Il Fondo Monetario Internazionale, nel suo ultimo World Economic Outlook, prevede un rallentamento della crescita globale nei prossimi anni e una fase di debolezza per l’Europa, che dopo aver superato pandemia e crisi energetica grazie a politiche efficaci, mostra ora una ripresa modesta e disomogenea.
E durante la Conferenza stampa sulle prospettive economiche regionali per l’Europa, Alfred Kammer, direttore del Dipartimento europeo dell’FMI, ha spiegato come l’aumento dei salari reali e i tassi di interesse più bassi sostengano consumi e investimenti, ma pesano ancora le tensioni geopolitiche e le difficoltà di integrazione del mercato unico. In questo contesto, la Predidente BCE Christine Lagarde richiama la necessità di difendere l’economia europea dalla concorrenza asimmetrica di Stati Uniti e Cina e di liberare il potenziale del mercato interno, per rendere l’Unione più autonoma, competitiva e capace di generare domanda per le imprese europee.
Inflazione e segnali differenti
Sul fronte dei prezzi, Eurostat registra a settembre un’inflazione annua nell’area euro al 2,2%, in lieve rialzo dal 2,0% di agosto, mentre in Italia l’Istat indica un valore più contenuto, pari all’1,6%. Le dinamiche restano divergenti tra i comparti: energia in ripresa, alimentari in rallentamento, e inflazione di fondo in calo (+2,0%). Questi segnali confermano una fase di assestamento: la politica monetaria restrittiva della BCE sembra aver contenuto l’inflazione, ma la ripresa dei consumi resta modesta.
La mancanza della spinta dei consumi, almeno a livello nazionale, è bene in evidenza anche dall’Ufficio Studi di Confcommercio nella sua ultima Congiuntura, prevedendo per ottobre un +0,2% mensile e un +0,6% annuo di Pil, ma per settembre l’Indicatore dei consumi Confcommercio evidenzia solo un timidissimo +0,3%.
Italia Paese diviso in due
Ritorno alla crescita e solidità dei conti
Dopo un secondo trimestre negativo, l’economia italiana è tornata a crescere nei mesi estivi. Secondo il Bollettino economico della Banca d’Italia, nel terzo trimestre si è osservata un’espansione moderata, sostenuta dal rialzo degli investimenti e dal leggero aumento dei consumi. L’attività è cresciuta nei servizi e nelle costruzioni, mentre la manifattura rimane debole.
Helge Berger, vicedirettore del Dipartimento europeo dell’FMI, rispondendo in conferenza stampa a una domanda sull’Italia, ha sottolineato “l’impressionante sovraperformance fiscale” del Paese, con un deficit nominale stimato al 3,0% del PIL, meglio del 3,3% previsto: un risultato che rafforza la credibilità dei conti pubblici italiani. Conferma positiva è arrivata anche dall’agenzia di rating DBRS Morningstar che ha migliorato il merito di credito dell’Italia, portandolo ad “A” (low) dal precedente BBB (High). Notizia che potrebbe aver avuto effetto positivo sullo spread BTP-Bund che in avvio di settimana mostra subito una tendenza al ribasso, attestandosi a 79,5 punti.
Inoltre, notizia di poche ore fa, tra luglio e settembre, il Registro delle imprese delle Camere di Commercio – in base all’analisi trimestrale Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere – ha registrato un saldo positivo di 16.920 attività economiche, ovvero quasi 17mila imprese in più nel 3° trimestre 2025.
Povertà, sommerso, insicurezza alimentare e dumping contrattuale
Tuttavia, dietro i numeri positivi ci sono anche squilibri profondi. I dati Eurostat mostrano come nel 2024 ben 93 regioni europee superassero la media UE (21%) di rischio di povertà o esclusione sociale, con punte massime in Guyana francese (59,5%). E leggendo bene i dati si vede come il nostro Paese sia letteralmente diviso in due, con 7 regioni dell’Italia centrale e settentrionale, tra cui spicca la Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen (6,6%), che presentavano il più basso tasso di rischio di povertà o di esclusione sociale nell’UE, mentre parte del Centro e tutto il Sud e Isole sono ben oltre la media Ue di rischio di povertà o esclusione sociale, con dato particolarmente marcato di Calabria (48,8%) e Campania (43,5%). E l’Istat stima 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta (8,4%) e 8,7 milioni di individui in povertà relativa (14,9%), con forti differenze territoriali e sociali.
Inoltre, sempre secondo Istat, il 5,5% della popolazione manifesta almeno uno degli otto segnali di insicurezza alimentare, mentre l’Economia non osservata (dato Istat)– tra sommerso e attività illegali – ha raggiunto nel 2023 quasi 218 miliardi di euro, pari a circa l’11% del PIL, con oltre 3,1 milioni di unità di lavoro irregolari.
In questo quadro spicca l’impegno di Confcommercio nella denuncia al dumping contrattuale, tema che abbiamo già affrontato in una precedente Newsletter, ma che è tornato alla ribalta per le recenti parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Quirinale, durante la cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro: “Richiamano l’attenzione i risultati di una recente indagine di Confcommercio che ha messo in luce il preoccupante fenomeno della crescita dei cosiddetti “contratti pirata”. Oltre mille i contratti collettivi nazionali di lavoro depositati al Cnel: duecentocinquanta nei soli settori del turismo e del terziario“
Campania presidio di tradizione orafa
Ci piace concludere accennando ad una realtà di eccellenza si trova nel nostro Sud: nella Campania, che si conferma come presidio di tradizione e come dinamico laboratorio di innovazione dell’arte orafa. Secondo i dati e le analisi dell’Osservatorio Federpreziosi realizzato con Format Research, con 1.794 punti vendita attivi, il 97% dei quali microimprese (oltre la metà con un solo addetto), la regione detiene il 15,2% del totale nazionale del comparto orafo al dettaglio: un primato che testimonia la forza di un tessuto diffuso, capace di mantenere un contatto umano e autentico con il cliente, in un mercato da oltre 6 miliardi di euro, dominato per il 45% da meno di 400 aziende su un totale di oltre 12.500.