la sua creazione ha alimentato diverse leggende nel corso dei secoli: viaggiatori, turisti e perfino alcuni studiosi, increduli davanti alla trasparenza del sudario, lo hanno erroneamente ritenuto frutto di un processo alchemico di “marmorizzazione” compiuto dal principe di Sansevero.
Non sorprende quindi che i riflettori siano sempre accesi su quest’opera come dimostra la giornata di studio dal titolo “Per la Cappella Sansevero: nuove ricerche, nuovi strumenti”, dedicata proprio ai più recenti risultati della ricerca storico-artistica e alla presentazione del primo catalogo digitale interamente dedicato al monumento.
L’iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione del complesso, che negli ultimi anni ha visto il coinvolgimento di università, istituti di ricerca e partner tecnologici per arricchire la conoscenza del mausoleo barocco, luogo iconico della Napoli di ieri e di oggi.
Per approfondire
- Napoli Capitale della cultura – Il Sole 24 ore
- Per una lezione in classe dedicata al Cristo Velato scarica la scheda Leggere l’opera che approfondisce aspetti storici, iconografici, formali e di uso di materiali e tecniche legati all’opera
- Il Cristo velato spiegato dagli storici dell’arte
- Vittorio Sgarbi
- Philippe Daverio
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