Quasi il 90% degli inserzionisti userà l’AI per i video adv - FpS Agency – Agenzia di marketing e comunicazione

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Digital Marketing

Secondo il report IAB, l’intelligenza artificativa generativa cambierà le regole del gioco: entro il 2026 il 40% dei video adv sarà creato da AI. Ecco cosa significa per brand e agency.

Il mondo della pubblicità video è destinato a un’inversione di paradigma: un nuovo report di IAB rivela che l’AI generativa sta rapidamente diventando uno strumento chiave nella produzione creativa. Già oggi 86 % degli acquirenti pubblicitari utilizza o programma di utilizzare AI generativa per costruire creativi video.
Questo dato non è solo statistico: è un segnale che l’economia della produzione si sta trasformando, rendendo l’intero processo più accessibile — soprattutto per brand di piccola e media dimensione.

L’AI generativa entra nel ciclo creativo del video advertising

L’adozione dell’AI generativa va ben oltre i prototipi: gli inserzionisti prevedono che entro il 2026 il 40 % di tutti i video adv sarà prodotto con questo approccio.
Perché questa accelerazione? Perché l’AI abbassa drasticamente i costi e riduce la barriera tecnica: brand con risorse limitate possono ora creare spot digitali di qualità senza passare per lunghe produzioni tradizionali.
In più, le capacità dell’AI non si limitano alla generazione iniziale del video: strumenti di enrichment creativo sono già usati, ad esempio, per:

  • creare varianti per audience differenti (42 %)
  • modificare lo stile visivo (38 %)
  • migliorare la pertinenza contestuale (36 %)

Queste funzionalità permettono di scalare le campagne mantenendo coerenza e personalizzazione.

CTV, sport live e automazione: le nuove frontiere delle aspettative

L’uso di AI nei video non è l’unica innovazione segnalata dal report. Sul fronte CTV (connected TV), gli inserzionisti hanno aspettative ambiziose:

  • il 47 % dell’inventory CTV dovrebbe diventare biddable (cioè acquistabile tramite asta) — in crescita rispetto al 34 % dell’anno precedente
  • il 74 % degli acquirenti ha già costruito o prevede di costruire team interni per attivare campagne CTV in modalità self-serve
  • sempre più importanza viene attribuita ai contenuti live (sport, eventi): il 60 % degli acquirenti si aspetta che le piattaforme streaming offrano funzionalità superiori rispetto alla TV lineare, come interattività e dati in tempo reale

Tuttavia, la “democratizzazione” del video non significa che la pubblicità diventa completamente automatica: oltre l’80 % degli acquirenti che usano attivazioni programmatiche su CTV richiedono supporto umano, anche se le piattaforme offrono strumenti self-serve.
Ciò segnala che il ruolo strategico delle agenzie — non tanto come esecutori tecnici, ma come consulenti creativi e analitici — rimane centrale.

Il focus sulle performance: da KPI generici a risultati concreti

Una tendenza chiave emersa dal report è lo spostamento dell’attenzione verso outcome tangibili (vendite, visite in negozio) più che verso metriche di superficie (CPM, visualizzazioni). Il video stesso viene trattato sempre di più come canale “bottom-funnel”: se non produce risultati, i budget vengono ridotti.
Questo atteggiamento è particolarmente visibile nella valutazione dei partner streaming: se non riescono a dimostrare impatti sul business, rischiano di perdere investimenti.

In sostanza, il video pubblicitario — incluso quello generato da AI — non è più un elemento di branding standalone, ma uno strumento integrato nel percorso d’acquisto, con attese concrete dal punto di vista commerciale.

Implicazioni per brand e agenzie (e come prepararsi)

Per chi opera nel campo del marketing e dell’advertising, questo cambiamento porta alcuni scenari chiave:

  1. Revisione dei workflow creativi: bisogna integrare competenze AI, sperimentazione e governance sulla produzione automatizzata.
  2. Investimento in data e insight: più che mai, le campagne video devono poggiare su dati forti per selezionare varianti e target.
  3. Partnership strategiche: le aziende cercheranno collaborator che non siano solo piattaforme AI, ma che sappiano aiutare a sfruttarne il potenziale creativo e strategico.
  4. Test e scaling controllato: iniziare con progetti pilota e validare l’efficacia di video generati da AI prima di scalare su larga scala.
  5. Orientamento ai risultati: definire fin dall’inizio gli obiettivi di business e costruire modelli di misurazione e attribuzione chiari.

Se lo scenario delineato dal report IAB è corretto, nei prossimi mesi vedremo un’accelerazione non solo tecnologica, ma culturale, nei rapporti fra creatività, dati e automazione.

Conclusione

Non siamo di fronte a una semplice moda: l’AI generativa nei video pubblicitari sta rapidamente diventando parte integrante dell’arsenale di brand e agenzie. Il passaggio da “creatività come costo” a “creatività come capacità scalabile” è già in corso.
Per restare competitivi, non basta adottare gli strumenti: bisogna ripensare il processo, mettere il dato al centro e qualificare le collaborazioni con partner in grado di affiancare strategia e innovazione.

Recapiti
Giulia Foschi