Diego G.Morrison | Pagine di silenzio - Mattioli 1885

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Posted at 11:48h in Books, Senza categoria

Una grigia giornata invernale, nuvolosa eppure in qualche modo accecante, neve che si scioglie in pozzanghere agli angoli delle strade, vento pungente che si leva dall’Hudson River, mentre dentro l’Andromeda Coffee, Chris mi aspetta dietro il vetro appannato, sorseggiando un latte macchiato, la corona di schiuma che si impiglia nei suoi baffi alla Dalí, la sciarpa ancora attorno al collo, sebbene si sia tolto il cappotto, le punte delle dita che spuntano dai mezzi guanti di lana – un accessorio calcolato, adatto al look performativo da asceta che lo porta a svolgere opere di editing pro-bono, una scusa per allontanarsi dal suo lavoro alla New Directions, la venerabile casa editrice sulla Eight Avenue, in effetti, non così lontana dall’Andromeda Coffee, all’angolo tra la Hudson e la Jane, dove, con una buona dose di esitazione, faccio scricchiolare la porta mentre la apro e faccio un cenno al barista per fargli capire che prenderò il solito, godendomi solo in parte la sensazione di essere avvolto da un bozzolo di aria calda mentre entro nel caffè.

La penna rossa di Chris riposa sul ripiano marmorizzato del tavolino, dopo aver lasciato abbastanza inchiostro sulla pila di pagine davanti a lui da farmi sospirare nervosamente già quando ci salutiamo battendo i pugni chiusi. Mentre prendo posto, una sensazione di déjà-vu si presenta insieme al mio doppio espresso corretto con whiskey di segale portato dalle mani lentigginose del barista e a quel suo odore di cenere che sale dalla tazza in fugaci spirali di vapore.

Nessuna magia nel realismo.”

Chris legge dalla prima pagina del mio manoscritto con una voce che sembra al contempo dubbiosa e consapevole.

“Un po’ rigido come titolo, non credi? È come se García Márquez avesse intitolato il suo romanzo Sentimenti incerti in un anno ordinario.”

Mi passo le mani tra i capelli e intreccio le dita dietro la nuca.

“Beh, sì, forse. Solo un titolo provvisorio a questo punto.”

Traduzione di C. Voltini

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