”Avevo sorriso e avevano detto ‘Si ambienterà’. Eccoti il ‘si ambienterà’. E se mi portano un’ernia? Mi spieghi come mi ci ambiento? E, soprattutto, come si sentirà quello che ha l’ernia sotto le mie mani? Si abituerà all’altro mondo? (qui avevo sentito un brivido alla colonna vertebrale)…”
Fresco di laurea, Vladimir Bomgard viene assegnato a un piccolo ospedale rurale nella Russia post-rivoluzionaria. Ogni caso clinico è nuovo e fonte di sgomento, eppure ogni volta prende piede in lui una voce che lo guida e gli permette di cavarsela benissimo.
Amputa una gamba a una ragazza schiacciata da una trebbiatrice, effettua una tracheotomia complessa a una bimba affetta da difterite, risolve un parto complicato salvando la vita a madre e figlia. Tutti gli sono grati, Vladimir adombra perfino la fama del suo amato predecessore. Ma emerge anche un lato oscuro, molto oscuro: le schiaccianti responsabilità e la depressione per il suo isolamento dal mondo lo spingono a una progressiva, micidiale dipendenza dalla morfina.
Questi otto racconti sono collegati circolarmente fra loro, anche se scritti in tempi diversi. Molto potente e suggestiva la loro ambientazione nella profonda provincia russa, nel “bianco oceano indemoniato” della tormenta di neve.
Collana: Gli Alianti
Genere: Narrativa
Curatore:
Traduttore: Paolo Nori
Illustratore:
Prezzo: 17,00 €
Pagine: 176
EAN: 9788892942301
Data di uscita: 2025-11-19
Michail Bulgakov, nato a Kiev nel 1891 e morto a Mosca nel 1940, ha scritto molte cose memorabili, come queste Memorie di un giovane medico (delle quali il critico Vladimir Lakšin ha detto: “Il Bulgakov giovanile è incantevole, irresistibile, è un autore al quale il tempo non ha tolto niente del suo fascino”), o come Il Maestro e Margherita, che quasi tutti conoscono, e altre cose venute così così, come un’opera teatrale che si chiama I figli del Mullah, che Bulgakov ha scritto con Boris Robertovicˇ Boheme, e come l’han fatto lo racconta lo stesso Bulgakov: “L’abbiamo scritta in sette giorni e mezzo, impiegando mezza giornata di più che per la creazione del mondo. Nonostante ciò, ci è riuscita ancora peggio del mondo. Posso dire soltanto che se un giorno ci sarà un concorso per il lavoro teatrale più stupido, insulso e impudente, il nostro otterrà il primo premio”.