Più piccolɜ  e più vulnerabili: la povertà infantile

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La Giornata Internazionale per l’eliminazione della povertà ricorre dal 1987, anno in cui migliaia di persone si sono riunite a Parigi proclamando la povertà come una violazione dei diritti umani.

Il 22 dicembre 1992, con la risoluzione 47/196, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato ufficialmente il 17 ottobre “Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà”, invitando le Nazioni a delle azioni concrete per combatterla, insieme a organizzazioni governative e non. Questa giornata è stata istituita per aiutare gli individui più poveri nella loro volontà di costruirsi una vita migliore, per creare iniziative che gli permettano loro di emanciparsi e di diventare autonomi.

Povertà e maltrattamenti

Le persone in gravi condizioni economiche non solo hanno difficoltà nell’uscire dalla povertà in cui si trovano, ma si ritrovano ad affrontare anche problematiche legate alla società in cui viviamo: vengono spesso maltrattate sia dalle persone sia dalle istituzioni, sono schernite, derise, escluse socialmente per il loro aspetto e per la loro situazione.

Il maltrattamento sociale porta, di conseguenza, a un maltrattamento istituzionale che ha conseguenze ben più gravi: questi soggetti si ritrovano vittime di politiche e pratiche discriminatorie che negano loro di diritti umani fondamentali come il diritto all’alloggio, all’istruzione, all’identità legale e all’assistenza sanitaria.

Inoltre, a questi maltrattamenti, si possono aggiungere discriminazioni che l’individuo può subire per colpa del suo genere, orientamento sessuale, razza o etnia. I pregiudizi che le persone possono avere in base a queste caratteristiche vanno ad aggravare l’emarginazione sociale che affligge le persone in povertà.

I bambini e le bambine in bisogno

Secondo i dati ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) del 2024, il 26,7% dei minori è a rischio di povertà o di esclusione sociale, quota che sale al 43,6% nel Sud e nelle Isole. Inoltre, la percentuale sembra crescere con il numero di minori nel nucleo familiare e con la presenza di un solo genitore. Un altro fattore determinante sembra l’istruzione dei genitori: se i genitori del nucleo familiare hanno solo la licenza di scuola secondaria inferiore, la percentuale di minori a rischio povertà sale al 51,8%, oltre cinque volte superiore alla percentuale di rischio povertà deɜ minori che hanno almeno un genitore laureato (10,3%).

Per quanto riguarda lɜ minori stranieri privi di cittadinanza, hanno un rischio di povertà del 43,6%, quasi il doppio rispetto aɜ  coetaneɜ  con cittadinanza italiana (23,5%). Questo dato è più allarmante nel Sud Italia, dove questo rischio arriva al 78,2%.

I dati sembrano però migliorare: rispetto al 2021, queste percentuali sono diminuite di 3 punti percentuali, soprattutto al Nord. Migliora anche l’insicurezza alimentare, arrivando a una stabilità sostanziale anche al Centro e al Sud.

Non solo noi: la povertà, anche educativa, nel mondo

Secondo i dati UNICEF (Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia), 333 milioni dɜ bambinɜ nel mondo (unɜ su sei) vivono in condizioni di povertà estrema. Uno studio condotto da UNICEF-Banca Mondiale tra il 2013 e il 2022, ha rivelato che la percentuale di bambinɜ che vivono in estrema povertà si è alzata per colpa del COVID-19. A livello globale, lɜ bambinɜ rappresentano il 50% delle persone che vivono in situazione di povertà estrema pur rappresentando un terzo (1/3) della popolazione globale: questo vuol dire che lɜ bambinɜ, rispetto alle persone adulte, hanno doppie probabilità di vivere in condizioni di povertà estrema, che tolgono loro anche l’accesso al cibo, alla sanità e all’istruzione.

Rispetto all’istruzione, Save the Children ha introdotto il concetto di “povertà educativa” come  “la privazione da parte dei bambini, delle bambine e deɜ adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”. Lɜ bambinɜ poverɜ non hanno le stesse opportunità deɜ loro coetaneɜ in situazioni economiche migliori: in Italia, con la raccolta INVALSI del 2021, è stato riscontrato che il livello socio-economico e culturale più basso si correlava a un calo nei punteggi delle prove di matematica e italiano in ogni grado scolastico.

Come possiamo combattere la povertà economica ed educativa?

La povertà economica ha molteplici dimensioni essendo correlata a tanti fattori diversi. Tra questi troviamo anche i maltrattamenti istituzionali subiti dai soggetti in questione. Secondo Save the Children, per colmare questo divario tra diversi livelli socio-economici nel sistema scolastico si potrebbero adibire delle risorse aggiuntive per lɜ bambinɜ che ne hanno bisogno, come materiale scolastico ed educativo per i loro bisogni specifici. Bisogna inoltre promuovere società giuste, pacifiche e inclusive che possano far sentire questɜ  bambinɜ  in contesti inclusivi, non-discriminatori dove non vengono giudicatɜ , oltre a diritti di base come l’accesso alle cure sanitarie, all’alloggio e all’identità personale.

La quotidianità che questɜ  bambinɜ vivono non sono simili alle nostre, ma più ardue e discriminatorie; hanno quindi bisogno del supporto necessario per poter uscire dal circolo vizioso che tiene le loro famiglie in povertà.

Roma, 17 ottobre – In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Povertà, alle ore 16 Piazza Capranica ospiterà una manifestazione promossa dalla Rete dei Numeri Pari, in collaborazione con Stop ReArm Europe e Rete No DL Sicurezza.
 L’iniziativa nasce con un obiettivo preciso: chiedere che le risorse pubbliche siano destinate a rispondere ai bisogni reali delle persone e a sostenere l’interesse collettivo, invece che alimentare politiche di guerra e violenza.

«È tempo di invertire la rotta e di costruire un Paese capace di garantire dignità, diritti e giustizia sociale a tutte e tutti».

Recapiti
Francesca Accili