Il contesto lametino presenta un discreto numero di realtà di volontariato disseminate sul territorio, differenti tra loro per approccio culturale e sociale; differenti le motivazioni, l’impianto organizzativo e i bisogni che prendono in considerazione. Molte di queste realtà svolgono servizi strutturati, con un discreto, ma faticoso turnover di operatori; in alcune realtà contattate si è notata una certa resistenza all’inserimento di giovani volontari. La responsabilità di “contagiare altri e altre” alla cura e la costruzione di una comunità accogliente ci hanno offerto, attraverso il progetto Giovani VoCi – Volontari Cittadini, la possibilità di rileggere i bisogni e l’approccio dei giovani all’impegno nel volontariato.
Passi e contatti con i giovani
Si è scelto di rivolgere la proposta di esperienze di volontariato del progetto Giovani VoCi a giovani che non ne avevano già fatto esperienza, ragazzi degli istituti superiori non pendolari per studio o lavoro, contattandoli attraverso i loro docenti. La proposta formativa del CNCA ai giovani è partita da queste domande: cosa sogni per la tua città? Cosa vuol dire per te volontariato? Cosa facilita e ostacola la tua partecipazione? Ti possiamo coinvolgere nella conoscenza di quello che esiste nella tua città a livello di volontariato?
La risposta dei ragazzi è stata, da una parte, una voglia di ricerca di una città con più servizi ma, d’altro canto, senza essere abbastanza propensi a mettersi in gioco.
In alternativa, si è scelta la proposta diretta a conoscenti per costituire un gruppo e avviare con loro l’articolazione del progetto attraverso un’“esplorazione del sociale”: conoscere per scegliere come investire sé stessi per “pensare e fare qualcosa insieme per qualcun altro, per prendersi cura del bene comune”. Quindi più esperienze, diverse tra loro, piuttosto che un solo ambito per tutto il periodo del progetto.
A partire dai loro interessi, si sono organizzate diverse esperienze a sottogruppi presso la mensa Caritas della diocesi; presso una comunità di accoglienza per donne e minorenni in difficoltà della rete del CNCA; allo sportello del Centro Antiviolenza Demetra di Lamezia Terme; nell’animazione estiva con minorenni nella parrocchia di riferimento. I contatti con alcuni enti non hanno avuto una risposta favorevole all’inserimento per vincoli burocratici interni o mancanza di personale disponibile all’accompagnamento (enti di volontariato in ospedale, a carattere missionario; di cura dell’ambiente). Si sono dedicati alcuni spazi – informali o organizzati – di rielaborazione dell’esperienza, che per molti è stata la prima occasione di contatto diretto con la marginalità e, dunque, per avere uno sguardo più ampio sulla città oltre al già noto, rivolto alle tante espressioni di disagio e di solidarietà.
La voce dei giovani coinvolti
Chiara C. (referente del progetto Giovani VoCi): “Ho accettato la sfida di portare avanti un progetto di volontariato perché, in fondo, il volontariato ha sempre fatto parte della mia vita. Ho iniziato quando avevo quindici anni, in parrocchia, vivendo esperienze semplici ma preziose insieme ai ragazzi: momenti di gioco, di condivisione, di crescita che mi hanno fatto capire quanto basti poco per fare la differenza nella vita di qualcuno. Un’esperienza che mi ha segnato profondamente è stata quella alla mensa della Caritas. Partecipare a queste attività mi ha permesso di guardare la realtà con occhi nuovi: servire un pasto caldo non era solo un gesto pratico, ma un modo per dire ‘ci sono anch’io per te’. Ho compreso che il volontariato è, prima di tutto, un incontro: con chi non ha nessuno vicino, con chi vive difficoltà quotidiane spesso invisibili, ma anche un incontro con sé stessi. Lì ho imparato che un sorriso, uno sguardo, una parola gentile possono avere la forza di scaldare più di un piatto caldo. Per me il volontariato è questo: non è semplicemente ‘fare qualcosa’, ma ‘esserci’. È mettere a disposizione tempo ed energie per gli altri, ma anche accogliere tutto quello che si riceve in cambio. Perché donare significa crescere, aprirsi, imparare a vedere la vita da prospettive diverse. Ogni gesto, anche il più piccolo, diventa un mattone per costruire una comunità più solidale.”
Chiara F.: “Ho iniziato a fare volontariato fin da ragazzina, dalla raccolta dei beni di prima necessità al servizio mensa, fino ad arrivare a dare il mio contributo a diverse manifestazioni locali. Il volontariato, oltre ad essere un’esperienza formativa importante (soprattutto per noi giovani), offre una connessione più autentica alla realtà e al mondo circostante. È stato illuminante parlare con i giovanissimi nelle scuole, condividere testimonianze di cittadinanza attiva, scoprire cosa desiderassero e quali fossero i sogni per la propria città. La nostra esperienza di volontariato si è concretizzata ulteriormente durante i turni di servizio mensa presso la Caritas diocesana. Sono importantissime queste strutture, rivolte a chi ha più bisogno.”
Domenico: “Partecipare all’iniziativa è stato utile per conoscere giovani del territorio pronti a rendersi disponibili, anche nel piccolo, per il servizio. Il servizio è ciò che davvero rende grande l’uomo, e noi siamo stati grandissimi. La gioia che deriva dal volontariato è ineguagliabile e deve essere sperimentata almeno una volta nella vita.”
Alessia: “Per me il volontariato è un dono reciproco, dare tempo ed energie agli altri, e allo stesso tempo un’occasione preziosa di crescita personale e umana. Non è solo un fare, ma è condividere la stessa strada, esserci, con empatia, semplicità e senza giudicare. Grazie al volontariato ho vissuto il valore dell’accoglienza e ho imparato quanto sia importante creare un luogo sicuro in cui potersi sentire accolti. In questa esperienza ho incontrato persone che portano con sé storie difficili, ma ricche di dignità, ricordandomi che anche i gesti più piccoli possono cambiare una giornata o a volte persino una vita. Il volontariato per me è mettersi al servizio dell’altro, senza nulla in cambio, perché senza rendertene conto ricevi l’amore di chi probabilmente nella vita non ne ha ricevuto tanto. A volte semplicemente esserci, avere cura e attenzione, significa regalare la speranza a chi ne ha bisogno e, allo stesso tempo, ti permette di arricchirti, aprire gli occhi al mondo, quel mondo che tanto spesso non vediamo o non vogliamo vedere, e cercare così di essere una versione migliore di te stesso.”
Antonio: “Il volontariato è un modo di vivere il servizio, un intreccio di realtà che si abbracciano e si sostengono a vicenda. È mettersi in discussione con se stessi per l’altro. Non è solo supporto, ascolto, pazienza o buona volontà, ma anche empatia, sfide quotidiane, tempo e soprattutto crescita. Per me significa scegliere di esserci, indipendentemente dalle difficoltà. È un gesto d’amore autentico, non solo per chi lo riceve, ma anche per sé stessi: perché il volontariato ti nutre, ti trasforma, ti porta a diventare la versione più bella di te accanto agli altri. Ti arricchisce non di soldi, ma di emozioni, di incontri, di destini incrociati, di storie di vita. Ti rende ‘ricco dentro’. E se qualcuno mi chiedesse: perché fai volontariato? La mia risposta è perché voglio essere ricco di persone, di emozioni, di piccoli gesti, e soprattutto di amore incondizionato.”
Chiara Cittadino e Anna Cerutti, Associazione Mago Merlino
Guarda il video realizzato dai ragazzi con una operatrice del progetto
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